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Guerre, autonomia e premierato. Ecco cosa pensano gli italiani secondo Swg

Molti italiani sono favorevoli all’approvazione della riforma sul premierato, mentre la maggioranza ritiene che con l’autonomia le regioni del Sud vengano penalizzate. Tra i cittadini serpeggia l’idea che molte responsabilità sul conflitto in Medio Oriente siano riconducibili alle autorità israeliane. Cresce l’insofferenza sull’idea di inviare truppe in Ucraina. Lo studio di Swg

Dall’esito delle elezioni francesi che consegna la primazia – per lo meno in questo turno – al Rassemblement National di Jordan Bardella e Marine Le Pen, passando per il conflitto in Medio Oriente, finendo con le intenzioni di voto degli italiani e le misure da intraprendere per fronteggiare la Russia a seguito del perdurare del conflitto in Ucraina. Sono questi alcuni dei focus sui quali si concentra lo studio “Capire il presente per guardare al futuro” elaborato da Swg e presentato ieri da Roberto Arditti, presidente di Kratesis, Enrico Mentana, direttore di TgLa7 e Adrio Maria de Carolis e Rado Fonda di Swg.

In particolare, in ordine alle responsabilità per il conflitto che sta agitando – dall’ottobre scorso – il Medio Oriente, abbiamo una discrasia in termini di sensibilità tra le valutazioni espresse dall’elettorato italiano e quelle espresse dall’elettorato europeo. Dal campione di intervistati emerge infatti che il 26% del campione (europeo) ascrive le responsabilità ad Hamas. Un dato che cala – fermandosi al 19% – per quanto riguarda l’elettorato italiano. All’opposto, il 22% degli italiani attribuisce le responsabilità alle autorità israeliane, mentre solamente il 15% di campione europeo dà questo tipo di risposta. Tra le famiglie politiche più convinte della colpevolezza di Hamas emergono i popolari (al 39%), i conservatori di Ecr (38%) e i Verdi (stessa percentuale). Una consistente fetta dell’elettorato italiano (il 48%) attribuisce eguali responsabilità ad Hamas e alle autorità israeliane.

Guerra in Ucraina

Anche il conflitto in Ucraina e soprattutto l’invio di armi all’esercito di Kyiv è un tema divisivo. Mentre il 66% degli intervistati è favorevole alle sanzioni contro Mosca, solamente il 51% del campione si dichiara d’accordo in ordine all’invio di armi in Ucraina. La maggioranza – sempre il 51% – è invece apertamente contraria a inviare truppe a sostegno della resistenza ucraina in termini logistici. In questo frangente, le risposte positive sono solamente il 32%. Un eventuale intervento militare, viene accolto con ancor meno entusiasmo raccogliendo solamente il 19% di riscontri positivi a fronte di un 65% che si dichiara contrario e di un 16% che dichiara di non avere una posizione.

Riforme istituzionali 

Sull’autonomia differenziata – bandiera leghista, approvata di recente – l’opinione prevalente tra gli intervistati è che si tratti di una riforma che aumenterà il divario tra Nord e Sud del Paese (la pensa così il 57% degli intervistati). Di più. Secondo il 48% del campione a essere penalizzate maggiormente saranno le regioni del Sud. Tuttavia, il 51% ritiene che la qualità dei servizi aumenterà nelle regioni che chiederanno maggiore autonomia.

Riforma costituzionale 

Il quadro, per quanto riguarda il premierato, è invece un po’ diverso. Infatti, il 43% degli intervistati si dichiara favorevole alla riforma, mentre il 39% è contrario. Il 18% è invece indeciso. Tra i favorevoli, il 79% sono elettori della maggioranza di centrodestra, mentre il 20% dell’opposizione.

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