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Sanzioni? No, tariffe. L’ultima idea di Bruxelles per colpire Mosca

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La proposta svedese avanzata all’ultimo Consiglio dei ministri prevede l’imposizione di barriere doganali contro i prodotti russi non toccati dalle sanzioni. Raccogliendo consenso tra gli Stati Membri

L’Unione Europea sta valutando la possibilità di imporre nuove sanzioni alla Federazione Russa, stavolta sotto la nuova forma di tariffe sulle importazioni russe che arriverebbero fino al valore di 42 miliardi di euro. Giovedì 30 maggio i ministri del commercio dell’Unione hanno chiesto alla Commissione europea, su iniziativa della Svezia, di elaborare un piano per l’imposizione di dazi su prodotti esenti dalle misure attualmente già in vigore, dagli alimenti al combustibile nucleare, fino ai medicinali. I proventi di questi dazi potrebbero essere impiegati per finanziare gli aiuti a Kyiv.

“La Svezia ha avviato una discussione su un uso più ampio delle tariffe sulle importazioni dalla Russia. Da parte della Commissione europea, valuteremo la questione e forniremo agli Stati membri le opzioni per procedere”, ha dichiarato Valdis Dombrovskis, commissario al commercio dell’Unione, specificando che le tariffe su cereali, semi oleosi e derivati garantiranno che “la Russia non possa destabilizzare il mercato europeo attraverso esportazioni di cereali riorientate. Esso affronterà le esportazioni illegali russe di prodotti cerealicoli ucraini rubati nel mercato dell’Unione e impedirà alla Russia di utilizzare i proventi dell’esportazione di questi prodotti nell’Unione per finanziare la sua aggressione contro l’Ucraina”.

Mentre la maggior parte degli scambi commerciali europei con la Russia è stata bloccata in seguito all’invasione su larga scala dell’Ucraina, avvenuta nel febbraio del 2022, alcune importazioni sono ancora consentite poiché non ci sono alternative viabili per le forniture, o per il timore degli effetti che queste interruzioni potrebbero avere sul mercato globale.

Il ministro del commercio svedese Johan Forssell ha dichiarato al Financial Times che è importante tagliare le entrate della Russia, poiché “gran parte delle entrate vengono utilizzate per finanziare la macchina da guerra di Vladimir Putin. Quindi, quello che abbiamo detto oggi è che dobbiamo gestire queste esportazioni che sono ancora in essere nonostante le sanzioni”, chiedendo “tariffe elevate su tutte queste transazioni”. Le tariffe richiedono l’approvazione della maggioranza degli Stati membri, ma secondo il ministro svedese questo non dovrebbe essere un problema, poiché è stato registrato “un forte sostegno a questo proposito”. “Penso anche che le entrate derivanti da queste tariffe potrebbero essere spese per aiutare l’Ucraina a vincere la guerra”, ha aggiunto Forssell.

Nella stessa occasione, i ministri riuniti hanno anche approvato i dazi sui cereali e sui semi oleosi provenienti dalla Russia e dalla Bielorussia, che entreranno in vigore il 1° luglio, dopo un’impennata delle importazioni registrata nei mesi scorsi.

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