Francoforte aggiorna i lavori per l’emissione sul mercato, entro fine 2025, dell’asset chiamato a rispondere alla moneta digitale cinese. Privacy e transazioni offline sono i punti su cui si lavora
Un passo alla volta prende corpo e forma l’euro digitale, l’asset chiamato a rispondere per le rime alla sfida dello yuan. Fortemente voluto dal governatore di Bankitalia, Fabio Panetta, quando era in forza al comitato esecutivo della Bce, la moneta virtuale ma con corso legale ed emessa dalla stessa Banca centrale europea, è chiamata a traghettare l’euro nell’era dei nuovi asset ma, soprattutto, a ergersi a bastione della sovranità monetaria occidentale, in collaborazione con il dollaro. Terminata la fase di studio lo scorso novembre, poche settimane fa si è aperta quella operativa, ovvero di test sul mercato.
Per dare sostanza al tutto, Francoforte ha pubblicato in queste ore un rapporto sullo stato dell’arte. I capisaldi sono la tutela della privacy e la sicurezza nelle transazioni offline. La Bce sta in tal senso progettando “elevati standard di privacy per effettuare pagamenti digitali online e offline il più vicino possibile alle transazioni in contanti e ha iniziato a lavorare sulla progettazione di una metodologia per calibrare i limiti di detenzione dell’euro digitale. Inoltre continua a fornire input tecnici alle discussioni legislative con i co-legislatori europei”. Ora si attendono i prossimi passaggi, con l’obiettivo di arrivare a fine 2025 con una decisione chiara sulla sua adozione e la successiva immissione sul mercato.
Non è tutto. Nel medesimo documento, Francoforte aggiunge che in parallelo sta proseguendo la fornitura di tutti gli elementi tecnici necessari alle discussioni sull’euro digitale al Parlamento europeo. Il progetto dell’euro digitale dell’Eurosistema, composto dalle banche centrali nazionali dell’area dell’euro e dalla Bce, mira a modernizzare la moneta della banca centrale per adattarla alle preferenze e tendenze di pagamento attuali, facilitando i pagamenti elettronici nell’area euro e rafforzando l’autonomia strategica dell’Europa.
Ora, l’euro digitale risulterebbe complementare al contante, e la Bce assicura che sarebbe sicuro e ampiamente accettato, rafforzando la sovranità monetaria europea e riducendo la dipendenza dai fornitori privati non europei. E la tabella di marcia? Dopo una fase istruttoria iniziata nel 2021, il 18 ottobre scorso il Consiglio direttivo della Bce ha avviato una fase di preparazione di due anni, fino al 31 ottobre 2025, durante la quale si procederà con il lavoro tecnico e il processo legislativo dell’Ue. Entro fine 2025, il Consiglio direttivo deciderà se procedere ulteriormente con l’euro digitale, con la decisione finale sull’emissione che verrà presa dopo il completamento del processo legislativo.
Piero Cipollone, componente del Comitato esecutivo della Bce, in sostituzione proprio di Panetta, pochi giorni fa ha dichiarato che per quanto riguarda l’euro digitale “il punto non è quello di scalzare altri (ad esempio Bitcoin o altri sistemi simili, ndr) ma mantenere la libertà dei cittadini europei e di continuare a pagare con una moneta di banca centrale anche in un’era digitale: questo è l’obiettivo dell’euro digitale”. Cipollone ha spiegato che “oggi abbiamo il contante e per mille ragioni il cash non funziona più in una economia che si sposta sempre di più verso la digitalizzazione: È bene che le Banche centrali si adeguino al nuovo mondo”.