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Non solo calcio, perché il Kuwait punta gli occhi sul Bari

L’ultimo obiettivo che ha messo nel mirino il fondo, si trova a sud del Mediterraneo e prende il nome di Africa: ovvero in Egitto e Marocco, come confermato tempo fa dal direttore esecutivo di Kia, Bader al-Ajeel, dal momento che Kia “si è impegnata a investire nel mercato azionario locale, nel mezzo di una crisi finanziaria globale”. Il calcio, il turismo e il sud Italia potrebbero essere la coda di questa strategia

Chi è Sheikh Malek Humoud al-Sabah, componente della famiglia reale del Kuwait, interessato all’acquisto del Bari Calcio che ha un patrimonio stimato di 360 miliardi di dollari? E soprattutto perché sembra essere interessato ad una squadra di calcio di serie B? Advisor della casa regnante kuwaitiana, appartiene ad una realtà praticamente unica nel suo genere dal momento che il Paese del Golfo già da secoli era un primario centro di commercio nella penisola arabica sotto il regno del primo emiro Sabah I bin Jaber, ma dalla scoperta del petrolio in poi, nei primi decenni del ‘900, ha profondamente mutato il proprio peso specifico.

Chi è

Classe 1963, è membro della famiglia reale del Kuwait. Membro del consiglio di amministrazione della compagnia assicurativa Warbah, sottosegretario del Diwan del Primo ministro, ambasciatore dello Stato del Kuwait nel Sultanato dell’Oman e ambasciatore non residente nella Repubblica di Mauritius, ambasciatore dello Stato del Kuwait presso il Regno di Giordania e ambasciatore non residente presso la Palestina e l’Iraq. Attualmente è consigliere del Principe del Kuwait con il grado di ministro. Controlla direttamente o indirettamente una serie di società e realtà industriali che spaziano in vari settori, con precisi collegamenti anche con l’Italia, primo fra tutti il petrolio.

Energia

La Kuwait Petroleum Corporation è l’ente statale che si occupa degli interessi idrocarburici del Kuwait in tutto il mondo. Una realtà che è leader nel settore energetico globale, esplorando, producendo, raffinando, trasportando e commercializzando le risorse naturali sia a livello nazionale che all’estero. È controllata direttamente dal governo che in molti Paesi vende i propri prodotti attraverso la Kuwait Petroleum International (KPI). In virtù dei suoi cospicui giacimenti di greggio, il Paese è al terzo posto nel mondo per riserve accertate.

In Italia è conosciuta con il marchio Q8, che distribuisce carburanti, lubrificanti e altri prodotti petroliferi in Italia dal 1984. Con sede a Roma, dal 2022 è guidata da Fadel Al Faraj, con un fatturato di 6,7 miliardi di vendite (dati del 2018).

L’ultima scoperta risale a pochissimi giorni fa, nel giacimento di Al-Nokhatha a est dell’isola di Failaka, con riserve di petrolio stimate in 3,2 miliardi di barili. Secondo il ceo di KPC, Sheikh Nawaf Saud Nasir Al-Sabah, le riserve equivalgono all’intera produzione del Paese in tre anni grazie ad una superficie inizialmente stimata del pozzo petrolifero di circa 96 chilometri quadrati.

Il fondo sovrano

Particolarmente interessante è il volume d’affari del fondo sovrano kuwaitiano, che gestisce poco più di 800 miliardi di dollari di asset, con al timone lo sceicco Nawaf Al-Ahmad Al-Sabah, succeduto al trono nel 2020 dopo la morte del fratellastro sceicco Sabah IV Ahmad Al-Jaber Al-Sabah. Fondato nel 1953, è il più antico fondo sovrano del Medio Oriente e gestisce le riserve statali e il fondo per la generazione futura dello Stato. L’autorità di regolamentazione cinese ha assegnato alla Kuwait Investment Authority una quota aggiuntiva di 700 milioni di dollari in aggiunta ai 300 milioni di dollari assegnati nel marzo 2012, si tratta del quota più sostanziosa mai concessa dalla Cina a entità di investimento straniere.

Tra i progetti di maggior pregio, spicca quello immobiliare chiamato Sabah Al Ahmad Sea City, che ha creato una spiaggia di 200 km per i kuwaitiani grazie a isole artificiali costruite scavando grandi canali in terreni desertici. Grazie alle sue tecniche di costruzione estremamente moderne, la città è considerata un progetto pionieristico.

Mediterraneo e Africa

L’ultimo obiettivo che ha messo nel mirino il fondo, si trova a sud del Mediterraneo e prende il nome di Africa: ovvero in Egitto e Marocco, come confermato tempo fa dal direttore esecutivo di KIA, Bader al-Ajeel, dal momento che KIA “si è impegnata a investire nel mercato azionario locale, nel mezzo di una crisi finanziaria globale”. Il calcio, il turismo e il sud Italia potrebbero essere la coda di questa strategia. Attualmente il Bari Calcio è di proprietà della famiglia De Laurentiis tramite la Filmauro.

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