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Così con il Piano Mattei l’Italia è protagonista “verde” nel Mediterraneo

Si è svolto in concomitanza del Vertice in Puglia l’evento “Il Piano Mattei, un’occasione strategica di cooperazione nel G7 a guida italiana” al Teatro Petruzzelli di Bari, organizzato da Globe, associazione nazionale per il clima, che ha visto il confronto tra istituzioni e mondo imprenditoriale per una nuova “diplomazia ambientale nazionale” nei confronti del continente africano. Chi c’era e cosa si è detto

Il vertice Italia-Africa dello scorso gennaio e l’approvazione del “Piano Mattei per l’Africa” hanno inaugurato l’anno di presidenza italiana del G7, ponendo su nuove basi una rinnovata cooperazione tra il nostro Paese e quelli africani. Una “cooperazione da pari a pari” che il governo ha proposto come tema centrale per la politica estera, partendo dalla consapevolezza che dallo sviluppo del continente dell’altra sponda del Mediterraneo dipendono equilibri di natura economica, politica, sociale e ambientale. Con gli inevitabili riflessi sulla politica interna: dimostrare che il governo intende affrontare in maniera sistematica l’annosa questione dell’immigrazione irregolare, intervenendo nei Paesi di origine per creare soluzioni di lungo periodo con partnership economiche che coinvolgano anche i privati. Rientra in questo scenario l’azione promossa dal nostro governo con accordi bilaterali di fare dell’Italia un “hub energetico” nel Mediterraneo per tutta l’Europa.

In questa ottica si è svolto ieri al Teatro Petruzzelli di Bari, durante il G7 dei Capi di Stato e di Governo, l’evento “Il Piano Mattei, un’occasione strategica di cooperazione nel G7 a guida italiana”, organizzato da Globe, associazione nazionale per il clima, che ha visto il confronto tra istituzioni e mondo imprenditoriale per una nuova “diplomazia ambientale nazionale” nei confronti del continente africano verso una sostenibilità energetica ed ecologica. Partendo dalla considerazione, ormai acclarata, che occorre guardare all’Africa con occhi diversi, riconoscendone le numerose potenzialità, a partire dalla struttura demografica con 33 milioni di abitanti, pari a quelli degli Stati Uniti d’America.

“La centralità del tema dei cambiamenti climatici, della sostenibilità e della tutela dell’ambiente nel dibattito globale rappresenta un elemento sempre più importante nella politica estera italiana e del suo sistema industriale del riciclo e delle tecnologie rinnovabili – ha detto Matteo Favero, presidente di Globe, aprendo i lavori dell’incontro – Il Mediterraneo permette alla nostra Penisola un ruolo guida che guarda verso l’Africa come una grande opportunità”.

L’obiettivo primario del Piano Mattei è quello di avviare nuove modalità di relazioni tra l’Italia e i Paesi africani, con lo scopo di creare opportunità economiche innanzitutto per questi ultimi e i loro abitanti, rendendo possibili condizioni favorevoli per ridurre i flussi migratori verso il nostro Paese e il resto d’Europa e, allo stesso tempo, rendere il mercato africano un possibile sbocco per i nostri flussi commerciali.

Anche la filiera nazionale del riciclo rappresenta uno dei pilastri di collaborazione tra l’Italia e l’Africa, partendo dalla consapevolezza che l’Unione Europea, e l’Italia in modo particolare, sia un esempio virtuoso come modello di economia circolare, grazie allo sviluppo dell’industria del riciclo che pone il nostro Paese tra i primi posti nel mondo.

“Le sfide demografiche e infrastrutturali africane non sono più rimandabili – ha sottolineato Ignazio Capuano, presidente del Conai – Anche nel campo della gestione dei rifiuti e del loro riciclo. L’Italia, che è ai vertici delle classifiche europee in questo settore, può essere un modello per molti Paesi dell’Africa. E il Piano Mattei mira proprio allo sviluppo socio-economico e industriale degli Stati africani nei settori dell’economia circolare e delle energie rinnovabili, indispensabili a una crescita equa e a una stabilità economica”.

“Tra le aree di intervento del Piano c’è anche l’energia, settore imprescindibile per lo sviluppo dei Paesi africani – ha ricordato Giuseppe Moles, amministratore delegato di Acquirente Unico – È indispensabile affrontare il rapporto sempre più stretto fra geopolitica, sicurezza energetica e transizione verde. L’Italia, vero connettore geografico dell’Europa con l’Africa e il Piano Mattei, fornisce una soluzione ad un problema strategico reale: uno sviluppo condiviso attraverso una cooperazione strutturale e non episodica”.

Secondo l’ultimo rapporto dell’Unhcr, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, dei 120 milioni di profughi,  tre su quattro sono in fuga a causa di “un’esposizione elevata o estrema ai rischi legati al clima”. Collaborare attraverso modelli virtuosi di economia circolare, così come nel campo delle energie rinnovabili, nei Paesi africani, rende possibile lo sviluppo di infrastrutture economiche e sociali con le quali avviare nuove relazioni industriali nell’economia “verde”, con benefici per i Paesi coinvolti in termini di competitività e occupazione.

D’altra parte l’ambiente e il Piano Mattei rappresentano “una tematica di lungo respiro che necessita di approfondimenti importanti – ha sottolineato Fabrizio Penna, capo dipartimento Pnrr del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica – Parliamo della capacità del Paese di cooperare a livello internazionale in materia ambientale e di un’occasione strategica di cooperazione per il G7 che si svolge in Puglia. Il Piano Mattei è uno di questi strumenti e oggi gli occhi del mondo sono puntati sulla Puglia: i sette Grandi della Terra più il Santo Padre sono qui per parlare del destino del Pianeta. Quella dell’ambiente è una sfida globale. Lo sono l’inquinamento atmosferico e il cambiamento climatico, l’uso e il risparmio dell’acqua, lo spreco alimentare, l’economia circolare. È in questo modo che dobbiamo affrontare tutte queste sfide, con iniziative e interventi globali e non guardando soltanto al giardino di casa nostra”.

 

 

 


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