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Commercio e geopolitica. I rapporti Italia-Cina spiegati da Loperfido

“La visita rappresenta l’opportunità di rafforzare la comprensione e la fiducia reciproca, per approfondire la cooperazione pratica e per far avanzare costantemente le relazioni tra Cina e Italia e tra Cina e Ue”. Conversazione con Emanuele Loperfido, membro della delegazione italiana presso l’Osce e segretario della Commissione Esteri

Se la Cina è nelle condizioni di convincere la Russia a fermarsi o a sedersi ad un tavolo, allora il ruolo di Pechino non può che essere visto positivamente. Sono concetti che senza dubbio Giorgia Meloni ribadirà al governo cinese, sottolineando al contempo quali sono i criteri italiani, europei e della Nato per poter collaborare e giungere a una pace giusta. Lo dice a Formiche.net il deputato Emanuele Loperfido, membro della delegazione italiana presso l’Osce e segretario della Commissione Esteri.

Giorgia Meloni in Cina. Obiettivi e prerogative?

Questa visita rappresenta l’opportunità di rafforzare la comprensione e la fiducia reciproca, per approfondire la cooperazione pratica e per far avanzare costantemente le relazioni tra Cina e Italia e tra Cina e Ue. Giorgia Meloni arriva da presidente del G7, forte dell’essere tra i pochi leader europei di un Paese stabile politicamente, uscita rafforzata dalle elezioni europee. Inoltre, in grado di saper rappresentare, senza timori reverenziali, l’Italia e i valori euroatlantici del G7.

L’invito alla premier cade dopo l’uscita dal memorandum della Via della Seta: come si svolgerà questa nuova fase delle relazioni sino-italiane?

Nei trattati normalmente vi sono mutui interessi, quello relativo alla Bri era diventato qualcosa invece di deficitario per i nostri interessi nazionali. Ecco perché è stata presa la decisione di uscirne. Ma da quel giorno il governo italiano ha continuato con coerenza a lavorare per mantenere buoni rapporti. Siamo al 20° anniversario del partenariato strategico firmato nel 2004, il Business Forum Italia Cina di lunedì sarà giunto ormai alla VII Edizione. L’Europa e l’Italia hanno compreso, dopo la pandemia, l’importanza di accorciare la filiera produttiva nei Paesi più a noi vicini, incentivando la produzione di tecnologia e di prodotti nel nostro continente, per non finire schiacciati dalla tenaglia commerciale di Cina e Stati Uniti. Ecco quindi l’importanza nel continuare a lavorare per un allargamento dell’Ue nei Balcani. Ma non può essere esaustivo per le nostre aziende.

Quali i settori permeanti?

Tramite i rapporti con la Cina noi incentiviamo la produzione, non l’assemblaggio, perseguiamo una politica chiara che si fonda sulla visione delle potenzialità e degli interessi delle nostre imprese e del nostro Paese. La Cina in un rapporto di partenariato certamente riveste un ruolo prioritario, sia dal punto di vista della domanda che dell’offerta, anche di materie prime. Non possiamo chiudere gli occhi di fronte a questo dato oggettivo. Il governo Meloni sotto questo aspetto ha sempre operato all’insegna del massimo pragmatismo, nell’interesse della nazione e delle nostre aziende. Ecco perché questa visita giunge dopo quella del ministro degli Esteri Antonio Tajani nel 2023, la visita del ministro commercio cinese Wang Wentao dello scorso maggio e la recente missione del ministro del made in Italy Adolfo Urso di meno di un mese fa.

L’Italia, la Cina e le alleanze: come si inserirà il rapporto di Roma con Pechino alla luce della politica estera?

La Nato, in un comunicato ufficiale, ha definito la Cina un “fattore decisivo” nella guerra della Russia all’Ucraina. Per questa ragione la presidente del Consiglio ha già rassicurato gli alleati sul “forte messaggio” che porterà con sé a Pechino. Ma ciò non vuol dire che l’Italia non possa definire accordi commerciali con uno dei principali attori politici ed economici dello scenario internazionale, così come fatto da altri Stati membri dell’Ue. In tale contesto se la Cina è nelle condizioni di convincere la Russia a fermarsi o a sedersi a un tavolo o a compiere un passo indietro rispetto all’invasione in Ucraina e alle violazioni del diritto internazionale, allora il ruolo della Cina non può che essere visto positivamente. Sono concetti che senza dubbio Giorgia Meloni ribadirà al governo cinese, sottolineando al contempo quali sono i criteri italiani, europei e della Nato per poter collaborare e giungere a una pace giusta.


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