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Contro il deficit l’arma del Pnrr. Il governo prepara la richiesta della sesta rata

Palazzo Chigi, anche per provare a mitigare l’effetto della correzione sui conti imposta dall’Europa e dal ritorno del Patto di stabilità, spinge sugli investimenti del piano e chiede lo sblocco della sesta tranche. Guardia di Finanza e Mezzogiorno i focus

Rata dopo rata il Pnrr formato Italia prende forma. Il che non può che essere una buona notizia: con il deficit finito sotto la lente dell’Europa (la scorsa settimana è stata ufficialmente aperta la procedura di infrazione), accelerare sugli investimenti legati al piano, provando a macinare nuovo Pil, è una strada quasi obbligata per mitigare l’urto della correzione dei conti, ora necessaria. E così si è tenuta presso la Sala Verde di Palazzo Chigi la riunione della cabina di regia per il Pnrr, alla presenza della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. All’ordine del giorno della riunione, convocata dal ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e, per l’appunto, il Pnrr, Raffaele Fitto, c’è stata la verifica del conseguimento degli obiettivi e dei traguardi relativi alla sesta rata.

Ed è proprio questo il punto di caduta del vertice a Palazzo Chigi: la richiesta di pagamento della sesta rata, mossa che in Europa, tra i Paesi destinatari, finora nessun governo ha fatto. “La Cabina di regia di oggi è stata chiamata ad avviare la procedura per richiedere alla Commissione europea il pagamento della sesta rata del Pnrr da 8,5 miliardi di euro. È un momento molto importante, perché questo ci consente di centrare un doppio primato e di essere la prima Nazione in Europa a richiedere il pagamento della sesta rata, dopo essere stati anche i primi a richiedere la quinta. Arriviamo a questo appuntamento dopo un lavoro complesso e molto impegnativo, soprattutto negli ultimi giorni”, ha dichiarato nel suo intervento Meloni.

“La Cabina di regia si è occupata di chiudere la verifica della sesta rata e di attestare il conseguimento di 37 obiettivi e traguardi. Ci sono interventi strategici per il futuro dell’Italia. Penso ad esempio agli investimenti legati alla realizzazione della cosiddetta Linea Adriatica, il nuovo gasdotto sulla direttrice Nord-Sud, indispensabile per garantire maggiore sicurezza energetica alla Nazione ma anche al resto d’Europa, grazie all’aumento della capacità di trasporto. è un’opera fondamentale, anche nel quadro di quella che sapete essere una priorità del governo: rendere l’Italia l’hub di approvvigionamento energetico dell’intero Continente, sfruttando la nostra straordinaria posizione geografica di piattaforma nel Mediterraneo”.

Attenzione, stavolta gli obiettivi sono di più. Nella sesta rata, infatti, rientrano anche l’avvio delle opere infrastrutturali per la Zes Unica del Sud, il progetto di digitalizzazione della Guardia di Finanza, la formazione delle competenze dei professionisti del sistema sanitario nazionale e i crediti d’imposta per la transizione ecologica 4.0 e 5.0. Ci sono, poi, riforme importanti, come la semplificazione delle procedure di autorizzazione per gli impianti di fonti rinnovabili, la riduzione dei ritardi di pagamento da parte della pubblica amministrazione e delle autorità sanitarie, la legge quadro dedicata alle persone con disabilità e l’entrata in vigore dei decreti legislativi del Patto per la Terza Età.

Il primo a essere soddisfatto, ovviamente, è proprio lo stesso Fitto, garante del Piano. “Siamo in una fase positiva, nonostante le difficoltà di spesa che abbiamo. Tra il bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto, io vedo il bicchiere mezzo pieno”. In passato la “fase di progettazione e messa a terra” non ha portato a spendere effettivamente le risorse ma “ha posto le condizioni per farlo”.

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