L’Armenia ha accusato Mosca di stare pianificando un’offensiva contro il Paese, alleandosi con il rivale Azerbaijan, e per questo Yerevan è pronta a lasciare l’alleanza che la lega al Cremlino. Per il Paese caucasico, si tratterebbe di un vero e proprio tradimento da parte russa, che a seguito della riconquista del Nagorno Karabakh avrebbe intensificato le relazioni con Baku a scapito di quelle del tradizionale alleato armeno
L’Armenia è pronta ad abbandonare l’alleanza militare che la lega a Mosca. A confermarlo è stato lo stesso primo ministro del Paese caucasico, Nikol Pashinyan, che però non ha precisato una data definitiva per l’uscita dall’Organizzazione del Trattato sicurezza collettiva (Csto), l’alleanza difensiva guidata dalla Russia erede delle Forze armate sovietiche dopo il collasso dell’Urss nel 1991. Dell’alleanza fanno parte attualmente, oltre a Russia e Armenia, anche la Bielorussia, il Kazakhstan, il Kirghizistan e il Tagikistan. La decisione di Yerevan, finora un alleato stretto di Mosca, conferma un allontanamento progressivo dalla sfera di influenza russa dell’Armenia dovuto principalmente al percepito mancato supporto dato da Mosca al Paese caucasico nel conflitto per la regione del Nagorno Karabakh, contesa al vicino Azerbaijan.
Le accuse armene
L’accusa lanciata da Pashinyan a tutti i membri del blocco filo-russo, nonostante non sia stato diretto precisamente a mosca, è stata infatti quella di stare addirittura complottando con il rivale Azerbaigian. I timori armeni sono che un eventuale cambio di fronte da parte russa possa portare a una nuova offensiva azera, questa volta diretta contro il territorio steso dell’Armenia. Per ora, l’Armenia ha “congelato” la sua partecipazione al Csto. “Decideremo quando lasciare il blocco, ma non torneremo indietro”, ha dichiarato Pashinyan, “è emerso che i membri dell’alleanza non stanno rispettando i loro obblighi contrattuali, ma stanno pianificando una guerra con l’Azerbaigian contro di noi”.
I precedenti
Non è la prima volta, però che il primo ministro azero punta il dito contro la Csto. La mancata protezione dell’Armenia di fronte all’aggressività russa, che ha condotto poi alla riconquista da parte di Baku della regione contesa nel Nagorno Karabakh, è stata vista come un vero e proprio tradimento da parte di quelli che avrebbero dovuto essere gli alleati dell’Armenia. In più occasioni, la minaccia di abbandonare il blocco militare con la Russia è stata accompagnata dall’intenzione di legarsi maggiormente all’Occidente, soprattutto con Stati Uniti e Unione europea.
La guerra con l’Azerbaigian
La rottura nelle relazioni dell’Armenia con la Russia arriva dopo che l’Azerbaigian, con un’offensiva lampo a settembre, ha occupato il Nagorno-Karabakh in una guerra di un giorno a settembre, che ha portato al crollo della separatista e filo-armena Repubblica dell’Artsakh e causando l’esodo di quasi tutta la popolazione armena dalla regione. A scatenare l’ira armena è stato soprattutto il mancato intervento delle forze di pace russe presenti nel territorio per prevenire questo gigantesco spostamento di persone, oltre centomila, dall’enclave caucasica.
Il “tradimento” russo
Dalla precedente guerra del 2020, infatti, quasi duemila peacekeeper russi si erano dispiegati in Karabakh, dopo il cessate il fuoco mediato proprio da Mosca. Da allora, le relazioni tra la Russia e l’Armenia si sono inasprite, mentre si approfondivano i legami del Cremlino con l’Azerbaigian. Tre anni dopo il conflitto congelato da Mosca, infatti, l’Azerbaigian avrebbe violato quello status quo, riprendendosi il Nagorno-Karabakh nel 2023. Nel frattempo, stando a quanto annunciato dal ministero della Difesa dell’Azerbaijan, l’ultimo dei peacekeeper russi spiegati nella regione avrebbe lasciato il territorio il 12 giugno.