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Lo stop europeo all’adesione della Georgia non è una sorpresa. Ecco perché

L’ambasciatore europeo in Georgia riporta la decisione dei Paesi membri di “interrompere il processo di adesione” alla struttura europea. Dietro questa scelta, la virata illiberale del Paese caucasico dopo l’approvazione di alcune leggi controverse

A pochi mesi dalla concessione dello status di candidato, il percorso della Georgia verso l’integrazione nella struttura europea sembra essere arrivato a un punto morto. Intervenendo martedì a un evento sull’allargamento dell’Ue a Tbilisi, l’ambasciatore europeo Paweł Herczyński, ha dichiarato che “purtroppo il processo di adesione della Georgia all’Ue è per ora interrotto”, dopo una decisione presa a giugno dai leader dei Paesi membri.

Una decisione che non è un fulmine a ciel sereno. Il governo del Paese caucasico, guidato dal partito “Sogno Georgiano”, durante gli ultimi mesi ha promosso l’adozione di una serie di normative contrarie ai principi liberali dell’Europa. A partire dalla “Foreign Agents Law”, norma che obbliga le organizzazioni che ricevono più del 20% dei loro finanziamenti dall’estero a dichiarare di “perseguire gli interessi di una potenza straniera”, che il Parlamento georgiano ha approvato in via definitiva alla fine dello scorso maggio nonostante le proteste di massa condotte dalla popolazione, causando un intervento violento delle forze dell’ordine che è stato condannato all’unisono dall’Europa e dagli Stati Uniti. Sullo stesso filone si posiziona il pacchetto di leggi approvato la settimana scorsa sulla limitazione dei diritti dei membri della comunità Lgbtq+.

Critici ed esperti legali affermano che la legislazione rispecchia le regole utilizzate dalla Russia (entrambe queste normative sono già state adottate dal Cremlino qualche anno fa) per schiacciare il dissenso e chiudere i gruppi della società civile, ma “Sogno Georgiano” insiste sul fatto che le leggi sono necessarie per prevenire le interferenze straniere.

Washington ha persino imposto sanzioni ai principali esponenti del partito, definiti come “complici nel minare la democrazia in Georgia” e nel compromettere il suo percorso di integrazione verso l’Unione Europea. Dal canto suo, Bruxelles ha avvertito che la “Foreign Agents Law” fosse incompatibile con l’adesione all’Ue.

Secondo Herczyński, la decisione di congelare il processo di adesione della Georgia comporterà anche la sospensione dell’assistenza finanziaria da parte del Fondo europeo per la pace, il fondo di resilienza fuori bilancio dell’Ue, con 30 milioni di euro di pagamenti sospesi. Settori come l’agricoltura, la viticoltura e altre industrie chiave dipendono dal sostegno dell’Ue e delle agenzie di aiuto statunitensi. “È triste vedere le relazioni tra l’Ue e la Georgia a un punto così basso, quando avrebbero potuto raggiungere un massimo storico” ha dichiarato l’ambasciatore, che ha anche ventilato la possibilità dell’introduzione di ulteriori misure “se la situazione peggiorerà ulteriormente”.

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