Il ministro per gli Affari Europei, premiato a Bari dalle riviste Formiche e Healthcare Policy, fa sua la lezione della pandemia e mette ancora una volta sotto i riflettori il grande sforzo del governo per il miglioramento del comparto sanitario. Anche e soprattutto grazie agli investimenti previsti nel Piano
Se c’è una leva per la salute, uno dei comparti strategici dell’economia italiana, quella è il Pnrr. D’altronde, le grandi tragedie della storia hanno sempre qualcosa da insegnare. Per questo, a due anni dalla fine della pandemia che ha sconvolto il mondo, l’Italia ha allungato il passo e dimostrato di aver fatto tesoro degli eventi.
Un messaggio forte e chiaro in questo senso è stato lanciato da Raffaele Fitto, ministro per gli Affari Europei, premiato insieme al sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato nel corso della prima edizione degli Healthcare Awards, l’iniziativa organizzata dalle riviste Formiche e Healthcare Policy al circolo canottieri Barion di Bari. Un appuntamento che ha visto riconosciuto il lavoro e l’impegno del governo italiano, unitamente a quello delle principali realtà farmaceutiche presenti sul suolo nazionale. Tra queste, aziende quali Gksd, Merck, Novartis, Pfizer e Sanofi, tutte premiate nel corso della rassegna pugliese.
E proprio Fitto per l’occasione ha voluto sottolineare il legame inossidabile tra gli investimenti legati al Piano e il miglioramento del comparto sanitario nazionale. “Ringrazio le riviste Formiche e Healthcare Policy per l’importante riconoscimento conferitomi in un settore, la sanità e in modo particolare l’assistenza sanitaria, per il quale ho sempre e in ogni ruolo lavorato molto. Oggi il riconoscimento riguarda il Pnrr che nasce proprio per far fronte a un’emergenza sanitaria e per mitigarne l’impatto economico e sociale”, ha affermato Fitto. “L’esperienza della pandemia ha evidenziato l’importanza di poter contare su un adeguato sfruttamento delle tecnologie più avanzate, su elevate competenze digitali, professionali e manageriali, su nuovi processi per l’erogazione delle prestazioni e delle cure e su un più efficace collegamento fra la ricerca, l’analisi dei dati, le cure e la loro programmazione a livello di sistema”.
Il responsabile degli Affari Europei ha poi ricordato come “sin dal 2021 la strategia perseguita con il Pnrr è stata volta ad affrontare in maniera sinergica tutti questi aspetti critici, per questo il governo nel 2023 ha avviato il processo di revisione del Pnrr, nell’ambito del quale sono stati rimodulati investimenti e in alcuni casi anche rivisti i profili finanziari del Piano, ma non quella relativa alla missione Salute che non ha subito alcuna riduzione del budget (poco meno di 16 miliardi, ndr). Le modifiche (al Pnrr, ndr), invece, sono consistite in una ridistribuzione delle risorse tra investimenti già presenti nel Piano, per rafforzare quelli più strategici per la modernizzazione del Sistema sanitario nazionale”.
In particolare, ha ricordato il ministro, dando la cifra dello sforzo italiano, “sono stati previsti ulteriori 750 milioni per l’assistenza domiciliare integrata e la telemedicina per rafforzare l’approccio territoriale e innovativo della riforma della sanità adottata nell’ambito del Pnrr”. Inoltre, è stato “modificato l’investimento che riguarda le dotazioni tecnologiche degli ospedali: è stata ampliata la dotazione complessiva di grandi apparecchiature utilizzabili nelle strutture ospedaliere e in quelle della medicina territoriale. Non ultimo, per rafforzare gli investimenti più strategici sono stati riprogrammati gli interventi di edilizia sanitaria non coerenti con le tempistiche e le modalità di rendicontazione del Piano”.