Dopo il via libera informale e condizionato dell’Antitrust europea, l’ingresso dei tedeschi nell’ex Alitalia è ormai quasi certo. La compagnia non peserà più sulle spalle del Tesoro e dunque degli italiani. E potrà finalmente competere. Il commento dell’economista Andrea Giuricin
Ita e Lufthansa sono, ormai, a un passo dalle nozze. A coronamento di una operazione che era stata ipotizzata più volte negli ultimi decenni, seppur in diversi contesti politici e del mercato aereo che porterà il vettore nato a fine 2021 all’interno del terzo gruppo dell’aviazione globale e il primo in Europa. Ora che l’Antitrust europea guidata dalla Commissaria Margrethe Vestager sarebbe orientata a dare l’ok, ma condizionato da prescrizioni piuttosto precise e ancora gravanti sull’acquisizione di una quota dell’ex compagnia di bandiera italiana, oggi partecipata dal Mef al 100%, da parte di Lufthansa.
Nelle intenzioni di Lufthansa c’è comunque l’idea di acquisire successivamente il 90% di Ita, per arrivare progressivamente fino al controllo totale attraverso un investimento totale stimato in 829 milioni di euro. Per il momento il vettore tedesco a maggio dello scorso anno ha offerto 325 milioni di euro per rilevare il 41%. Quanto alle condizioni per il via libera definitivo, atteso direttamente dalla Commissione europea entro e non oltre il 4 luglio, le ultime proposte inviate dal Mef e da Lufthansa, prevedono la cessione di 17 coppie di slot (34 collegamenti tra andata e ritorno) alle compagnie rivali nello scalo di Milano Linate, più l’apertura alla concorrenza di una decina di rotte in partenza da Fiumicino e Linate verso Germania, Belgio Svizzera e Austria.
Sul versante dei collegamenti con Usa e Canada, in particolare con San Francisco, Washington, Chicago e Toronto, svolti dai partner del network di Lufthansa, oltre a congelare per due anni l’ingresso di Ita nella joint venture con United e Air Canada, Lufthansa e Tesoro si sono impegnate a favorire accordi per garantire l’ingresso di nuovi competitor esterni a Star Alliance a tutela della concorrenza. Può bastare? Forse sì, ma c’è un altro dato, più politico, come chiarisce a Formiche.net l’economista del Bruno Leoni, Andrea Giuricin.
“La vendita del 41% di Ita da parte del governo a Lufthansa è sicuramente un risultato positivo per l’esecutivo. C’è da ricordare che, privatizzando Ita, il governo recupera parte dei soldi pubblici che erano stati messi nella compagnia e poi significa che l’azienda non peserà più sulle casse italiane nel momento in cui la compagnia aerea verrà venduta nella sua interezza”, spiega. “Per il Paese significa avere un vettore aereo più forte, perché entrare dentro un grande gruppo come Lufthansa, significa avere i soldi e le economie di scala necessarie per poter crescere”.
“Da sola Ita nel mercato aereo attuale farebbe fatica. Insieme a Lufthansa invece ha la possibilità di crescere e svilupparsi. Avere i tedeschi come partner industriale significa avere un operatore molto forte al proprio fianco, con il quale fare economia di scala e di network. Si potranno fare acquisti comuni e al tempo stesso riuscire ad aumentare i propri ricavi e non è un caso che il piano di Lufthansa sia proprio quello di fare sviluppare Ita in Italia e di renderlo un vettore profittevole. Per i voli intercontinentali, invece, un’Ita rafforzata da Lufthansa potrà offrire maggiori voli diretti intercontinentali, sviluppando questo segmento importante che negli ultimi anni si è sviluppato un po’ meno rispetto ai voli europei”.
Quanto alla lungaggine dei negoziati per l’acquisizione, che a molti è apparsa fin qui una vera e propria resistenza da parte dell’Ue, l’economista e docente spiega come è stato “difficile comprendere perché la Commissione si sia rigida su alcuni punti, è incomprensibile. Il Commissario alla competizione è un politico e nei confronti di questa fusione ha molti dubbi. Non si capisce il perché, se non che magari questa fusione possa dar fastidio ad altri operatori e player sul mercato europeo. Il che è logico se consideriamo che Lufthansa andrebbe a prendere un’altra compagnia per rafforzarsi sul mercato. Ma se guardiamo al mercato italiano, è l’ultimo che può essere considerato poco competitivo, perchè Ita è veramente debole e ha bisogno di Lufthansa proprio per rafforzarsi. La concorrenza non è a rischio”. Tutto però superato, pare.