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L’essenziale e il valore della testimonianza. Il Meeting spiegato da Forlani

Parte il 20 agosto la 45esima edizione del Meeting di Rimini. Ospiti di altissimo livello, politici, intellettuali e analisti si confronteranno su temi di strettissima attualità. Il tema che attraverserà l’intero palinsesto è quello dell’essenziale, nel nome dello scrittore statunitense McCarthy. Colloquio con il direttore della kermesse, Emmanuele Forlani

L’essenziale. L’angolo di visuale che restituisce la dimensione della profondità del tema è quello di Cormac McCarthy. Probabilmente l’autore della Trilogia della frontiera non si sarebbe aspettato di essere fonte d’ispirazione della 45esima edizione del Meeting di Rimini. E invece, per coglierne le sfaccettature più autentiche – la lettura in filigrana qui è il passepartout per l’autenticità – bisogna proprio partire dallo scrittore statuinitense. Ad accompagnarci nel programma e ad aprirci gli occhi sul fil rouge dell’appuntamento più atteso nel dibattito pubblico estivo – dal 20 al 25 agosto – è il direttore della kermesse, Emmanuele Forlani.

Se non siamo alla ricerca dell’essenziale, allora cosa cerchiamo. Facciamo nostre le parole del drammaturgo statunitense. Che cosa significano per voi, direttore?

È proprio il punto focale dal quale siamo partiti per comporre il programma di quest’anno e per invitare ospiti di grande livello. Ebbene, seguiamo due direttrici sotto questo profilo: cosa sia l’essenziale e cosa significa cercarlo. Il tema dell’essenziale riguarda l’uomo nella sua dimensione più intima, ma anche nella prospettiva della vita pubblica. Per cui, l’edizione del Meeting di quest’anno, ruoterà tutta attorno a questo.

Perché avete scelto di partire con un incontro che avrà come protagonista il cardinale Pizzaballa?

Dal nostro punto di vista è fondamentale avere dei contributi di livello, che passino anche dal valore della testimonianza. L’incontro di apertura è dedicato al tema della pace. Per cui Pizzaballa è l’interlocutore più indicato, perché vive questa dimensione e testimonia plasticamente il fatto che la pace sia possibile.

Figure istituzionali, esponenti del governo, intellettuali. Che tipo di contributi si aspetta?

Abbiamo un parterre di ospiti oggettivamente molto ricco: dal presidente del Cnel, Renato Brunetta, passando al presidente della Corte Costituzionale Augusto Barbera, il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta. Poi, i due vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani e altri esponenti del governo. A tutti chiederemo un intervento che descriva e racconti la loro esperienza in base al ruolo che ricoprono ai vertici dell’amministrazione statale o delle istituzioni.

Sul versante internazionale e, segnatamente, europeo come intendete muovervi?

Per il momento siamo in attesa che il quadro si delinei in maniera definitiva. Stiamo comunque valutando di inserire un panel con ospiti europei. Va detto comunque che sono già previsti due incontri proprio sul tema dell’Europa: un dibattito che sarà animato dal ministro Raffaele Fitto, Enrico Letta e l’economista Piero Cipollone e un altro con i parlamentari europei di nuova nomina. Per cui direi che il versante internazionale è comunque abbondantemente rappresentato.

Secondo lei perché il Meeting si è consolidato negli anni come uno fra gli eventi più importanti e significativi del dibattito pubblico?

A mio modo di vedere funziona la compresenza di due ingredienti: una proposta di temi di grande contenuto e l’esemplificazione del contenuto in un’esperienza di testimonianza che passa anche dalla presenza di tremila volontari. Anche questa, in qualche modo, è una ricerca dell’essenziale. In più, al Meeting cerchiamo sempre di affrontare con una chiave di lettura non banale alcuni temi di strettissima attualità. Non è per niente casuale che, quest’anno, ci siano diversi incontri dedicati al tema del lavoro.


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