Il capo della diplomazia russa gira l’Africa in lungo e in largo nel tentativo di riempire il vuoto lasciato dai tradizionali partner occidentali della regione. Proprio per questa ragione si rende imprescindibile un maggiore impegno europeo in loco, anche grazie al Piano Mattei ideato dal governo italiano
Una serie di visite mirate in Africa anche con l’obiettivo di spargere propaganda anti Ue e anti Nato, assicurarsi le risorse minerarie e rastrellare consensi in seno all’Onu. Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, prende di mira l’Occidente durante la sua tappa in Congo e i suoi presunti “obiettivi” in Ucraina e in Libia. La meta geopolitica di Mosca è quella di rafforzare la propria penetrazione nel continente al fine di ottenere ancora più influenza in una serie di aree dove già la brigata Wagner è soggetto in grado di dare le carte e influenzare decisioni e scelte. Sullo sfondo l’influenza che l’Europa deve accrescere in loco, anche grazie al Piano Mattei ideato dal governo italiano.
Qui Burkina Faso
Primo impegno di Lavrov è quello di un maggiore impegno militare in Paesi come il Burkina Faso, come ha ribadito al ministro degli Esteri Karamoko Jean-Marie Traoré in occasione di un incontro a Ouagadougou. Mosca ha promesso di affiancare il Burkina Faso nella lotta contro i gruppi militari estremisti affiliati ad al-Qaeda e all’Isis, che negli ultimi otto anni si sono caratterizzati da una serie di violenti combattimenti contro le forze governative. I due colpi di Stato nel Paese in meno di un anno hanno portato la giunta militare a scacciare le forze francesi, per cui il Paese ha bussato alle porte della Russia per ottenere più sicurezza.
Il tentativo russo di riempire il vuoto lasciato dai tradizionali partner occidentali della regione si concretizza con l’aumento delle iniziative da parte di istruttori russi che hanno formato il personale militare e delle forze dell’ordine del Burkina Faso. Lavrov ha detto di apprezzare la posizione “obiettiva e giusta” del Burkina Faso sulla guerra in Ucraina: “Da parte nostra, siamo pronti a fornire il nostro sostegno alla giusta causa degli africani che cercano di liberarsi dall’influenza neocoloniale” e ha garantito che le intenzioni russe sono quelle di inserirsi nella macro vacatio occidentale in diversi Paesi africani.
Obiettivo bauxite
In Guinea, Paese guidato da una giunta militare con a capo il Tenente Colonnello Mamady Doumbouya, Lavrov punta alle miniere di bauxite, minerale determinante per la produzione di alluminio, che già da tempo sono attenzonate da Mosca e Pechino. Il Paese nel 2023 è stato il maggiore esportatore di bauxite verso la Cina, in aumento del 60,51% su base annua. L’Australia è stato il secondo maggiore esportatore. Tra i players più significativi in loco si segnalano i cinesi Chalco e Cosco che, anche grazie a sistemi logistici all’avanguardia, sono leader nel commercio minerario lungo il fiume Fatala.
Stesso scenario in Sierra Leone, dove il colosso russo dell’alluminio Rusal è in trattative con il governo locale per una concessione per l’estrazione della bauxite. Julius Mattai, ministro delle Miniere e delle Risorse minerarie, a margine del Congresso economico internazionale di San Pietroburgo, ha detto di aver avuto vari incontri durante i quali Rusal ha mostrato molto interesse ad aprire una concessione mineraria di bauxite in Sierra Leone.
Più Ue in Africa
Per tutta questa serie di ragioni l’Occidente è chiamato ad una maggiore presenza in Africa, così come previsto dal Piano Mattei. Una polemica sulla poca copertura sui media africani del Piano Mattei è stata innescata da Abdoulaye Diarra, già mediatore culturale in Italia per alcune ong, ora direttore in Mali dell’Organisation pour le Bien Etre Solidaire (Obes), secondo cui sulla stampa dei Paesi dell’Africa ci sarebbero pochi articoli sull’iniziativa italiana. Altra critica viene da Dean Bhekumuzi Bhebhe, dell’associazione Don’t gas Africa, secondo cui il Piano Mattei è “un simbolo delle ambizioni dell’Italia sui combustibili fossili al fine di trasformare l’Africa in un corridoio energetico per l’Europa”.
Di contro ha speso parole positive sul Piano Mattei l’ambasciatore tunisino in Italia Moez Sinaoui, secondo cui la percezione dell’Italia in Africa sta cambiando anche grazie a progetti come ElMed. L’ultima iniziativa italiana in Africa è la missione imprenditoriale che si è conclusa ieri in Mozambico con la partecipazione di 15 imprese, rappresentanti del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e di Ance, con il Mozambico-Italia Business Forum, organizzato a Maputo in tandem con l’Agenzia per la promozione degli investimenti e dell’export del Mozambico (Apiex) e la Confederazione Associazioni Economiche del Mozambico (Cta), a cui hanno partecipato oltre 170 imprese mozambicane e diversi grandi gruppi industriali e Pmi italiane già presenti nel Paese.