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Competitività, coraggio, strategia. Le parole d’ordine dell’Assemblea Farmindustria 2024

Si è tenuta oggi l’Assemblea annuale di Farmindustria, all’indomani della riconferma di Marcello Cattani alla presidenza dell’associazione. A parlare di competitività globale e strategia europea, i ministri Antonio Tajani, Orazio Schillaci, Anna Maria Bernini, Adolfo Urso e Francesco Lollobrigida

“La competizione globale corre sempre di più. E noi non possiamo restare indietro”. Con questa dichiarazione Marcello Cattani centra il focus dell’Assemblea nazionale 2024 di Farmindustria, all’indomani della sua conferma alla presidenza dell’Associazione delle imprese del farmaco. È questo, infatti, il dossier a cui sia Cattani che gli altri ospiti hanno dedicato maggiore spazio, ricordando come “attrarre investimenti e offrire innovazione deve diventare il must delle politiche dell’Unione europea e dell’Italia”. “Non possiamo avere una realtà a due velocità”, ha detto, ed è inaccettabile in un “mondo che cambia rapidissimamente”, mantenere “assetti decisionali e regolatori fermi a venti anni fa”. “Serve voltare pagina per tenere il passo di altri Paesi in un contesto globale sempre più complesso”, ha aggiunto il presidente di Farmindustria.

COMPETITIVITÀ, INVESTIMENTI, AUTONOMIA

Coraggio è la parola d’ordine, secondo Cattani, per recuperare il terreno perso e quello che l’Europa rischia ancora di perdere. “Bisogna avere coraggio” per riacquisire “competitività, attrattività per gli investimenti e autonomia strategica in Europa, rivedendo completamente la proposta di revisione della legislazione farmaceutica che indebolisce la proprietà intellettuale”. E impedire che l’Europa “resti indietro rispetto ai competitor globali, dagli Stati Uniti alla Cina”. “Secondo recenti dati Efpia, la Cina nel 2023 ha superato l’Europa come area di origine di nuovi farmaci”, ha ricordato il numero uno di Farmindustria, citando una notizia di pochi giorni fa. “Su 90 molecole a livello globale, 28 arrivano dagli Usa, 25 dalla Cina, 17 dall’Ue. Inoltre, la Cina cresce a ritmi tre volte superiori in R&S rispetto a quelli del nostro continente. Non bisogna perdere ulteriore terreno con scelte sbagliate che penalizzano l’attrattività e ci espongono a dipendenze strategiche”.

TAJANI: POLITICA INDUSTRIALE DELLA RICERCA

“Se vogliamo competere a livello globale dobbiamo essere parte di una strategia europea. Ma l’Europa, dal suo canto, deve avere una politica industriale della ricerca, altrimenti non saremo mai parte delle grandi sfide del futuro”, ha sottolineato Antonio Tajani, ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. “L’Italia ha molto da dire in Europa nel settore farmaceutico, che è il fiore all’occhiello della nostra produzione industriale”, ma servono “regole che non penalizzino il nostro saper fare”, ha aggiunto. E serve, secondo il ministro, una normativa diversa sulla “proprietà intellettuale, perché bisogna proteggere non solo questo settore, ma anche il principio che la regola”. “L’Italia, e l’industria farmaceutica nazionale, possono giocare un ruolo da protagonista sul piano globale e internazionale, ma soprattutto un ruolo politico nelle relazioni diplomatiche”, ma per farlo “bisognare restare competitivi”.

SCHILLACI: EUROPA SIA ATTRATTIVA

E sul tema della competizione si è concentrato anche il ministro della Salute Orazio Schillaci. “Se vogliamo che l’industria farmaceutica continui a investire e anzi investa maggiormente in Europa, dobbiamo rendere di nuovo attrattivo investire in Europa”, ha suggerito il ministro, aggiungendo la priorità di una visione che “tenga conto del fatto che siamo in un mondo globale con competitor globali come Stati Uniti e Cina”. Dura anche la posizione di Schillaci nei confronti dell’Europa: “Alcuni strumenti ritenuti utili posso invece rivelarsi misure sbagliate che inducono l’industria a non investire più in Europa, generando gravi danni per i cittadini”.

RIFORMA AIFA

“La modifica di Aifa sta funzionando, la commissione unica che si è insediata, dai primi risultati in mio possesso, noto con grande soddisfazione che il tempo medio per valutare le nuove pratiche è sceso da quasi 500 giorni a 250 giorni”, queste le parole di Schillaci in merito all’Aifa, “fondamentale per garantire l’accessibilità delle innovazioni a tutti i cittadini italiani”. “Dopo vent’anni era necessaria una modifica dell’Aifa ed è quello che abbiamo fatto, perché vogliamo meno burocrazia, più semplificazione e vogliamo che le novità farmaceutiche arrivino in tempi rapidi ai cittadini, indipendentemente dalla loro disponibilità economica e dalla loro provenienza geografica”.

URSO: ALLEANZA PER IL FARMACO

“È il momento di fare sistema per difendere le nostre competenze e la nostra capacità di fare ricerca, così da rendere l’Italia e tutto il nostro continente più attrattivi”, ha detto ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha preso parte all’appuntamento con un video messaggio. “Dobbiamo concentrare l’azione a Bruxelles, dove siamo certi che la nuova Commissione accoglierà con decisione le istanze finalizzate unicamente a elevare la nostra competitività”, ha aggiunto. Va creata una “alleanza per il farmaco” come quella fatta per “le materie prime critiche. E “cornice europea armonizzata e competitiva che risponda ai bisogni della politica industriale e alla necessità di farmaci nell’Unione, anche ricorrendo a un possibile nuovo Ipcei, complementare a quello già in corso per la salute”.

