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L’Antitrust americano si divide i compiti. Al via le indagini su Nvidia, Microsoft e OpenAI

Microsoft

Secondo il New York Times, il Dipartimento di Giustizia (DoJ) e la Federal Trade Commission (Ftc) si spartiranno i lavori per capire se le tre Big Tech stanno godendo di vantaggi a discapito della concorrenza. Il primo si occuperà della posizione del gigante di chip, l’altra invece analizzerà la partnership tra l’azienda di Redmond e quella di Sam Altman

Una naturale divisione del lavoro, per velocizzare le indagini e arrivare quanto prima a un giudizio sull’operato delle Big Tech. Secondo il New York Times, il Dipartimento di Giustizia (DoJ) e la Federal Trade Commission (Ftc), le due autorità antitrust degli Stati Uniti, si spartiranno i compiti: il primo indagherà sul ruolo dominante di Nvidia nell’industria dell’intelligenza artificiale, mentre la seconda farà lo stesso con OpenAI e Microsoft. “Certe volte, gli interventi più significativi sono quando l’intervento è in tempo reale”, ha spiegato al Financial Times il responsabile della divisione antitrust del DoJ, Jonathan Kanter. Il dubbio – ma forse sarebbe meglio chiamarla preoccupazione – è che ci sia un abuso di dominio da parte di queste grandi aziende, motivo per cui andranno esaminati “con urgenza” i vari “punti di strozzatura del monopolio e il panorama competitivo” dell’IA.

A finire sotto la lente di ingrandimento sarà la potenza di calcolo degli strumenti di queste aziende, i dati da loro utilizzati per addestrare i vari modelli linguistici, i fornitori di servizi cloud, l’accesso all’hardware essenziale. In altre parole: ogni singolo processo.

Più nel dettaglio, scrive Politico, la Ftc dovrà stabilire se Microsoft e OpenAI abbiano usufruito di vantaggi illeciti grazie al recente sviluppo di mercato, in particolare quelli relativi alla tecnologia utilizzata per i modelli linguistici di grandi dimensioni. Le due società non sono soltanto collegate da un forte legame, con l’azienda di Redmon ha investito nell’ex start-up di Sam Altman ben 13 miliardi di dollari, utilizzando parte dei suoi servizi nei suoi strumenti come il motore di ricerca Bing. Viceversa, OpenAI sta sfruttando parte della tecnologia di Microsoft e gli inquirenti addetti al caso temono che questa partnership vada a scapito della concorrenza.

Anche il Dipartimento di Giustizia non avrà un compito facile. È chiamato infatti a indagare su Nvidia, la cui posizione sul mercato si è notevolmente rafforzata negli ultimi anni, grazie alla sua capacità di rifornire il mondo con semiconduttori ad alta fascia, alla base di molti strumenti di IA. Si stima che la società americana detenga il 90% del controllo di questi chip, sempre più necessari e sempre meno a disposizione.

In base alle informazioni reperite dal Nyt, l’accordo tra DoJ e Ftc è stato raggiunto la scorsa settimana e dovrebbe venire annunciato nei prossimi giorni. Il patto è l’ennesima evidenza di come l’aria sia ormai cambiata. Con l’entrata a gamba tesa dell’intelligenza artificiale, le autorità di controllo hanno aumentato la loro stretta, convinte di dover analizzare tutto con attenzione prima che sia troppo tardi. La paura è che la crescita di queste aziende possa portare a storture del sistema su cui poi è complesso rimettere mano.

E dire che per Nvidia doveva essere un giorno storico. Seppur per breve tempo, ieri la società ha superato la soglia dei 3.000 miliardi di dollari, diventando la terza a tagliare questo traguardo dopo Apple e Microsoft. La festa gliel’ha rovinata l’Antitrust, che vuole far luce su di lei e le altre Big Tech.

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