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Irini, cambia il comando ma non l’impegno (italiano)

Il contrammiraglio Rinaldi prende il comando di Irini. Succede al parigrado Turchetto e rilancia l’impegno dell’Ue (e dell’Italia) nella complessa missione per monitorare l’afflusso di armi in Libia — deleterio per la ricerca di stabilità del Paese

Il contrammiraglio Stefano Turchetto ha ufficialmente ceduto il comando dell’Operazione Eunavformed Irini al parigrado Valentino Rinaldi, in una cerimonia tenutasi presso il Quartier Generale dell’Operazione, alla base romana di Centocella. L’evento si è svolto alla presenza del Generale Robert Brieger, che presiede il Comitato Militare dell’Unione Europea, e del sottosegretario di Stato per la Difesa, Isabella Rauti, accompagnata dall’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, Capo di Stato Maggiore della Difesa.

Dopo tre anni di intensa attività, l’Operazione Irini ha raggiunto ormai una piena maturità operativa. Quella per il controllo dell’afflusso di armamenti in Libia è una delle operazioni militari più complesse e significative dell’Ue nel contesto della Politica di Sicurezza e di Difesa Comune. Attività che peraltro porta Bruxelles a essere l’unico attore internazionale che supporta attivamente l’embargo sulle armi dirette in Libia sancito dalle Nazioni Unite. Grazie all’uso di navi, aerei, sottomarini, droni e satelliti, Irini vigila costantemente sulle linee di comunicazione aeree e marittime nel Mediterraneo centrale, rafforzando la sicurezza marittima al confine meridionale dell’Europa.

La situazione in Libia è estremamente complessa e caratterizzata da profonde divisioni interne. L’accordo raggiunto in questi giorni al Cairo tra diversi membri della Camera dei Rappresentanti e dell’Alto Consiglio di Stato mira a formare un nuovo governo libico e rappresenta uno sviluppo significativo che dovrà essere supportata anche con attività come quella dell’operazione militare europea. Il traffico di armi è un fattore di destabilizzazione che alimenta queste divisioni, legittimando i singoli attori a prove di forza.

Sotto quest’ottica, è essenziale considerare il contesto: il Governo di Stabilità Nazionale (Gns) che opera nell’Est non è riconosciuto a livello internazionale, e il Governo di Unità Nazionale (Gnu) basato a Tripoli ha di fatto esaurito le sue possibilità per stabilizzare il Paese. Mentre un governo unificato è cruciale per la stabilità, le elezioni e l’economia, le divisioni vengono utilizzate anche da attori esterni per i propri interessi. Per esempio: la Russia ha stabilito in Cirenaica un hub logistico per la gestione delle attività dell’Afrika Corp, sfruttando le ambizioni egemoniche interne del capo miliziano di Bengasi, Khalifa Haftar.

“Nei 40 mesi trascorsi dal suo lancio nel marzo 2020, Irini è diventata uno strumento cruciale per la stabilizzazione della Libia e il processo di pace del Paese, sostenendo i nostri valori europei”, ha dichiarato il contrammiraglio Turchetto nel suo discorso di commiato. Ha poi aggiunto che “il cessate il fuoco mediato dall’Onu (nell’autunno 2020, dopo che Haftar aveva lanciato una campagna per la conquista di Tripoli ad aprile 2019, anche con l’aiuto russo, ndr) aveva lanciato resta molto fragile e l’Operazione continuerà a fare la sua parte”.

Rivolgendosi all’assemblea di autorità militari e civili, Turchetto ha elogiato il contrammiraglio Rinaldi, dichiarandosi “onorato di cedere il comando a un Ammiraglio così esperto e competente che ha già prestato servizio nell’Operazione come Comandante della Forza in mare nel 2023”. Il nuovo comandante ha confermato l’impegno a proseguire sulla strada tracciata dai suoi predecessori, non solo contrastando il traffico illecito di armi verso la Libia, ma anche combattendo il contrabbando di petrolio e il traffico di migranti verso l’Europa attraverso il Mediterraneo centrale.

Un’importanza che sarà riconosciuta anche dalla nuova Commissione europea, a maggior ragione adesso che un Commissario per il Mediterraneo (e uno per la Difesa) dovrebbe far parte della squadra del governo Ue della riconfermata Ursula von der Leyen.

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