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G7, è l’Africa l’area di leadership italiana. Parla Marchetti

Conversazione con il docente universitario: “L’inclusione dell’Africa nel G7 è la proposta di punta del governo italiano per differenziarsi rispetto agli altri. L’unico governo che ha pieni poteri e forza politica è quello italiano. Macron ha sciolto il Parlamento e sa che è in difficoltà. Biden ha sondaggi molto negativi, come Scholz. La presenza del Santo Padre? Ha un valore doppio, strategico e contenutistico”

Si apre oggi in Puglia un G7 con molti leader indeboliti dalle dinamiche interne, addirittura la Francia potrebbe cambiare guida fra pochi giorni e in queste condizioni è difficile che possano essere prese decisioni definitive perché, tranne l’Italia, gli altri Paesi hanno un deficit di consistenza. Così a Formiche.net il prof. Raffaele Marchetti, prorettore Luiss Guido Carli, secondo cui l’inclusione dell’Africa nel G7 è la proposta di punta del governo italiano.

Sotto quali auspici si apre il G7 a guida italiana?

Il G7 si apre in un momento di grandissima debolezza. Macron ha sciolto il Parlamento e sa che è in difficoltà. Biden ha sondaggi molto negativi, come Scholz. Nessun leader rilevante per le crisi più stringenti, che sono Gaza e Kyiv, è in pieni poteri. Naturalmente Giappone e Canada sono poco rilevanti quantomeno per la distanza geografica e complessivamente non sono temi che hanno un impatto diretto su di loro. L’unico governo che è in pieni poteri e piena forza politica è quello italiano, senza dubbio va benissimo ma è uno su sette: non so quanto sarà sufficiente per assumere decisioni rilevanti. Ma all’interno di questo scenario molto negativo, l’Italia ha una posizione speciale perché è l’unico governo che è stato rafforzato dalle elezioni europee e che non ha sondaggi negativi.

C’è il rischio che si debba attendere le elezioni americane di novembre per prendere decisioni sull’Ucraina che sembrano a questo punto improcrastinabili?

La discussione sarà centrata sull’uso degli interessi sui soldi russi depositati nei sistemi europei: è una decisione controversa e da un punto di vista legale non è detto che sia totalmente legittima. Ma oltre questa decisione, c’è il tema della debolezza strutturale di questi governi. Il Parlamento francese potrebbe prendere un orientamento molto diverso e in Germania c’è una forte crescita della destra, addirittura negli Usa la prospettiva della vittoria di Trump. Naturalmente questi sarebbero tutti governi o Parlamenti che avrebbero un orientamento sulla questione Ucraina diverso da quello attuale e quindi anche per questa ragione sarà difficile prendere decisioni molto impegnative che, in qualche modo, comprometteranno l’azione dei governi futuri, avendo in considerazione che le cose potrebbero cambiare nel giro di pochi mesi.

Oltre ai sette grandi in Puglia ci sono anche altri leader come il Presidente della Banca africana di sviluppo, il re di Giordania e soprattutto il Presidente dell’Unione africana: come impatta il tema africano sul G7?

L’inclusione dell’Africa nel G7 è la proposta di punta del governo italiano per differenziarsi rispetto agli altri. Considerando questo panorama di difficoltà complessive del G7, se l’Italia può avere una leadership quantomeno parziale su un tema è senza dubbio quello africano: potrebbe in qualche modo cercare di aumentare la dotazione finanziaria sui grandi progetti di partenariato con l’Africa. Sarebbe una mossa interessante da monitorare.

Quante responsabilità dell’Europa vede in questa vacatio in Africa?

L’Italia ha sfruttato questo spazio che si è creato in Africa dopo le défaillance franco-inglesi: la Francia per i motivi che sappiamo, ovvero di risentimento anche non francofono sull’idea della Francafrique e l’Inghilterra a causa della Brexit. L’Inghilterra naturalmente continua ad avere una presenza, così come la Francia, però la Brexit ha avuto una ricaduta importante perché l’Inghilterra era la porta di accesso per tutti i Paesi anglofoni all’Unione Europea. Quella porta si è chiusa e l’Italia da questo punto di vista ha l’opportunità di proporsi come interlocutore alternativo a Francia e Inghilterra. Il contesto africano è altamente competitivo ma non ci sono soltanto gli europei, bensì Cina, Turchia, Paesi del Golfo e naturalmente gli americani. Pur essendo un contesto molto complesso, ecco che dal punto di vista europeo l’Italia ha un’opportunità che dovrebbe sfruttare al meglio.

Il Mediterraneo è tornato ad essere nuovo centro geopolitico?

Ha ri-acquisito una certa importanza ma il centro della politica mondiale è il Pacifico: naturalmente con il conflitto in Ucraina e a Gaza vi sono ricadute sul Mediterraneo che ha riguadagnato gradi di centralità. Tuttavia la barra analitica ci dice che il centro del mondo, ahimè, oggi è nel Pacifico e noi siamo in una parte marginale di queste dinamiche.

La presenza del Santo Padre che segnale offre a questo G7?

È una presenza molto importante ed è rilevante sia per il tema di cui si discute sia per il valore che offre la sinergia con la Santa Sede per il governo italiano. La presenza di Bergoglio quindi ha un valore doppio, strategico e contenutistico, perché l’Intelligenza artificiale è una delle sfide più importanti che l’umanità deve affrontare.



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