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In Ue giochiamo la carta Draghi. La destra? Collaboriamo sulla difesa comune. Parla Marcucci

Politica estera e di difesa comuni sono uno snodo fondamentale. Nel mondo globale, o l’Europa acquisisce una voce sola o soccombe al cospetto della Cina e della Russia, quindi siamo disponibili a collaborare con la destra su questo dossier. Schlein dovrebbe controllare alcune posizioni e fughe in avanti dei suoi candidati. E i sovranisti indeboliscono l’Ue. Colloquio con il presidente di Libdem, Andrea Marcucci

Le loro posizioni non sono mai pregiudiziali. Tanto che, nell’ipotesi che vengano avanzate proposte dai partiti dell’alveo conservatore su difesa comune e politica estera, sarebbero disposti ad appoggiarle. A un passo dalla fine di questa campagna elettorale, gli Stati Uniti d’Europa conservano l’aura della terza via, che esce dal bipolarismo e che si incarica di lavorare al centro in una posizione piuttosto interessante per i prossimi equilibri della governance a Bruxelles. Un punto è chiaro: “Alla Commissione, serve Mario Draghi”. Lo dice a Formiche.net il presidente di Libdem ed ex capogruppo del Pd in Senato, Andrea Marcucci.

Marcucci, siamo agli sgoccioli della campagna elettorale per le europee. Che spazio vi siete ricavati voi Libdem in questo dibattito così polarizzato?

In queste ultime 48 ore voglio mettere l’accento soprattutto su Stati Uniti d’Europa e sui suoi candidati. Poi certo Libdem è orgogliosa di aver fortemente voluto questa squadra europeista, l’unica con un programma netto, l’unica in cui tutti i suoi candidati, se eletti, andranno a Bruxelles. Stasera finirò il mio giro elettorale a Venezia, con il capolista nel Nord Est Graham Watson. Graham è il punto di riferimento internazionale dei liberal democratici, è un grande orgoglio averlo come primo nome della nostra lista. Oltre a Graham, Libdem ha ottimi candidati in tutte le Circoscrizioni, persone serie e stimate, che spero vengano apprezzate dagli elettori

Ieri Riccardo Magi ha contestato la premier Meloni circa la realizzazione dei centri per l’accoglienza e la detenzione dei migranti in Albania. Cosa c’è nel vostro programma in ordine alla gestione dei flussi migratori?

Riccardo ha detto bene, parlando di costosissimi hotspot elettorali. L’accordo con l’Albania è sembrato da subito una “via di fuga”: Meloni è preoccupata dal raddoppio degli sbarchi e doveva assolutamente distrarre il suo elettorato, raccontargli un’altra storia. In realtà non se ne esce: serve l’intervento solidale e cooperativo dell’Europa. Sa chi non lo vuole? Gli amici di Giorgia Meloni e di Matteo Salvini.

Elly Schlein nella sua intervista al Corriere dice che non si alleerà mai con la destra. La pensate così anche voi?

La segretaria del Pd dovrà stare ben attenta alle fughe in avanti di alcuni suoi candidati, sull’Ucraina e sulla Nato. Una grande delusione il Pd, sta annacquando il suo europeismo, con posizioni quasi neutraliste, che personalmente trovo pericolosissime. Io condivido molte delle posizioni espresse dal gruppo socialista europeo, Elly Schlein?

I cittadini europei, stando a un recentissimo sondaggio, preferirebbero Mario Draghi a Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione. Come legge questo dato?

Uno stimolo ulteriore, perché anche su questo Stati Uniti d’Europa non ha dubbi, vogliamo l’ex governatore ai vertici dell’Ue. In una legislatura che sarà straordinaria, anche per la necessità di riforme, c’è solo un nome all’altezza: il suo.

Le tensioni internazionali, alimentate anche dalla propaganda russa, stanno mostrando chiaramente l’esigenza di una strategia di Difesa comune. Sareste disposti ad appoggiare un’iniziativa in tal senso anche se fosse avanzata dai partiti conservatori?

Senza ombra di dubbio, sì. Politica estera e di difesa comuni sono uno snodo fondamentale. Nel mondo globale, o l’Europa acquisisce una voce sola o soccombe al cospetto della Cina e della Russia. La controprova è la posizione della Lega, contrarissima all’esercito unico, perché vogliono un’Europa debole.

Pochi giorni fa il presidente ungherese Orban ha prospettato un’alleanza tra Meloni e Le Pen. La reputa possibile?

A sentire i diretti interessati e ad approfondire le loro ultime iniziative, direi assolutamente sì. È questa l’emergenza dell’ 8-9 giugno: da una parte i sovranisti, che anche per le loro relazioni internazionali, sono fortissimi, dall’altra Stati Uniti d’Europa.

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