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L’Italia spinge sulla transizione. Ecco il Piano nazionale per l’energia e il clima

Il governo invia a Bruxelles il Piano nazionale per l’energia e clima, che conferma l’impegno di arrivare entro sei anni a 131 Gw da fonte pulita. E apre all’atomo, visto sempre più come vera alternativa ai fossili e valido alleato di eolico e solare

Tante rinnovabili e sì, quel nucleare che forse oggi fa un po’ meno paura. Dopo giorni di attesa, l’Italia ha inviato il Piano nazionale per l’energia e il clima (Pniec) a Bruxelles. Un testo che funge un po’ da mappa, sulla quale costruire la transizione tricolore e, magari, provare a fare scuola a livello europeo. Ebbene, nell’ultimo Pniec, che allunga l’orizzonte al 2030, sono stati confermati gli obiettivi di 131 GW di energia rinnovabile al 2030. Ma, soprattutto, è previsto anche uno scenario sul nucleare: 8GW al 2050 per coprire l’11% della richiesta nazionale.

Nel dettaglio, si prevede che quasi ottanta Gw (79,2) del monte-gigawatt da energia pulita deriveranno dal solare, 28,1 dall’eolico, 19,4 dall’idrico, 3,2 dalle bioenergie e 1 gigawatt da fonte geotermica (quota quest’ultima che potrebbe anche aumentare al raggiungimento di un adeguato livello di maturità di alcune iniziative progettuali in via di sviluppo). In ambito efficienza energetica, grazie alle misure previste, si registra nel piano una importante riduzione dei consumi di energia primaria e finale, ma per il raggiungimento degli obiettivi, innalzati in considerazione dello scenario di crescita del prodotto interno lordo, bisognerà continuare a lavorare.

L’altra faccia della transizione sono le emissioni. Qui l’Italia prevede di superare l’obiettivo del FitFor55 (il pacchetto europeo per la riduzione delle emissioni, ndr) riguardante gli impianti industriali vincolati dalla normativa Ets, arrivando al -66% rispetto ai livelli del 2005 (obbiettivo Ue, -62%). Anche nei settori non-Ets (civile, trasporti e agricoltura) si registra un sostanziale miglioramento degli indicatori emissivi e per raggiungere i target europei ad oggi ancora troppo sfidanti sarà necessario profondere ulteriori energie.

Sul fronte della sicurezza energetica, si registra poi una netta riduzione della dipendenza da altri Paesi favorita dalle azioni di diversificazione dell’approvvigionamento e dall`avvenuta pianificazione di nuove infrastrutture e interconnessioni. Ma l’ospite d’onore è senza dubbio l’atomo. Il Pniec prevede, infatti, per la prima volta, una specifica sezione dedicata ai lavori della Piattaforma nazionale per un nucleare sostenibile, “che ha sviluppato delle ipotesi di scenario in cui si dimostra da un punto di vista tecnico-scientifico la convenienza energetica ed economica di avere una quota di produzione nucleare, in sinergia e a supporto delle rinnovabili e delle altre forme di produzione di energia a basse emissioni. Secondo le ipotesi di scenario sviluppate, il nucleare da fissione, e nel lungo termine da fusione, potrebbero fornire al 2050 circa l’11% dell’energia elettrica totale richiesta, con una possibile proiezione verso il 22%”, si legge nel documento.

Lo stesso ministero guidato da Gilberto Pichetto Fratin ha chiarito come “nell’aggiornamento del Piano è stato seguito un approccio realistico e tecnologicamente neutro, che prevede una forte accelerazione su alcuni settori. Oltre alle fonti rinnovabili elettriche, si punta su produzione di combustibili rinnovabili come il biometano e l’idrogeno insieme all’utilizzo di biocarburanti che già nel breve termine possono contribuire alla decarbonizzazione del parco auto esistente, diffusione di auto elettriche, riduzione della mobilità privata, cattura e stoccaggio di CO2, ristrutturazioni edilizie ed elettrificazione dei consumi finali, in particolare attraverso un crescente peso nel mix termico rinnovabile delle pompe di calore”.

E Pichetto Fratin, poco prima, dalla Francia, aveva sottolineato come “mai come in questo momento e di fronte a gravissime crisi che attaccano la pace e la nostra sicurezza, anche energetica, è evidente e pressante l’esigenza di proseguire lungo la via Iter (International thermonuclear experimental reactor, si tratta del più importante progetto mondiale sulla fusione nucleare a confinamento magnetico, ndr) verso un futuro di energia pulita, sicura e praticamente inesauribile”. Per il ministro si tratta di “un’ambizione verso una fonte energetica che offre una via per risolvere la dipendenza dalle fonti fossili e per dare risposte all’esigenza di sicurezza energetica e di decarbonizzazione. La fusione nucleare è una delle sfide scientifiche più ambiziose della nostra epoca e Iter è la manifestazione concreta del nostro impegno per affrontarla”.

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