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Migrazioni, Meloni attesa a Tripoli. Parla il ministro Ellafi

Il ministro per la Comunicazione e gli Affari politici del governo di unità nazionale (Gun) della Libia con sede a Tripoli, Walid Ellafi, spiega a Formiche.net i preparativi per l’evento che riunirà 11 capi di Stato e di governo sul fenomeno dell’immigrazione illegale

Sono iniziati i preparativi a Tripoli per l’evento più importante degli ultimi mesi che riguarda il tema dell’immigrazione illegale tra Africa ed Europa. Ad organizzarlo è il Governo di unità nazionale libico (Gun) che lo ha chiamato Trans-Mediterranean Migration Forum (Tmmf). Tra gli ospiti più importanti di questo evento che si terrà nella capitale libica è previsto il ministro dell’Interno italiano, Matteo Piantedosi, anche se Tripoli attende l’arrivo del premier Giorgia Meloni.

A confermare l’attesa per la loro presenza in Libia il 17 luglio prossimo è il ministro di Stato per la Comunicazione e gli Affari politici del Governo di unità nazionale (Gun) della Libia con sede a Tripoli, Walid Ellafi, che in un colloquio con Formiche.net spiega quali sono le prospettive di questo forum e il ruolo che svolgerà il nostro Paese per l’occasione.

Le autorità libiche hanno lavorato tanto affinché la partecipazione italiana a questo forum fosse la più ampia possibile. Questo perché per loro l’Italia è considerata un Paese chiave su più livelli. “La posizione geografica dell’Italia, la sua influenza sulla questione migratoria e il suo rapporto con la Libia e i paesi del Mediterraneo meridionale sono tutti fattori che rendono il contributo italiano una questione centrale – ha spiegato il ministro libico – essa non si limita a fornire supporto tecnico, logistico e tecnico nel quadro della cooperazione in materia di sicurezza, ma va piuttosto oltre ciò che può essere fornito attraverso il partenariato, l’integrazione economica e commerciale e l’avanzamento di progetti di sviluppo vitali”.

Il forum di mercoledì prossimo servirà a “creare un gruppo di lavoro dei paesi partecipanti e dei paesi interessati, per lavorare per attuare la visione del forum basata sul passaggio da approcci unilaterali alla sicurezza verso approcci globali allo sviluppo”, ha aggiunto il rappresentante libico. Il gruppo di lavoro sarà “responsabile dell’identificazione delle aree economiche vitali per lo sviluppo in ciascuno paese e la determinazione degli strumenti e dei metodi di finanziamento”, ha concluso.

Saranno 11 i Paesi presenti al Trans-Mediterranean Migration Forum organizzato il 17 luglio a Tripoli dal Governo di unità nazionale (Gun) libico. In vista di questo appuntamento Ellafi ha svolto una conferenza stampa nella capitale libica insieme al ministro dell’Interno, Imad Trabelsi. È prevista la partecipazione dei capi di Stato e dei ministri degli Interni di questi Paesi al forum che avrà come obiettivo quello di trovare soluzioni pratiche al problema dell’immigrazione.

Secondo Ellafi l’iniziativa rappresenta una visione strategica sulla questione dell’immigrazione in collaborazione con i paesi europei e africani. Al Forum parteciperanno Italia, Malta, Niger, Ciad, Spagna, Grecia, Repubblica Ceca, Sudan, Algeria, Tunisia e Paesi Bassi, oltre alla Lega Araba, all’Unione Africana e all’Unione Europea.

“La visione libica del forum crede nel ruolo centrale delle porte del nord e del sud del Mediterraneo nella questione della migrazione, il che rende il consolidamento del partenariato e della cooperazione tra Roma e Tripoli un pilastro essenziale per il successo della visione strategica dell’iniziativa”, ha aggiunto il ministro libico nel colloquio con Formiche.net.

Abbiamo visto come le relazioni bilaterali tra Libia e Italia possano fare grandi passi avanti, “alla luce della presenza di leader che possiedono una visione politica ed economica chiara e pratica e il desiderio di cambiamento, sia a livello delle politiche nazionali che delle relazioni estere”, ha spiegato Ellafi. Per questo Tripoli si augura “di passare da una cooperazione parziale alla ricerca di una base per la cooperazione strategica attraverso l’integrazione economica, il vantaggio reciproco e la dipendenza da interessi comuni come base per rafforzare le relazioni. Ci auguriamo che l’impatto di questa cooperazione si estenda fino a includere l’ambiente africano ed europeo”.

Il ministro dell’Interno Trabelsi ha invece lanciato l’allarme durante la sua conferenza stampa, nella Capitale libica, sulle conseguenze che sta avendo la crisi migratoria per il Paese, laddove la situazione è peggiorata negli ultimi 10 anni e si ritiene abbia raggiunto il suo picco. Il numero di migranti irregolari in Libia, secondo Trabelsi, ha raggiunto i 2,5 milioni.

La Libia si è trasformata da Paese di transito per i migranti provenienti dall’Africa sub-sahariana in un Paese di residenza. Nel corso del suo intervento Trabelsi ha espresso il suo categorico rifiuto del reinsediamento dei migranti nel suo Paese, considerando la questione una questione di sicurezza nazionale in Libia.

Il ministro dell’Interno libico ha sottolineato che lo Stato non intraprenderà alcuna azione nel caso dell’immigrazione a meno che non sia nell’interesse della Libia, invitando le “forze armate” dell’est della Libia a cooperare per proteggere il confine meridionale. Trabelsi ha aggiunto che il suo ministero lavorerà per rilasciare la residenza ufficiale ai lavoratori in Libia nella fase successiva, ritenendo che sia giunto il momento di risolvere il problema degli immigrati.

Sempre nel corso della conferenza stampa, il titolare del dicastero dell’Interno di Tripoli ha aggiunto che tra i due milioni e mezzo di stranieri residenti in Libia, dal 70 all’80% sono entrati nel Paese senza visto a causa di precedenti guerre e disordini vissuti nel Paese. E ha aggiunto: “Poi le frontiere sono diventate vuote e accessibili a tutti senza procedure… e loro sono entrati e hanno beneficiato di elettricità e carburante sovvenzionato. Gli africani fuggono dai problemi dei loro paesi e guardano alla Libia nella speranza di salpare per l’Europa.  Abbiamo espulso 10.000 migranti l’anno scorso e 6.000 quest’anno. Questo è un numero piccolo. Ne lasciamo 10.000 e ne entrano 100.000”.


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