Conversazione con Giovanni Anastasi, presidente di Formez, incaricato dal ministro Zangrillo di guidare il tavolo finalizzato a studiare l’impiego dell’Intelligenza Artificiale nella Pubblica amministrazione. L’Ia permetterà di avere una macchina pubblica più efficace nell’erogazione dei servizi ai cittadini. E, tra l’altro, è un mezzo per avvicinare anche i giovani al pubblico impiego
È un visionario ma con il piglio pragmatico di chi ha in mente di invertire un paradigma consolidato. Anche a costo di scompaginare i piani. Generalmente la caratteristica dei lungimiranti. Non è un caso che Giovanni Anastasi, presidente di Formez, sia stato chiamato dal ministro Paolo Zangrillo a guidare il tavolo finalizzato a studiare strategie di impiego dell’intelligenza artificiale nella Pubblica Amministrazione. Un tema potenzialmente vastissimo, che il presidente di Formez maneggia con la consapevolezza della portata della sfida. Perché, azzarda il paragone nella sua intervista a Formiche.net, “l’introduzione dell’Ia nella Pubblica amministrazione equivale al passaggio tra il codice Morse e il telefono”.
Presidente Anastasi, innanzitutto che tipo di esperienza rappresenta guidare questo tavolo e come nasce l’idea?
Si tratta di una precisa volontà del ministro Zangrillo il quale ha voluto un tavolo ad hoc sulle applicazioni dell’intelligenza artificiale nella pubblica amministrazione. Per noi è un’esperienza estremamente significativa perché, in questo contesto di over comunicazione sull’Ia, tentare di dare un ordine a tutto questo in un ambito eterogeneo come la Pa è estremamente stimolante.
A che punto siamo in termini di rapporti fra Ia e pubblica amministrazione?
Sarebbe troppo semplicistico parlare di attività a non valore aggiunto, fermo restando che sono convinto che negli anni si sia lavorato troppo poco sulla professione impiegatizia. L’Intelligenza artificiale in questo contesto ci permette di allargare le catene del valore. Ossia creare un circolo virtuoso finalizzato a una più performante erogazione dei servizi a cittadini e imprese. Che, in definitiva, è la mission delle pubbliche amministrazioni. E, su questo, stiamo già mettendo a punto un prototipo che agevolerà le procedure concorsuali.
Qual è il livello di consapevolezza delle potenzialità dell’Intelligenza artificiale nel pubblico?
C’è ancora molto da lavorare in questo senso, ma d’altra parte è uno degli obiettivi del lavoro del tavolo voluto dal ministro Zangrillo. E, tra l’altro, proprio in questa direzione come Formez abbiamo erogato una serie di webinar gratuiti per fornire un servizio a tutti i dipendenti delle pubbliche amministrazioni. Uno strumento per fare – tutti – un passo avanti. L’Ia è da intendersi infatti come uno strumento inclusivo, che abbatte le barriere. Ci sono, comunque, enti locali che si stanno sensibilizzando in questo frangente.
A proposito di percorsi virtuosi, il vostro ente ha avviato una sperimentazione sulla genitorialità.
Si, abbiamo introdotto una direttiva – il primo luglio – che concede la possibilità, per le donne in gravidanza, di usufruire dello smart working per tutti i nove mesi e per entrambi i genitori di usufruirne nei sei mesi successivi. Anche questi sono passi avanti importanti in termini di welfare aziendale che mi rendono particolarmente orgoglioso.
Anche nella pubblica amministrazione c’è un grosso problema di turnover. Lei pensa che l’intelligenza artificiale possa essere un mezzo per avvicinare le giovani generazioni all’impiego negli enti pubblici?
Penso che occorra lavorare sull’orientamento e sulla conoscenza della pubblica amministrazione, allargando la platea e la conoscenza della macchina pubblica. È una questione di visione e di prospettiva. In questo senso, l’Intelligenza artificiale può essere un mezzo estremamente efficace per rendere l’impiego pubblico più accattivante per i ragazzi, che potranno erogare servizi a cittadini e imprese in modo del tutto diverso e – auspicabilmente – migliore rispetto a quanto avveniva in passato.