Il segretario generale Stoltenberg inaugura il vertice di Washington confermando che si aspetta la firma di un impegno per l’industria della Difesa. Investire di più, farlo meglio (insieme) e in sinergia con i partner globali della Nato, questa la ricetta. Perché “non c’è modo di avere una Difesa forte senza una forte industria della Difesa”
È iniziato il summit di Washington, annuale riunione dei capi di Stato e di governo dei 32 Paesi membri dell’Alleanza Atlantica. Col vertice, si terrà anche il Nato Public Forum, di cui Formiche è il media partner italiano: si tratta di una serie di interviste e panel in cui i massimi vertici della Nato e dei suoi Paesi membri si confronteranno con la società civile dell’Alleanza, in diretta dal 10 luglio (15:00 ora italiana) sul nostro sito.
Dopo aver delineato l’agenda del summit venerdì, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha dato il via alle danze con una conferenza stampa, organizzata nel Forum dell’industria della Difesa. Non a caso, il segretario generale ha confermato che si aspetta che il Summit sarà l’occasione nella quale tutti gli Alleati firmeranno un impegno per l’industria della Difesa, perché “non c’è modo di avere una Difesa forte senza una forte industria della Difesa”, ossia una abbia volumi possenti e garantisca il vantaggio tecnologico.
Obiettivo primario di questo impegno sarà raggiungere l’economia di scala ed aumentare la produzione, chiaro segnale del fatto che è necessario fare di più per rispondere alla sfida strategica russo-cinese, e per dare a Kyiv le munizioni di cui ha bisogno per difendersi dall’aggressione del Cremlino. Già di per sè un obiettivo ambizioso, è interessante pure la ricetta annunciata da Stoltenberg per raggiungerlo: non si tratterà solo di investire di più, ma di farlo meglio, ossia insieme (anche grazie ad agenzie preposte nella stessa Nato). Ci aspettano, quindi, crescenti sinergie tra le industrie belliche delle due sponde dell’Atlantico. Questo, oltre ad evitare duplicazioni e a garantire contratti lunghi e di spessore, migliorerà l’interoperabilità delle Forze armate alleate. Leggendo tra le righe, poi, si può sperare che qualcuno di questi contratti lunghi e di spessore sia dedicato al sostegno all’Ucraina, ma si tratterebbe di un successo diplomatico davvero importante.
“Il summit sarà l’occasione per celebrare l’Alleanza più di successo della Storia, e l’unico modo per farlo è dimostrare che l’Alleanza è, e rimarrà, adatta per il suo scopo – ha affermato Stoltenberg – anche di fronte alle minacce del futuro. Per questo, a questo vertice prenderemo decisioni importanti”. Tutto questo rispettando la filosofia della Nato: assicurare la pace e la sicurezza dei suoi membri attraverso una deterrenza efficace, cosa che possiamo fare solo stando uniti e sviluppando un forte ecosistema della Difesa. Unità e forza saranno temi ricorrenti del vertice di Washington, e li ritroveremo anche all’interno dell’impegno sull’industria della Difesa.
A proposito di forza, Stoltenberg ha riflettuto sugli investimenti nella Difesa. Mostrando una reale comprensione della difficoltà di spesa, il segretario generale si è detto contento della situazione attuale: dieci anni fa, al summit del Galles, i membri si impegnarono a mirare al 2% del Pil nella Difesa, quando solo 3 Alleati erano già a quella soglia. Adesso, i Paesi a spendere questa cifra (e più) sono 23 e gli altri (tra cui l’Italia) rinnoveranno il loro impegno a raggiungere questo punto di partenza. Già, perché ormai il 2% non è più l’obiettivo finale, ma la soglia minima. “We will do more”, ha sintetizzato Stoltenberg.
In ultimo, la coesione. Forte di un’Alleanza unita come non lo era dai tempi della Guerra fredda, il segretario generale si è concentrato sulla coesione con i partner globali della Nato. Oltre a Paesi africani (Mauritania) o del Golfo (Qatar, Kuwait), i focus principali sono Ucraina e Indo-pacifico, quest’ultimo in relazione alla crescente assertività cinese. Le delegazioni di Ucraina, Australia, Nuova Zelanda, Giappone e Corea saranno le grandi ospiti del vertice, e, nell’impegno che verrà siglato sull’industria della Difesa, saranno contenute clausole sulla sinergia con le realtà produttive di questi cinque Paesi. Come ha spiegato lo stesso Stoltenberg, si tratterà di rafforzarsi a vicenda, grazie alla solidità dei comparti Indo-pacifici e all’esperienza di combattimento di quello ucraino.