Nel secondo trimestre dell’anno il gruppo guidato da Claudio Descalzi mette a segno un utile di 4,1 miliardi, andando oltre le stime degli analisti. Scende anche il debito, mentre il titolo corre a Piazza Affari
Conti sopra le attese per Eni, il cui titolo in Borsa ha subito messo il turbo. Ancora una volta è l’esplorazione e la produzione il cuore pulsante della società, che sia nei primi sei mesi dell’anno, sia nel trimestre, ha battuto le stime degli analisti. In particolare, nel secondo trimestre il gruppo guidato da Claudio Descalzi, ha registrato un utile operativo proforma adjusted di 4,1 miliardi di euro (-3% anno su anno), contro i 3,77 miliardi previsti dal consenso, e un utile netto adjusted di 1,5 miliardi di euro, in calo del 21% rispetto al secondo trimestre 2023, ma superiore alle stime (1,42 miliardi).
L’utile netto del primo semestre si porta così a 3,1 miliardi di euro, con il flusso di cassa adjusted che ha raggiunto i 3,9 miliardi di euro, portando a 7,8 miliardi di euro quello dell’intero semestre e coprendo i fabbisogni per investimenti di 4,1 miliardi e i dividendi per 2 miliardi di euro. Sulla base di questo, Eni ha rivisto al rialzo le stime sull’ebit dell’intero esercizio 2024 portandole a circa 15 miliardi di euro mentre il flusso di cassa è atteso a oltre 14 miliardi di euro. Merito della crescita della produzione, che nel semestre ha registrato un’accelerazione dei 6% rispetto al 2023. “per effetto del continuo incremento dei volumi dei nostri più rappresentativi progetti in Costa d`Avorio e Floating Lng in Congo e del maggior contributo della Libia, e grazie alla completa integrazione di Neptune”, si legge nella nota che ha accompagnato il bilancio.
I numeri comunicati da Eni hanno ovviamente acceso il titolo in Borsa, che fin dalle prime battute si è portato in zona 3%, per poi strappare ancora e toccare quota 4%. Il primo ad essere soddisfatto non poteva che essere lo stesso Descalzi, parlando di “risultati superiori alle attese che dimostrano i significativi progressi fatti da Eni in molteplici aspetti della sua strategia e del piano industriale illustrati agli investitori lo scorso marzo. Rispetto ai chiari obiettivi di sviluppo delle nostre linee di business che presentano vantaggi competitivi: la produzione di idrocarburi, la bioraffinazione e la capacità di generazione rinnovabile, abbiamo conseguito in ciascuno una rilevante crescita”.
Quanto al fronte finanziario, in particolare il debito. “in parallelo alla crescita industriale, stiamo compiendo progressi superiori alle aspettative nelle attività di gestione del portafoglio in termini sia di tempi di esecuzione sia di valore generato. Nonostante il contributo del portafoglio sia stato relativamente contenuto nel secondo trimestre, il debito netto è diminuito e, con i disinvestimenti che stanno progredendo, prevediamo un leverage significativamente inferiore a 0,2 a fine anno, meglio delle nostre aspettative iniziali. Questo a sua volta ci consentirà di accelerare il piano di riacquisto di azioni proprie da 1,6 mliardi a conferma della nostra capacità di realizzare sia gli obiettivi di crescita del business, sia quelli di remunerazione degli azionisti”.