Una vittoria delle destre nelle elezioni del prossimo 30 giugno e 7 luglio metterà Parigi nelle condizioni di imitare Giorgia Meloni, anche se Roma manterrà un canale di dialogo con Bruxelles decisamente migliore. I mercati, comunque, non reagiranno in modo rabbioso. Conversazione con l’economista tedesco, direttore dell’Institute for european policymaking all’Università Bocconi e dal 2000 al 2020 direttore del Centre for European Policy Studies
Difficile capire che tipo di Francia verrà fuori dal cilindro del 30 giugno e del 7 luglio, quando oltre le Alpi si deciderà se Parigi svolterà a destra. Un tassello, l’appuntamento con le urne francesi, fondamentale per capire i futuri rapporti di forza continentali.
La futura Commissione europea post elezioni europee, se davvero Ursula von der Leyen sarà nuovamente presidente, dovrà infatti necessariamente dialogare con i governi nazionali e con i suoi nuovi azionisti. Ne va del rispetto del Patto di stabilità, della tranquillità dei mercati e degli investimenti legati alla transizione. Formiche.net ne ha parlato con Daniel Gros, economista tedesco, direttore dell’Institute for european policymaking all’Università Bocconi e dal 2000 al 2020 direttore del Centre for European Policy Studies.
“Penso che sia abbastanza chiaro che alla fine il Consiglio europeo indicherà von der Leyen per una nuova presidenza della Commissione”, premette Gros. “D’altronde, la sua maggioranza non avrebbe un altro nome e poi von der Leyen è molto conosciuta anche dal pubblico europeo, è la prima volta che succede ed è stata brava a cogliere le occasioni delle crisi”. L’incognita francese, comunque, c’è tutta. Ma Gros non si aspetta tsunami sui mercati, anche dinnanzi a un’affermazione della destra e a un governo sua espressione.
“Non mi aspetto una reazione violenta, è nelle attese una vittoria della destra. Di certo una reazione ci sarà, ma molto dipenderà dai primi passi del nuovo governo. Mi pare, comunque, già abbastanza chiaro che la destra francese voglia seguire l’esempio di Giorgia Meloni. Credo che ambedue i governi, quello italiano e quello nuovo francese, tenteranno di dialogare con la Commissione, anche se l’Italia manterrà un canale di dialogo più forte e tonico rispetto a Parigi. E questo perché il presidente francese potrà dire a Bruxelles di essere il più severa possibile con Parigi”, chiarisce l’economista tedesco.
E la Germania? “Berlino si ammorbidirà, ma sempre rimanendo nel soldo del rigore, non ci sarà nessun movimento degno di nota”. Gros sposta poi il fuoco di nuovo sull’Italia, che in queste ore potrebbe nuovamente finire sotto osservazione per il suo deficit eccessivo. “I soldi bisognerà trovarli per mettersi in una traiettoria di rientro, non ci sarà certamente una nuova austerity in Italia, occorrerà limitare le spese su livelli decisamente più ragionevoli”.