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Cina non ti conosco. Gli Stati Uniti scippano i paperoni al Dragone

Dopo aver assistito alla fuga dei capitali e dei fondi, entro la fine del 2024 oltre 15 mila milionari cinesi lasceranno il Paese per andarsene in America e Canada. Ma non solo

Dopo i capitali e gli investimenti, adesso è il turno dei paperoni. Che però, attenzione, non se ne vanno in India o in Giappone, ma negli Stati Uniti. Sì, perché la Cina ha assistito in questi mesi al più grande deflusso di individui con patrimoni elevati della sua storia. E non è finita: si prevede che alla fine di quest’anno oltre 15.200 persone considerate milionarie lasceranno il Paese, infliggendo un ulteriore colpo all’economia già claudicante.

Tutta colpa dell’incertezza sulla traiettoria economica della Cina e delle nuove tensioni geopolitiche, dopo che sia Stati Uniti, sia Europa, hanno imposto nuovi dazi contro le auto elettriche cinesi. Tutto questo nuoce alla fiducia di molti milionari che, come ha raccontato il quotidiano Nikkei, scelgono di lasciare il proprio Paese, alla volta degli Stati Uniti. Tanto che solo lo scorso anno, dal Dragone hanno preso il volo quasi 14 mila paperoni, principalmente verso Usa e Canada.

Nel complesso, nel 2024, si stima, saranno 128 mila i milionari emigrati. È quanto emerge dall’analisi annuale di Henley & Partners, società di consulenza focalizzata sulla migrazione degli investimenti. L’India, che nel 2023 seguiva la Cina al secondo posto per milionari fuggiaschi, secondo i calcoli degli esperti, per l’anno in corso lascerà spazio al Regno Unito, che dovrebbe perdere 9.500 paperoni. Con il terzo posto, quindi, l’India vedrà 4.300 persone con patrimoni elevati andarsene (rispetto ai 5.100 del 2023).

Tornando alla Cina, secondo alcuni analisti, non pochi cinesi benestanti hanno deciso di trasferirsi in Giappone, dove lo stile di vita è molto attraente ed è classificato tra i Paesi più sicuri al mondo secondo il Global Peace Index. Anche Singapore ha spesso attratto i ricchi cinesi grazie alla sua vicinanza alla Cina, ai legami culturali e all’uso del mandarino. Ma la città-stato ha intensificato il controllo sulla ricchezza cinese in entrata.

Pochi mesi fa Formiche.net aveva raccontato di come oltre tre quarti dei fondi stranieri investiti nel mercato azionario cinese nei primi sette mesi del 2023 si fossero dileguati. Gli investitori globali per la precisione fecero uscire oltre 25 miliardi di dollari nonostante i tentativi dello stesso governo cinese di ristabilire la fiducia nella seconda economia mondiale. Secondo il Financial Times, in quei mesi l’inflow di fondi di private equity sulle piazze cinesi, dopo aver toccato il picco di 235 miliardi di yuan (32,6 miliardi di dollari) all’inizio di agosto 2023, scese rapidamente del 77% ad appena 54,7 miliardi di yuan alla fine dell’anno. Ora tocca anche ai ricchi.



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