Skip to main content

Francia e Germania mandano le Europee di traverso ai mercati

Francoforte, Parigi e Milano accusano il colpo assestato dall’avanzata delle destre in Europa e anche lo spread si surriscalda un po’. C’è di mezzo anche il ritorno del Patto di stabilità, ma per gli analisti il governo di Giorgia Meloni è in una posizione decisamente migliore dei suoi vicini di casa

I mercati hanno l’animo sensibile e le elezioni europee lo hanno dimostrato. Il Continente che a partire dal prossimo settembre, quando sarà nominato il nuovo presidente della Commissione, sempre che non sia ancora Ursula von der Leyen, sarà con il baricentro spostato ancora un po’ più a destra. L’attuale capo del governo comunitario può tecnicamente essere ancora eletto, anche se una cosa è certa: sarà il Ppe a dare le carte. L’esito del voto, in ogni caso, ha turbato i listini e anche i pensieri di chi compra debito sovrano, come dimostra la generalizzata apertura in rosso delle principali piazze europee. E così dopo il risultato elettorale in Europa, il nervosismo domina sui mercati.

Chi ha subito il colpo più duro è stata senza dubbio Parigi, crollata in mattinata del 2%. Sulla Borsa francese, infatti, si sono abbattuti i timori di un’avanzata senza sosta della destra, cosa che in effetti si è realizzata e lo spettro di un governo totalmente slegato e poco sincronizzato con l’Eliseo e il presidente Emmanuel Macron. Il rischio c’è tutto, visto il risultato a valanga del Rassemblement National di Marine Le Pen. Non bisogna mai dimenticare che a partire dal prossimo anno torneranno in vigore le regole del Patto di stabilità e con esso precisi paletti per quanto riguarda il rientro dei deficit.

In poche parole, ogni Stato membro dovrà essere abile a dialogare con Bruxelles e una Francia fresca di sterzata a destra potrebbe avere dei problemi. Lo stesso vale per la Germania, dove Afd, il partito di destra, si è confermato seconda forza e ha superato la socialdemocrazia che esprime l’attuale cancelliere, Olaf Scholz. Non è un caso se il Dax, l’indice di Francoforte, abbia viaggiato per quasi tutta la seduta in territorio negativo. E l’Italia? Piazza Affari non se l’è passata meglio, visto che il Ftse Mib si è mantenuto vicino al -1% per molte ore. Stessa storia anche per lo spread Btp-Bund, che per lo Stivale è un termometro spesso più importante delle Borse: il differenziale tra i rendimenti dei due titoli a scadenza decennale ha toccato quota 140 punti base, per poi riassestarsi in area 139 (da 132 alla chiusura di venerdì scorso, quando ha beneficiato del taglio dei tassi da parte della Bce), con il rendimento del titolo italiano a oltre il 4%.

Eppure, rispetto a Germania e Francia, la cui classe dirigente è stata letteralmente terremotata dal voto europeo, è in una posizione migliore rispetto a Berlino e Parigi. Almeno secondo gli analisti. Per quelli di Intermonte, per esempio, “la stabilità del governo italiano, emersa dalle urne del voto Ue, e il rafforzamento del sistema bipolare, vista la contestuale crescita dei consensi per il Partito democratico, rappresentano indicazioni positive per il governo e per il mercato italiano che in passato ha sofferto per la instabilità dei governi mentre oggi appare molto probabile che l’attuale coalizione arriverà a fine legislatura”.

Di contro, “il contesto europeo appare invece fragile e con l’incertezza sui futuri governi di Francia, Germania e Belgio. Da vedere anche quali scelte di posizionamento verranno fatte da Giorgia Meloni che dovrà decidere se rimanere all’interno di coalizioni di destra all’opposizione rispetto all’attuale maggioranza che esprime la Commissione Europea oppure supportare con i propri parlamentari il rinnovo della Commissione”. E anche sullo spread l’Italia non ha di che preoccuparsi. “Non sono attesi “impatti rilevanti” e, anzi, il differenziale “si potrebbe ridurre alla luce della maggiore stabilità e certezza sulle politiche economiche future”.

In scia a Intermonte, anche gli esperti di Equita Sim, per i quali “i partiti di destra sono i vincitori e la posizione del primo ministro Meloni ne esce rafforzato. A livello italiano i risultati, a scrutinio quasi completato, evidenziano un rafforzamento della compagine di governo, con un risultato superiore alle attese in particolare per il partito di Meloni e una discreta performance di FI e Lega. Nel complesso, i risultati italiani sembrano rafforzare la stabilità di governo”.


×

Iscriviti alla newsletter