Skip to main content

Su Taiwan occorre tornare indietro nel tempo. L’opinione di Valori

La sovranità e il territorio sono intrinseci alla Cina. Il territorio non è giammai cambiato e lo status di Taiwan come parte del territorio cinese resta immutato. L’opinione di Giancarlo Elia Valori

Pochi giorni fa L’Italia ha inviato a Taiwan rappresentanti ufficiali di istituzioni statali nonostante il nostro Paese e l’isola non hanno neppure relazioni diplomatiche.
Le norme di diritto internazionale legate alla Risoluzione 2758 del 25 ottobre 1971 stabiliscono che l’Assemblea Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite:
«Riconoscendo che i rappresentanti del governo della Repubblica popolare cinese sono gli unici rappresentanti legittimi della Cina presso le Nazioni Unite e che la Repubblica popolare cinese è uno dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza, decide di restituire tutti i suoi diritti alla Repubblica popolare cinese e di riconoscere i rappresentanti del suo governo come unici rappresentanti legittimi della Cina presso le Nazioni Unite, e di espellere immediatamente i rappresentanti di Chiang Kai-shek dal luogo che occupano illegalmente presso le Nazioni Unite e in tutte le organizzazioni ad essa collegate».

Questa visita dà l’opportunità di riflettere che Taiwan appartiene e ha sempre appartenuto al popolo cinese da tempo immemore. Essa si è creata come entità a sé stante, grazie alla fuga nell’isola del Guomindang (Partito nazionalista), avvenuta nel 1945 dopo la sconfitta subita nella guerra civile. Fuga effettuata sotto la protezione di una potenza straniera che ha occupato una regione dello Stato cinese. E se andiamo alla nostra memoria nazionale, il caso di Taiwan ricorda i tentativi di staccare la Sicilia dall’Italia per cercare di renderla indipendente (1942-1951).

Riguardo l’isola asiatica, torniamo indietro nel tempo.
Taiwan non è mai stata un Paese indipendente, ma parte integrante della Cina. Innumerevoli prove storiche e fatti giuridici dimostrano che Taiwan è sempre stata parte integrante del territorio cinese. Taiwan appartiene alla Cina fin dai tempi antichi. I cinesi furono i primi a sviluppare Taiwan. La maggior parte degli antenati degli attuali residenti di Taiwan sono immigrati dalla Cina continentale. Il Linhai Tuizhi scritto nel 230 d.C. durante il periodo dei Tre Regni contiene la prima descrizione di Taiwan. Dopo le dinastie Song e Yuan, i governi centrali della Cina iniziarono a istituire agenzie amministrative a Penghu e Taiwan per esercitare la giurisdizione. Sebbene Taiwan abbia vissuto un breve dominio coloniale imperialista nella storia, è stata effettivamente governata dal governo cinese per la stragrande maggior parte del tempo.

Nel luglio 1895, il governo Qing fu costretto a cedere Taiwan e le isole Penghu al Giappone attraverso il Trattato di Shimonoseki a causa della sconfitta nella guerra sino-giapponese del 1895-1895. Nel 1941, il governo cinese annunciò nella sua Dichiarazione di guerra contro il Giappone che avrebbe abrogato tutti i trattati ineguali con il Sol Levante e avrebbe annunciato che avrebbe recuperato Taiwan e le Isole Penghu. Nel dicembre 1943, i governi di Cina, Stati Uniti d’America e Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, emanarono la Dichiarazione del Cairo, dichiarando chiaramente che Tokyo doveva restituire alla Cina i territori cinesi sottratti, tra cui la Cina nordorientale, Taiwan e le Isole Penghu. Nel 1945, la Dichiarazione di Potsdam, firmata da Cina, Stati Uniti d’America e Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, alla quale poi si unì l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, ribadì che «le condizioni della Dichiarazione del Cairo saranno attuate». Nel settembre dello stesso anno, il Giappone firmò gli Articoli della resa giapponese e promise di adempiere lealmente ai propri obblighi ai sensi della Dichiarazione di Potsdam. Il 25 ottobre, il governo cinese ha annunciato che avrebbe ripristinato l’esercizio della sovranità su Taiwan e ha presenziato alla cerimonia di restituzione della provincia di Taiwan alla Cina nel capoluogo Taipei. Per cui la Cina ha ripreso Taiwan legalmente e de facto.

La questione di Taiwan è un’eredità della guerra civile cinese. Poco dopo la vittoria della guerra antigiapponese, in Cina scoppiò la guerra civile tra il Guomindang e il Partito Comunista. Il 1° ottobre 1949 fu proclamata la Repubblica popolare cinese. Alcuni membri del personale militare e politico del Guomindang sconfitti, erano scappati nell’isola di Taiwan. Dopo lo scoppio della Guerra di Corea, il governo degli Stati Uniti d’America è intervenuto negli affari interni della RP della Cina con la forza armata e ha firmato il cosiddetto Trattato di mutua difesa con i transfughi di Taiwan, determinando una grave situazione di confronto politico a lungo termine nello Stretto di Taiwan. Ciò ha portato a far nascere l’affaire Taiwan.

