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Potenzialità e rischi dell’acceleratore di particelle cinese

Utilizzati per studiare la struttura della materia, la velocità della luce e la dinamica delle reazioni chimiche, gli acceleratori di particelle hanno anche un notevole potenziale strategico. Come evidenzia il gigantesco progetto di costruzione da parte della Cina del più grande acceleratore del mondo. L’analisi di Gianfranco D’Anna

Finalità militari o ricerca scientifica? L’una non esclude l’altra, hanno commentato la comunità scientifica internazionale e gli esperti di intelligence occidentali quando Pechino ha confermato che il governo cinese, anticipando di cinque anni l’Europa, si prepara a costruire il più grande acceleratore di particelle del mondo, il Circular Electron Positron Collider (Cepc), lungo ben 100 chilometri. I lavori dovrebbero iniziare nel 2027 con una durata di circa 10 anni ed un costo complessivo di poco più di 5 miliardi di dollari. L’acceleratore di particelle della Cina sarebbe più veloce e molto più economico di quello allo studio in Europa, il Future Circular Collider (Fcc), il cui progetto da oltre 16 miliardi di dollari prevede la costruzione, a partire dal 2033, di un tunnel circolare lungo 91 chilometri tra Francia e Svizzera.

Come riporta la rivista Nature, la decisione finale del governo cinese per passare alla fare operativa sarà presa il prossimo anno con l’approvazione finale del rapporto tecnico-progettuale già pubblicato all’inizio di giugno. All’interno del suo enorme tunnel sotterraneo, il Cepc farebbe scontrare tra loro elettroni e le loro antiparticelle, i positroni, a energie straordinariamente elevate in modo da generare milioni di bosoni di Higgs, la particella che conferisce la massa a tutte le altre. Il grande numero di bosoni così prodotti consentirebbe ai ricercatori cinesi di studiare la particella in modo più dettagliato che mai, rispondendo a domande fondamentali su come si é evoluto l’universo e sulla natura della materia oscura.

Molti dei componenti previsti per il nuovo acceleratore di particelle sono già in fase di test in altre strutture del Paese e, secondo Frank Zimmermann, fisico del Cern di Ginevra, le strutture per la ricerca scientifica di Pechino potrebbero aver già accumulato più esperienza in questo settore rispetto a quelli del Cern. Ma concretamente, a che serve un acceleratore di particelle e perché la Cina ha tanta fretta di realizzarlo ? Esistono vari tipi di acceleratori di particelle, alcuni utilizzati in ambito medico, altri nella ricerca.

Per quanto riguarda la ricerca, esistono principalmente due tipi di applicazioni: i collider e i sincrotroni. I primi, conosciuti anche come collisionatori di particelle, accelerano e fanno collidere particelle (protoni, ioni, ecc.) per studiare la fisica nucleare e subnucleare. I sincrotroni accelerano elettroni a velocità elevatissime, prossime della velocità della luce e sfruttano tale accelerazione esponenziale per generare radiazione elettromagnetica. Questa viene poi utilizzata per analizzare la struttura atomica ed elettronica della materia. La radiazione che viene prodotta ha uno spettro continuo che va dalla luce visibile ai raggi X, e sono proprio quest’ultimi ad essere utilizzati per fare ricerche in diversi ambiti. Nei sincrotroni é inoltre presente la tecnologia del vuoto, che serve per liberare dall’aria i tubi dentro i quali scorrono i fasci di particelle.

Dalla capacità di attraversare la materia, alla potenzialità generativa di quante più radiazioni elettromagnetiche possibili, dalle applicazioni scientifiche all’evoluzione di nuove tecnologie militari, il passo é breve. Così come gli sviluppi del programma spaziale di Pechino, la nuova frontiera della fisica delle particelle made in Cina viene monitorata con particolare attenzione dai servizi di intelligence della coalizione dei Five Eyes, Australia, Canada, Nuova Zelanda, Regno Unito e Stati Uniti, i cinque paesi che hanno stipulato un’alleanza per la cooperazione della sicurezza e la sorveglianza dei paesi comunisti, ai quali si é aggiunta anche anche la sorveglianza del terrorismo islamico. Contrariamente all’opinione corrente, che da sola contribuisce ad escludere l’esistenza di Dio, la fisica é in grado invece di eliminare l’intera umanità, come ha già dimostrato l’uso distorto dell’energia nucleare.

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