I palloni pieni di spazzatura ed escrementi umani inviati da Pyongyang contro Seul hanno prodotto una conseguenza esponenziale: il Sud ha deciso di rompere un patto militare con il Nord, in piedi dal 2018. Scende ancora il livello di stabilità nei rapporti nella Penisola Coreana
La Corea del Sud ha annunciato di voler sospendere un patto militare con la Corea del Nord siglato nel 2018 con l’obiettivo di abbassare le tensioni tra i due vicini – tecnicamente in guerra da decenni. Seul ha preso la decisione dopo aver anticipato una risposta “durissima” al lancio, sul proprio territorio, di un migliaio di palloni aerostatici pieni di spazzatura ed escrementi umani dal Nord.
Per il governo sudcoreano è stata una provocazione l’“irruzione” e di “basso livello” – che Pyongyang avrebbe usato come rappresaglia dopo che altri palloncini erano stati inviati da attivisti sudcoreani verso il Nord, contenenti messaggi contro il regime di Kim Jong-un. Questi messaggi sono accompagnati da snack, medicine, qualche contante e spesso chiavette Usb caricate con video K-Pop e serie Tv sudcoreane: per il regime è insopportabile, perché Kim teme che possano intaccare il sensibilissimo patto sociale che ha con i suoi sudditi, spostando le collettività verso messaggi di libertà.
La sospensione dell’accordo – “finché la fiducia reciproca non sarà ristabilita” – aprirà la strada al Sud per condurre attività di traning vicino al confine militare (Military Demarcation Line) e adottare “misure sufficienti e immediate” in risposta alla provocazione della Corea del Nord, ha detto il Consiglio di Sicurezza nazionale di Seul in una dichiarazione in cui si annunciava la decisione.
Il patto, noto come Comprehensive Military Agreement (Cma), è stato l’accordo più sostanziale tra i due Paesi, arrivato dopo mesi di storici incontri tra le due Coree nel 2018 (un periodo in cui anche l’ex presidente Donald Trump cercava uno spettacolare accordo attraverso sensazionali summit con Kim). Va detto che il Cma era comunque stato quasi demolito quando Pyongyang ha dichiarato, l’anno scorso, di non essere più vincolata da esso.
Da allora, il Nord ha schierato truppe e armi nei posti di guardia vicino al confine militare, mentre il Sud ha cercato di mostrarsi responsabile – presupposto delle democrazie nello scontro tra modelli in corso – rispettando la gran parte dei dettami dell’intesa in forma quasi unilaterale, nonostante avesse preso misure di sicurezza dopo che un satellite spia nordcoreano era stato mandato in orbita.
L’accordo è “praticamente nullo a causa della dichiarazione di abbandono de facto della Corea del Nord”, dice Seul, aggiungendo che continuando a rispettare il patto, “ci sono stati notevoli problemi nella postura di prontezza dei nostri militari”, ha spiegato il Consiglio – che dunque sembra aver colto l’occasione dell’invio dei trash-baloons come occasione per seguire una necessità tattico-strategica.
Dopo il fallito lancio satellitare nordcoreano e il test di 18 razzi la scorsa settimana, c’è da aspettarsi che Pyongyang reagisca alla decisione – che dovrebbe essere presa definitivamente martedì, durante una riunione del gabinetto presidenziale. Sono possibili esercitazioni live-fire e altri test missilistici come show of force, atteggiamento tipico con cui il regime non solo mostra i muscoli all’esterno, ma tiene viva la propaganda guerresca interna – che è uno dei presupposti esistenziali per il mantenimento del potere e del controllo psico-sociale sui cittadini.
I legami tra le due Coree sono in uno dei loro punti più bassi degli ultimi anni, con la diplomazia in stallo e Kim che intensifica i test e lo sviluppo di armi, mentre il Sud avvicina Washington, il suo principale alleato per la sicurezza, cercando di coinvolgerlo nel dossier anche mostrando la pericolosità internazionale del rafforzamento di Pyongyang – che sta fornendo assistenza militare alla Russia, lavora su tecnologia militare con l’Iran e resta un alleato della Cina.