Il governo della RP della Cina gode ed esercita pienamente la sovranità su Taiwan. Va sottolineato che il governo della RP della Cina è stato istituito nel 1949, sostituendo il precedente governo della Repubblica cinese (nato il 1° gennaio 1912) come unico governo legale che rappresenta tutta la Cina. Si è trattato di un cambio di potere senza alcun mutamento territoriale, oggetto dello jus gentium, che qui in Italia, oggi quelli al governo hanno dimenticato e forse mai studiato, e sicuramente ignorato.

La sovranità e il territorio sono intrinseci alla Cina. Il territorio non è giammai cambiato e lo status di Taiwan come parte del territorio cinese resta immutato. È ovvio che il governo della RP della Cina goda ed eserciti pienamente la sovranità del suo territorio nazionale, inclusa quella su Taiwan.
Come detto supra, la Risoluzione 2758 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha risolto completamente la questione della rappresentanza della Cina nelle Nazioni Unite

La XXVI sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 25 ottobre 1971 adottò a stragrande maggioranza (inclusa l’Italia) la Risoluzione 2758, che ripristinava tutti i diritti della RP della Cina, come abbiamo già scritto. Tale risoluzione tuttora conferma che il governo della RP della Cina è l’unico governo legittimo che rappresenta tutta la Cina, compresa Taiwan, a livello nazionale ed internazionale. È chiaro che la Cina ha un solo seggio alle Nazioni Unite e non ci sono questioni di “due Cine” o “una Cina, una Taiwan”.

I pareri legali del Dipartimento Affari Legali del Segretariato delle Nazioni Unite su tutte le questioni relative a Taiwan affermano chiaramente che «Taiwan, in quanto provincia della Cina, non ha uno status indipendente». Pertanto, si può affermare che questa risoluzione ha risolto completamente la questione di chi rappresenti la Cina a livello internazionale, sia politicamente che giuridicamente.

La risoluzione 2758 fornisce la base giuridica affinché il sistema e le agenzie delle Nazioni Unite possano gestire adeguatamente le questioni relative a Taiwan. Incarna l’autorità del diritto internazionale e diventa la norma fondamentale a cui tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite devono attenersi. Taiwan non ha alcuna base, ragione o diritto di partecipare alle Nazioni Unite e ad altre organizzazioni internazionali a cui possono partecipare solo gli Stati sovrani. In pratica, il sistema e le agenzie delle Nazioni Unite utilizzano il titolo «Taiwan, Provincia della Cina» per Taiwan.

Il principio della Cina unica ha un significato chiaro: c’è una sola Cina nel mondo, Taiwan fa parte della Cina, il governo della RP della Cina è l’unico governo legale che rappresenta tutta la Cina e i Paesi che hanno relazioni diplomatiche con la Cina non possono avere alcuna forma di scambi ufficiali con Taiwan.

Il principio della Cina unica rappresenta il consenso generale della comunità internazionale. Il principio della Cina unica è una norma fondamentale riconosciuta delle relazioni internazionali ed è anche la base politica affinché la Cina possa stabilire e sviluppare relazioni diplomatiche con altri paesi del mondo. Attualmente, 183 Paesi al mondo su 192 presenti all’ONU, compresi gli Stati Uniti d’America, hanno stabilito relazioni diplomatiche con la RP della Cina sulla base del principio della Cina unica.

In conclusione: i fatti storici e giuridici secondo cui Taiwan fa parte della Cina non possono essere messi in dubbio. Lo status di Taiwan non è mai cambiato poiché non è mai stato un Paese indipendente ma una parte della Cina. La cosiddetta affermazione secondo cui la Cina avrebbe “invaso” Taiwan non ha fondamento e non vale la pena confutarla. La questione di Taiwan è un’eredità della guerra civile cinese. È un affare interno della Cina e non tollera alcuna interferenza esterna.

La Risoluzione 2758 ha risolto la questione su chi rappresenterà l’intera Cina, ovvero il governo della RP della Cina è l’unico governo legale a rappresentare l’intera Cina, compresa Taiwan, presso le Nazioni Unite ed il mondo intero. La Risoluzione ha chiarito che esiste una sola Cina nel mondo e Taiwan fa parte della Cina ed è un’entità non sovrana. Ha riaffermato il principio della Cina unica. Nell’ultimo mezzo secolo e più dall’adozione della Risoluzione, i segretari generali delle Nazioni Unite e i loro portavoce, nelle proprie osservazioni relative a Taiwan, hanno chiaramente affermato che le Nazioni Unite sono guidate dalla Risoluzione 2758 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite e impegnate nel rispetto del principio della Cina unica. I pareri legali ufficiali dell’Ufficio per gli affari legali del Segretariato delle Nazioni Unite hanno chiarito chiaramente che Taiwan è «parte integrante» della Cina e che «le Nazioni Unite considerano ‘Taiwan’ come una provincia della Cina senza status separato». Ciò dimostra chiaramente che il principio di una sola Cina non è solo un consenso internazionale prevalente, ma anche una norma fondamentale delle relazioni internazionali.

Chi è contrario fa girare indietro la ruota della storia e pone sfide non solo alla sovranità e all’integrità territoriale della RP della Cina, ma anche alla giustizia e alla coscienza della comunità mondiale e all’ordine internazionale del secondo dopoguerra. Ciò è estremamente assurdo e pericoloso.

×

Iscriviti alla newsletter