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Sostenibilità e lotta alla povertà. Il caso del caffè che può fare scuola

Cambiamento climatico e povertà sono finiti al centro dell’evento promosso da Illycaffè e dalla Fondazione Ernesto Illy in occasione dei 25 anni dell’Università del Caffè e del G7 dell’Istruzione a Trieste

C’è anche Illycaffè al vertice del G7 in programma in questi giorni a Trieste. La filiera del caffè come caso di studio per favorire lo sviluppo sostenibile: è questo il tema centrale dell’evento promosso dall’azienda e dalla Fondazione Ernesto Illy nella doppia occasione dei 25 anni dell’Università del Caffè e, soprattutto, della riunione ministeriale Istruzione del G7 (qui il commento del presidente del gruppo Illy, Andrea Illy, sulla rivista Formiche). L’industria del caffè diventa dunque un punto di partenza per discutere di cambiamento climatico e sostenibilità, nonché di istruzione e formazione professionale come elementi necessari per contrastare i dissesti climatici e la povertà.

All’incontro hanno preso parte Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione, Gerardo Patacconi, Head of Operations dell’International Coffee Organization, Tidiane Ouattara, rappresentante dell’Unione africana, Andrea Illy, presidente di Illycaffè), Andrea De Marco, Industrial development Expert&Project Manager dell’Unido, Stefania Giannini, Vice direttrice generale dell’Unesco per l’educazione e Laura Frigenti, ad del Global Partnership for Education, Fernanda Maria Roche Soares dos Santos, Consigliere dell’Ambasciata del Brasile.

Ora, il mercato del caffè sta soffrendo sia gli effetti del cambiamento climatico, sia un inadeguato accesso al credito con conseguente una bassa propensione agli investimenti, sia la scarsità di manodopera giovanile. In quest’ottica diventa dunque fondamentale il ruolo della formazione per assicurare la forza lavoro e per alimentare un sistema di competenze che assicuri sostenibilità economica, sociale e ambientale al settore. Ecco perché 25 anni fa è nata l’Università del Caffè il cui fine è creare valore attraverso attività di formazione e azioni di sensibilizzazione che hanno per obiettivo una filiera del caffè che rispetti l’ambiente, favorisca l’occupabilità e imprenditorialità dei giovani e rafforzi il dialogo e la cooperazione tra i diversi attori del settore del caffè.

“L’istruzione è un fattore chiave per raggiungere gli obiettivi di resilienza, sostenibilità ambientale, valore aggiunto, circolarità della catena del valore e supporto alle famiglie dei produttori di caffè indicati nella dichiarazione del vertice G7 in Puglia”, ha spiegato lo stesso Illy. “Il cambiamento climatico, che mette al rischio più del 50% delle terre coltivabili richiede, infatti, un miglioramento significativo delle pratiche agronomiche e dunque delle competenze e capacità degli agricoltori. Inoltre come è noto l’istruzione rappresenta la prima e più efficace azione per contrastare la povertà che è uno dei problemi che affligge la caffeicoltura. A Trieste viene prodotta molta della conoscenza sulle filiere del caffè e da oltre 25 anni illy con l’Università del Caffè è impegnata nel trasferimento tecnologico in 23 paesi tra produttori consumatori. Siamo particolarmente onorati di potere rappresentare alle massime istituzioni mondiali un caso di studio”.

 

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