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Così le banche cinesi hanno truffato i risparmiatori

A due anni dalla clamorosa protesta del mutuo, sono ancora migliaia i cittadini del Dragone che aspettano di riavere i propri soldi. Trattenuti dalle banche per evitare di fallire a causa dei prestiti concessi al mattone

C’è stato un tempo in cui i risparmi accumulati in anni di sacrifici si sono volatilizzati, spariti, come neve al sole: è successo in Italia, negli Stati Uniti con la crisi del 2008. E ora sta succedendo in Cina. Sono passati circa due anni da quando alcune banche del Dragone, soprattutto periferiche e legate all’economia delle province, sono finite in una drammatica crisi di liquidità. Motivo? Aver prestato soldi alle imprese del mattone che, a loro volta a corto di cassa, non hanno mai restituito il denaro. Morale, per sopravvivere, le banche hanno trattenuto, dunque congelato, i depositi dei correntisti. I quali, per protesta, hanno smesso di pagare le rate del mutuo, dando vita a uno sciopero del prestito.

Due anni dopo, quando Ou Yangyun si è recato nella città cinese di Zhengzhou aper chiedere un risarcimento dopo che il suo conto bancario contenente decine di migliaia di dollari era stato congelato, la sua famiglia si aspettava che tornasse a casa due giorni dopo per celebrare il capodanno lunare. Ma il piccolo imprenditore di Changsha non è mai tornato, come ha raccontato Reuters. Ou è solo una delle tante altre vittime di uno dei più grandi scandali bancari cinesi e, quando ha capito che i suoi soldi non esistevano più, ha dato vita con altri risparmiatori a una protesta dinnanzi alle banche della provincia dell’Henan.

E alla fine è stato arrestato, tutt’ora detenuto. In questi due anni, centinaia di migliaia di cinesi hanno perso le case, portate via perché il mutuo non veniva pagato per effetto della protesta poc’anzi menzionata. Le quattro banche rurali dell’Henan simbolo dell’esproprio dei risparmi ai danni delle famiglie, non hanno mai dato una precisa versione dei fatti. Semplicemente, si sono tenute i soldi dei correntisti.

Come raccontato a più riprese da Formiche.net, all’origine della bolla immobiliare cinese, che poi ha mandato a tappeto le banche, c’è stata la realizzazione forsennata di interi quartieri, quando non vere e proprie città, da parte dei colossi del mattone, rimasti però vuoti e invenduti. Motivo per cui i prezzi sono crollati e il comparto ha cominciato la lunga discesa verso l’insolvenza. Tirandosi dietro le banche. E i risparmiatori.



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