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Investimenti e nuove infrastrutture. La sfida di Autostrade dello Stato

A pochi giorni dalla prima riunione del board della nuova società pubblica incaricata di gestire le tratte a pedaggio scorporate da Anas, prende forma una mission ambiziosa che è anche una grande opportunità per il Paese

Pochi giorni fa si è svolto il primo consiglio di amministrazione della concessionaria pubblica, fortemente voluta da Matteo Salvini, concepita per abbattere il costo dei pedaggi delle autostrade in concessione. Una società tutta pubblica, interamente controllata dal Tesoro, insomma, che avrà il compito di gestire le autostrade statali a pedaggio. In particolare, la società guidata da Vito Cozzoli, già manager alla guida di Sport e Salute, sarà deputata all’esercizio dell’attività di gestione delle autostrade statali in regime di concessione mediante affidamenti in house.

Potrà, inoltre, costruire nuove autostrade statali in regime di concessione. E tutto questo a fronte del fatto che già oggi dentro la spa, nel cui board figurano anche il presidente Carlo Vaghi, la consigliera Gioia Gorgerino, e collateralmente il Collegio Sindacale nelle figure di Christian Schiavon e dei sindaci effettivi, Patrizia Cappai e Antonio Paravia, sono confluiti circa 200 chilometri a pedaggio che Anas gestisce tramite società partecipate. In particolare la Sitaf, che gestisce il Traforo del Frejus, la società Cav, che opera nel Nord Est, l’Asti-Cuneo e la società del Traforo del Monte Bianco. Dal canto suo, Anas si concentrerà sulla missione di gestione di strade non a pedaggio, potendo così dedicarsi con maggior efficienza alla sua missione originaria, assicurando la manutenzione e la gestione di oltre 1.300 chilometri di autostrade e raccordi autostradali gestiti direttamente, tra cui spiccano l’A2-Autostrada del Mediterraneo e l’A19-Palermo Catania.

Le ragioni per pensare in grande ci sono tutte, soprattutto sul versante industriale. In particolare è una grande opportunità per il governo, nonostante la creazione di Autostrade dello Stato sia di natura prettamente regolatoria, finalizzata cioè a sganciare la rete a pedaggio da Anas. In questo modo, proprio quest’ultima, potrà essere alleggerita e guadagnarne in efficienza.

È prevista anche la realizzazione di nuove arterie. Il che vuol dire attrarre e ingaggiare nuove leve dell’ingegneria italiana. Il tutto nel nome della sicurezza, dell’innovazione e della sostenibilità, per fare della società una sorta di incubatore delle migliori best practice. Insomma, la nascita e l’avvio di Autostrade dello Stato può essere una grande opportunità non solo in termini di efficientamento regolatorio e tariffario, ma anche di infrastrutture.

 



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