Skip to main content

Cooperazione e ingresso nell’Ocse, l’impegno di Tajani per la Croazia

Il ministro degli Esteri italiano incontra il premier croato, intervenendo alla XVII edizione del Forum di Dubrovnik, evento internazionale strategico per approfondire i principali temi al centro della politica internazionale ed europea. Spicca la promessa di organizzare prossimamente un Business Forum in Croazia per dare maggiore sostanza al partenariato economico tra i due Paesi. Roma inoltre sostiene l’ingresso del Paese nell’Ocse

Sono due le priorità che il governo italiano ha bene in mente, sin dal giorno del suo insediamento: i Balcani, come macro area in cui confluiscono interessi e proiezioni geopolitiche che vedono Roma in prima fila e la guerra in Ucraina, dove pace e giustizia devono necessariamente andare a braccetto, sia come evoluzione della contingenza in atto sia come spunti valoriali che sono base politica per governi alleati. Passaggi che sono stati ribaditi dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervenendo alla XVII edizione del Forum di Dubrovnik, evento internazionale strategico promosso dal governo croato per approfondire i principali temi al centro della politica internazionale ed europea, nella sessione intitolata “Nord-Sud, Est-Ovest: Alla ricerca di passaggi sicuri”, dedicata alla discussione e all’analisi delle principali sfide e minacce emerse a livello globale e su come l’Occidente può farvi fronte.

Tajani-Plenkovic

Un’amicizia sempre più salda. Questa la traccia seguita da Tajani incontrando il premier croato, Andrej Plenkovic, a Dubrovnik, con la promessa di organizzare prossimamente un Business Forum a Zagabria per dare maggiore sostanza al partenariato economico tra i due Paesi. Roma inoltre sostiene l’ingresso della Croazia nell’Ocse.

Secondo Tajani Adriatico e Balcani sono “priorità strategiche per l’Italia: questo governo ha rilanciato la nostra presenza nella regione e ha riportato questi temi al centro dell’agenda europea e internazionale, anche come presidenza del G7”. L’impegno resta quello di proseguire nel lavoro per la crescita e per la riunificazione europea dei Balcani anche nella nuova legislatura europea. “Il futuro della regione non può che essere in Europa”. E sui Balcani occidentali: “Sono una priorità, ci vuole più coinvolgimento europeo. Perderli, accettare più interferenze russe, sarebbe un grandissimo errore per la pace, la stabilità e per noi”.

G7 italiano e politica estera

Gli incontri di alto livello a Dubrovnik rappresentano l’occasione per ribadire la posizione italiana a sostegno dell’Ucraina per una pace giusta, e il ruolo italiano di capofila nella ricostruzione. In quest’ottica vanno lette le interlocuzioni di Tajani con il collega ucraino, Dmitro Kuleba, al quale ha ribadito la tesi del governo italiano: non c’è pace senza giustizia. In primis ha messo in risalto il fatto che l’Ucraina deve essere membro a pieno titolo dell’Ue . Il messaggio del G7 è stato chiaro in questo senso e ha poi allargato il suo ragionamento ad altre priorità della presidenza italiana del G7, tra cui Medio Oriente, Mar Mediterraneo e Africa. “Bisogna lavorare duro per la stabilità e investire in Africa. Il Piano Mattei è un Piano Marshall italiano in Africa ma servono anche investimenti europei e americani”.

Croazia nell’euro

Esattamente un anno e mezzo fa il Paese ha fatto ingresso nell’euro, un passo non scontato ma frutto di una serie di progressi oggettivi che Belgrado ha posto in essere. Un valore anche simbolico, oltre che di merito, per l’euro-comunità che trova così uno sbocco dopo anni che sono serviti a completare l’ingresso nella zona Schengen. Il primo anno e mezzo porta in grembo una serie di elementi analitici che vanno tenuti in considerazione, dal punto di vista economico, finanziario e sociale.

In primis spicca il dato che meno dell’1% del debito della Croazia è in valuta estera, quindi diversa dall’euro. I costi di conversione tra kuna ed euro, secondo gli esperti bancari croati, hanno rappresentato un elemento di vantaggio, inoltre l’entrata nell’euro ha influito pochissimo sull’inflazione che era già alta quando c’è stato il passaggio. Secondo le istituzioni finanziarie internazionali il passaggio all’euro ha avuto un impatto dello 0,4% sul tasso di inflazione croato. Le previsioni per l’anno in corso vedono un tasso d’inflazione in Croazia più basso, dopo Finlandia e Svezia.

Certamente altri Paesi restano in attesa, come Bulgaria, Romania e Polonia ma si tratta di situazioni oggettivamente diverse, dal momento che la Croazia ha mostrato elementi in più. Altro tema sul tavolo, parallelo ma non secondario, resta quello dell’indebitamento di alcuni Paesi balcanici che può rappresentare un’occasione di penetrazione per alcuni player esterni all’interno di un ragionamento più ampio che tocca il costone balcanico, ovvero che è strategico per l’Italia, così come emerso da una serie di iniziative del governo Meloni, su tutte la conferenza di Trieste.

×

Iscriviti alla newsletter