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Per la flotta di Mosca le sanzioni pesano meno ma i numeri non sono tutto

La Marina russa annuncia l’arrivo di cinquanta nuovi vascelli entro la fine dell’anno. Ma dietro alle novità positive si nascondono problemi strutturali per il settore cantieristico della Federazione

Cinquanta nuove navi in arrivo per la flotta di Mosca nel 2024. Quattro sottomarini e dodici navi di superficie, oltre a una serie di navi di supporto come rimorchiatori, portarinfuse, navi da addestramento, idrografiche, di soccorso e di rifornimento e altre piccole imbarcazioni dovrebbero andare ad ingrossare le fila della Voenno-morskoj Flot prima della fine dell’anno. Ad annunciarlo è stato Viktor Yevtukhov, vice-ministro dell’Industria e del commercio, in un’intervista rilasciata al canale ufficiale del ministero della Difesa Russa Zvezda Tv.

Una notizia, questa, che implica evoluzioni positive per il Cremlino e per la sua forza armata marittima, che sin dalla prima metà del 2022 ha registrato perdite significative nel bacino del Mar Nero. Dietro questo previsto aumento nella produzione (nel 2023 soltanto trentadue vascelli erano stati completati dai canteri navali della Federazione) vi sarebbe infatti, come sottolinea lo stesso Yevtukhov, un’acquisita capacità russa di trovare componenti sostitutivi per quelli divenuti irreperibili a causa delle sanzioni internazionali. “Forse non sono della migliore qualità, e ci vuole più tempo per sviluppare i componenti mancanti, ma i requisiti minimi necessari vengono decisamente soddisfatti”, ha commentato al riguardo Sergey Smyslov, analista indipendente con un passato da ingegnere nel settore della difesa russo.

Sarebbe però sbagliato considerare il progresso (ancora non effettivamente) registrato come una panacea di tutti i mali per le ambizioni navali di Mosca, che continua a soffrire di debolezze concrete. In primis, come fa notare l’esperto del Center of European Policy Analysis Pavel Luzin, l’impiego di tecnologia obsoleta o di bassa qualità ha un impatto sull’affidabilità del prodotto finale. Inoltre, la rinnovata efficienza produttiva sarebbe limitata soltanto ad alcuni comparti della cantieristica navale: mentre la costruzione di sottomarini prosegue secondo la tabella di marcia (nonostante in alcuni casi si fossero sviluppate aspettative troppo ottimistiche), per i vascelli di superficie la situazione è più complessa.

La fregata della classe Admiral Gorshkov “Admiral Isakov” avrebbe dovuto uscire dai cantieri navali di San Pietroburgo per essere consegnata alla Marina nel 2022, mentre adesso il trasferimento è previsto per la seconda metà dell’anno in corso. Sempre entro la fine del 2022 avrebbe dovuto prendere servizio anche la corvetta della classe Gremyashchiy “Provorny”, ma a causa dei danni causati da un incendio la scadenza è stata spostata al 2025. Mentre la consegna di due navi da sbarco classe Ivan Gren, la “Vladimir Andreev” e la “Vasily Trushin”, prevista per il biennio 2023-2024, è stata spostata al 2025-2026 prima ancora che questa scadenza venisse superata.

“I problemi della Marina sono legati al fatto che l’industria navale richiede investimenti finanziari significativi e i vincoli di bilancio possono influenzare la velocità e la portata della costruzione di nuove navi”, ha affermato Emma Rayman, esponente politica di quella città di San Pietroburgo che ospita una parte importante dei cantieri navali della Federazione. Che tocca anche l’aspetto del personale: oltre alla nota carenza di equipaggi, Rayman lamenta una scarsità di ingegneri e specialisti nell’industria navale nazionale che sta rallentando gli sforzi di costruzione.

 


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