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Tutte le bordate del G7 Commercio alla Cina

I ministri, riuniti a Reggio Calabria da Tajani, hanno lanciato messaggi chiari a Pechino su coercizione economica, politiche non di mercato e sovraccapacità. Presenti anche partner dal Pacifico

“Sulla scia dei capi di Stato e di governo del G7, chiediamo a tutti i Paesi di astenersi dal ricorrere alla coercizione economica e di condannare qualsiasi tentativo di utilizzare le dipendenze economiche come arma”. È l’avvertimento contenuto nella dichiarazione finale del G7 del Commercio svoltosi ieri e oggi a Villa San Giovanni (Reggio Calabria) sotto la presidenza di Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri. È uno dei tanti che i Sette hanno rivolto alla Cina in maniera implicita.

Contro la coercizione economica

“Stiamo collaborando con i nostri partner per garantire che tali tentativi e le corrispondenti minacce falliscano e siamo pronti a intraprendere azioni, ove necessario, contro la coercizione economica”, si legge nel testo. “A tal fine, stiamo monitorando le aree che destano preoccupazione e le principali minacce, impegnandoci ad affrontare i casi potenziali, emergenti e in corso, anche attraverso la Piattaforma di coordinamento del G7 sulla coercizione economica e collaborando con i partner al di fuori del G7”.

L’avvertimento sul Wto

I ministri hanno invitano i Paesi membri interessati ad astenersi dal rivendicare un trattamento privilegiato e differenziato nell’ambito dell’Organizzazione mondiale del commercio in funzione del loro peso economico e ruolo all’interno del sistema commerciale globale. “Sosteniamo le iniziative plurilaterali di dichiarazione congiunta quali mezzi per la promozione di questioni di interesse per i membri, per la promozione di nuove idee e approcci e per la creazione di uno slancio verso un accordo multilaterale”, si legge nella dichiarazione.

Contro le politiche “non di mercato”

“Le politiche e le pratiche non di mercato non solo minano l’ordine economico internazionale libero ed equo basato su regole, ma possono anche esacerbare le dipendenze e le vulnerabilità strategiche e ostacolare lo sviluppo sostenibile dei Paesi emergenti e in via di sviluppo”, recita la dichiarazione.  “Pertanto, ribadiamo l’importanza di rispettare gli impegni assunti dai capi di Stato e di governo per affrontare, tramite una cooperazione rafforzata, le distorsioni dannose del mercato e l’eccesso di capacità non di mercato nei settori chiave, derivanti da politiche e pratiche non di mercato”, prosegue il testo. “I nostri contributi ai futuri sforzi del G7 per monitorare congiuntamente le politiche e le pratiche non di mercato, nonché per scambiare informazioni e confrontarsi sulle rispettive risposte, come previsto dai capi di Stato e di Governo del G7, rafforzeranno ulteriormente le attività di cooperazione”.

Gli effetti della sovraccapacità

I ministri dei Sette si impegnano, tramite un coordinamento rafforzato, ad affrontare “le distorsioni dannose del mercato e l’eccesso di capacità globale non di mercato in settori chiave derivanti da politiche e pratiche non di mercato”, spiega la dichiarazione. “Tramite il nostro lavoro sulle politiche e le pratiche non di mercato, contribuiamo, se del caso, ai prossimi sforzi del G7, guidati dai nostri capi di Stato e di governo, per perseguire il monitoraggio congiunto di tali pratiche e dei conseguenti effetti di sovraccapacità, di ricaduta e di distorsione globale, nonché per scambiare informazioni e consultarsi sulle rispettive risposte, al fine di consentire al G7 di cooperare al meglio per fornire una risposta efficace”.

Le catene di approvvigionamento

“Le persistenti minacce globali, in particolare la guerra illegale di aggressione della Russia contro l’Ucraina, compresi i suoi continui tentativi di interrompere il commercio marittimo nel Mar Nero, e i persistenti attacchi Houthi contro le navi commerciali in transito nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden, hanno evidenziato la fondamentale necessità di affrontare le vulnerabilità nelle catene di approvvigionamento globali, nelle rotte marittime, nei porti e nei flussi commerciali”, hanno sottolineato i ministri. “Riaffermiamo che la libertà di navigazione è essenziale per consentire al commercio di esprimere pienamente il suo potenziale a livello globale a vantaggio di tutti. La sicurezza marittima, i diritti e la libertà di navigazione sono fondamentali per garantire la libera circolazione delle merci, comprese quelle essenziali, verso destinazioni e popolazioni in tutto il mondo”, continua la dichiarazione del G7. Presenti alla riunione anche i rappresentanti di Paesi partner come l’Australia, il Brasile, il Cile, l’India, il Kenya, la Nuova Zelanda, Corea del Sud, Turchia e Vietnam.



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