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L’industria della difesa europea ha un problema con il cotone

cotone

L’Europa lamenta scarsità di nitrocellulosa, materiale estratto dal cotone che viene impiegato nella produzione militare. E accusa Pechino. Ma la soluzione è più semplice di quanto sembra

L’autonomia strategica dell’Europa sta fronteggiando un nuovo timore: quello per il cotone. E nello specifico di una sostanza estraibile dalla pianta di cotone, scientificamente nota come nitrocellulosa (o nitrato di cellulosa), volgarmente detta fulmicotone. Le proprietà altamente infiammabili ed esplosive di questo composto sono note da tempo (la sua prima sintetizzazione risale alla prima metà del diciannovesimo secolo, precedendo persino quello della nitroglicerina), e lo rendono un materiale fondamentale nella produzione bellica: esso viene infatti utilizzato come propellente per i proiettili di bocche da fuoco di varia tipologia, dalle armi leggere fino ai cannoni d’artiglieria.

Un facile accesso a questa sostanza è dunque di primaria importanza in questo momento storico, nel quale l’Unione Europea si è mostrata intenzionata a sviluppare un apparato militare-industriale capace di fornire alle forze armate degli Stati Membri gli equipaggiamenti necessari. Non è certo un caso che la domanda europea di nitrocellulosa sia aumentata durante gli ultimi ventotto mesi. E il fatto che la Repubblica Popolare Cinese sia uno dei principali esportatori della sostanza in questione viene considerato come un problema dalla leadership del Continente.

Durante gli ultimi mesi esponenti delle istituzioni europee e delle grandi firme della difesa, dalla Saab alla Rheinmetall e dalla Bae Systems alla Nammo, hanno preso posizione al riguardo, accusando la Repubblica Popolare Cinese di tagliare le sue forniture o di paventarne il taglio, un comportamento che avrebbe ostacolato la loro capacità di fornire armi all’Ucraina nel corso del conflitto in corso con la Russia.

Nel febbraio di quest’anno è stato il presidente francese Emmanuel Macron a lanciare l’allarme per primo: “Siamo tutti consapevoli della necessità di affrontare la scarsità di alcuni componenti, in particolare delle polveri da sparo. La polvere da sparo è davvero ciò che manca oggi”. “Per produrre la polvere, è necessario un tipo specifico di cotone, che per lo più proviene dalla Cina. E guarda caso, le consegne di questo cotone dalla Cina si sono fermate per caso qualche mese fa”, ha dichiarato lo scorso marzo il commissario per il mercato interno dell’Unione Europea Thierry Breton. Ad aprile Micael Johansson, amministratore delegato della Saab, si è esposto con Politico in termini più sfumati, affermando che “sarebbe dannoso” se la Cina interrompesse le forniture di nitrocellulosa, e che le aziende occidentali del settore dovrebbero cercare di diversificare le loro fonti. Mentre Armin Papperger, amministratore delegato di Rheinmetall, ha dichiarato al Financial Times che l’Europa dipendeva dalla Cina per “oltre il 70%” degli approvvigionamenti di nitrocellulosa.

Ma le preoccupazioni espresse dagli europei potrebbero essere risolte molto più facilmente di quanto si pensi: basta che ci sia la volontà. E a denotarlo sono figure amiche dell’Europa, come il senior policy researcher dell’istituto statunitense Rand Bradley Martin: “Si tratta di un prodotto di facile generazione. È certamente possibile che si verifichino difficoltà a livello locale. Non sembra che ci sia una sorta di carenza diffusa e sistematica. Non è che senza questa fornitura [di nitrocellulosa dalla Cina], l’Europa si troverebbe in una situazione particolarmente grave… ci sarebbero modi per ottenere il prodotto altrimenti, la materia prima è il cotone (e non solo), non si tratta di minerali critici o altro”. Martin sottolinea anche il carattere contingenziale dell’urgenza menzionata da Macron, ricordando come l’interrompersi delle ostilità in Ucraina causerebbe inevitabilmente un concreto calo nella domanda.

“Ma”, chiosa Martin, “è comunque una buona pratica nella base industriale della difesa avere capacità in eccesso. È molto importante avere accesso alle materie che servono quando servono”.

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