FARMINDUSTRIA-MUR, IL MEMORANDUM

Nel corso dell’Assemblea è stato inoltre firmato un protocollo d’intesa fra la ministra dell’Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, il presidente di Farmindustria, Marcello Cattani, e il Crui, al fine di rafforzare la partnership tra pubblico e privato. Il Protocollo, attraverso la collaborazione fra le imprese farmaceutiche e le istituzioni universitarie presenti sul territorio italiano ed estero prevede di favorire la formazione di professionalità altamente qualificate e specializzate e trattenere e valorizzare i talenti nazionali, oltre ad attrarre in Italia quelli stranieri. Il memorandum prevede inoltre un rafforzamento della cooperazione con l’Africa nell’ambito del nuovo Piano Mattei.

LO SGUARDO A SUD

E all’Africa ha guardato anche Antonio Tajani. “Se vogliamo avere una strategia per l’Africa, non possiamo non considerare una forte azione del settore farmaceutico e delle vaccinazioni che rappresenta un fiore all’occhiello dell’Europa, ma anche dell’Italia”, ha ribadito il ministro degli Esteri, citando anche il recentissimo Forum globale per la sovranità e l’innovazione in materia di vaccini che ha riunito i leader politici mondiali per parlare di immunizzazione accesso alla prevenzione nei Paesi dell’Africa.

STILI DI VITA, IL VIDEO DI LOLLOBRIGIDA

A intervenire all’Assemblea con un videomessaggio, anche il ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida. “È sempre più forte la consapevolezza che il benessere umano è legato al consumo di cibo sano e dall’altra parte all’attività fisica. Questo risolve il problema della prevenzione e lavoriamo in maniera puntuale confrontandoci con la scienza per garantire una buona salute pubblica. Noi, come Italia, crediamo di poter fare e dire molto sull’argomento grazie alla nostra storia”, ha detto”.

ORSINI, ASSURDO IL PAYBACK 

“L’industria farmaceutica è uno dei fiori all’occhiello del nostro Made in Italy, con 50 miliardi di produzione, altrettanti di export, 3,6 miliardi di Ricerca e sviluppo, fondamentali per mantenere la competitività”, ha suggerito Emanuele Orsini, presidente di Confindustria. “Ci sono delle criticità”, ha aggiunto, con riferimento al tema del payback “assurdo che il comparto debba pagare le scelte dei costi delle Regioni” e quello della data protection imposta a Farmindustria. “Un autogol pazzesco – ha commentato Orsini – che porta le imprese a fare ricerca e sviluppo in altri Paesi, spostando le produzioni e con la conseguenza che i farmaci ce li vendono dall’estero e costano di più”.

I NUMERI DEL PHARMA

L’industria farmaceutica nazionale è al primo posto a livello mondiale per crescita dell’export tra il 2021 e il 2023, come ha sottolineato Marcello Cattani. “Farmaci e vaccini – ha spiegato – sono il secondo settore made in Italy per saldo estero, 17 miliardi di euro nel 2023. La quota dell’export farmaceutico sul totale manifatturiero è passata dal 3,8% all’8,3% in 20 anni”. La produzione, ha poi ricordato Cattani, ha toccato i 52 miliardi nel 2023 e oltre 49 di export, “nonostante le difficoltà causate dall’aumento dei costi del 30% rispetto al 2021”. Gli investimenti sul territorio hanno raggiunto quota 3,6 miliardi, di cui 2 in R&S. Gli addetti sono 70mila (+2% nel 2023 e +9% in 5 anni), con un incremento di quasi il 20% di under 35 negli ultimi 5 anni, e con un’elevata presenza di donne, il 45% del totale.

PRESIDENZA CATTANI

Marcello Cattani è stato proprio ieri confermato alla presidenza di Farmindustria per il biennio 2024-2026. La nomina, confermata all’unanimità, è stata affiancata dalla presidenza onoraria di Alberto Chiesi e dalla elezione del comitato di presidenza, composto da cinque vice presidenti: Alessandro Chiesi di Chiesi Farmaceutici, Valentino Confalone di Novartis Farma, Massimo Di Martino di Abiogen Pharma, Paivi Kerkola di Pfizer Italia e Pierluigi Petrone di Euromed. Del Comitato di Presidenza fanno parte inoltre Lucia Aleotti di Menarini, Francesco De Santis di Italfarmaco, Fabio Landazabal di GlaxoSmithKline, Morena Sangiovanni di Boehringer Ingelheim Italia, Mario Sturion Neto di Johnson&Johnson e Luciano Grottola di Ecupharma.

GOVERNO NAZIONALE

Bene, secondo il presidente Cattani, l’operato del governo nazionale, che “ha cambiato completamente rotta rispetto al passato”, dimostrando grande attenzione alle “esigenze del comparto” e in particolare rispetto “all’allocazione delle risorse, al percorso di riduzione del payback, allo sfruttamento pieno delle risorse allocate”, dimostrando di aver “finalmente di aver intrapreso la giusta rotta”. “Un plauso al ministro Tajani e al ministro Fitto”, ha poi aggiunto Cattani “e ai consiglieri Verrecchia e Celeste che operano sistematicamente per invertire la legislazione farmaceutica da un’ottica miope che vorrebbe accorciare i tempi dei brevetti, che rappresentano invece il presupposto cruciale per la ricerca e per non perdere la sfida della competitività”.


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