Le elezioni parlamentari francesi di domenica prossima potrebbero segnare uno spartiacque storico nel Paese, con la rarità rappresentata da un premier e un Presidente della Repubblica di orientamenti politici differenti. I programmi dei partiti e i volti in campo
A poche ore dal primo turno delle elezioni legislative francesi, i principali temi sul tavolo toccano pensioni, potere d’acquisto, ambiente e sicurezza. Fra tutti spicca il dossier relativo al carico fiscale, che già grava su famiglie e imprese, e che è stato uno dei principali punti su cui si è coagulata la protesta popolare nelle piazze francesi dell’ultimo biennio. Alcune mosse potranno essere finanziate con un aumento dei contributi obbligatori, così come sta proponendo la gauche. Contraria la destra.
I temi nelle urne
In secondo luogo il tema della difesa ha preso parecchio piede, dopo che la leader di Rn, Marine Le Pen, ha sollevato perplessità sul ruolo del Presidente francese in carica come capo dell’esercito: e ha chiesto pubblicamente chi sarebbe a capo delle forze armate se il suo partito prendesse le redini del governo dopo elezioni parlamentari anticipate. Secondo la Costituzione francese, ha ricordato Le Pen, “il Presidente della Repubblica è il capo delle forze armate” e inoltre “presiede i consigli e i comitati superiori di difesa nazionale”. Tuttavia, la Costituzione afferma anche che “il primo ministro è responsabile della difesa nazionale”.
Va osservato che non è capitato spesso che il Paese abbia avuto un primo ministro e un presidente di partiti diversi, ma quando è successo erano ampiamente d’accordo su questioni strategiche che toccavano tanto la difesa quanto la politica estera. Ma questa volta non è così.
Qui destra
Il leader francese di destra Jordan Bardella ha messo in cima ai suoi impegni lo stop all’immigrazione e all’inflazione, ovvero due fronti che i cittadini sentono particolarmente. Parafrasando lo slogan di Fratelli d’Italia per le elezioni politiche del 2022, Rn ha scelto due parole: “Siamo pronti”, come ribadito dal 28enne presidente del Raggruppamento nazionale (Rn), secondo cui è stato Emmanuel Macron a gettare la la Francia nel caos dopo aver perso le elezioni europee. Gli ultimi sondaggi gli attribuiscono almeno il 35% delle intenzioni di voti, quasi sette punti avanti alla sinistra, mentre Macron resterebbe sotto il 20%. La principale accusa di Bardella all’attuale Presidente è quella di aver applicato per sette lunghi anni politiche che hanno hanno indebolito il Paese e ha sottolineato la sua intenzione di rendere più difficile l’ottenimento della cittadinanza per le persone nate sul suolo francese e di tagliare le spese che favoriscono l’immigrazione: “Sono 30 anni che i francesi non vengono ascoltati su questo argomento”.
Nel programma di governo spicca una sorta di “big bang di autorità” nelle scuole, tra cui il divieto di utilizzo dei telefoni cellulari e la sperimentazione dell’introduzione delle uniformi scolastiche e il no all’invio di truppe francesi in Ucraina come sostenuto da Macron, ma senza rinunciare ad aiutare Kyiv.
Qui sinistra
Come si muove la sinistra francese per contrastare l’onda lepeniana? In primis si è cementata attorno al nome di Raphael Glucksmann, eurodeputato e copresidente del movimento Place Publique, che è dato dieci punti sopra al partito di Macron. Un risultato più che lusinghiero se si considera che la piattaforma di centrosinistra è nata praticamente il giorno successivo alle elezioni europee. A guidarla c’è il 44enne Glucksmann, europarlamentare dal 2019, che ha fondato la campagna elettorale per le europee sul Socialist Party-Place Publique, ovvero una base di alleanze in stile Ulivo che segna una discontinuità dal centrismo macroniano. Inoltre non ha condiviso la scelta del numero uno dell’Eliseo di sciogliere l’assemblea nazionale, e in un articolo su Le Monde ha paragonato Macron a Nerone per questa sua scelta, con riferimento all’incendio di Roma.
Dalla sua parte ha senza dubbio l’essere riuscito a drenare i voti dei socialisti, che dalla caduta di Hollande in poi non hanno avuto più una casa sicura, come dimostra l’1,7 % raccolto nel 2022. Tra Mélenchon, Macron e Le Pen, la sinistra non ha trovato spazio se non oggi nelle proposte di Glucksmann e del suo Place Publique.