Il libro “Sicurezza nazionale”, curato da Aronne Strozzi e pubblicato dalla Luiss University Press, è stato presentato ieri dagli autori e da Violante, Orsina e Maggioni. Ecco cos’hanno detto
Perché leggere “Sicurezza nazionale. Poteri, conflitti, informazioni”, curato da Aronne Strozzi e pubblicato dalla Luiss University Press? Secondo Luciano Violante, presidente della Fondazione Leonardo, perché è un volume fondamentale per comprare il contesto attuale, in un momento in cui, “in pochi anni, siamo passati dall’egemonia costruita sul mercato all’egemonia costruita sul controllo dei territori”. Lo dimostrano l’invasione russa dell’Ucraina, la situazione a Gaza, quella in Transnistria ma anche l’allargamento di Nato e Unione europea, ha spiegato l’ex presidente della Camera che nella sua carriera ha lavorato con i servizi d’intelligence da magistrato prima e da politico poi.
Il libro è stato presentato ieri al Centro Studi Americani, presieduto dall’autore della prefazione (che si può leggere qui), il prefetto Gianni De Gennaro. Dopo l’introduzione del direttore Roberto Sgalla e prima del dibattito, sono intervenuti gli autori dei contributi di cui è composto il volume, spiegandone brevemente i contenuti: Antonio Malaschini, Dario Matassa, Umberto Saccone, Enrico Savio e Adriano Soi (assente Alessio Anelli).
Il testo fotografa “la consapevolezza” diffusa “delle novità del periodo storico attuale”, ha osservato il professor Giovanni Orsina, che proprio ieri è stato nominato direttore del Dipartimento di scienze politiche dell’università Luiss Guido Carli. A inizio millennio “questi temi erano meno all’attenzione del pubblico e del decisione politica”, ha spiegato ancora sottolineando l’utopia di un mondo multilaterale e tendenzialmente pacifico. Oggi, invece, sono tornati prepotentemente al centro del dibattito, in particolare dopo la pandemia Covid-19 e l’invasione russa dell’Ucraina. Secondo la giornalista Monica Maggioni, direttrice editoriale per l’offerta formativa della Rai, con il libro curato da Strozzi “si fa pace” con il mondo dell’intelligence, che specialmente in Italia è visto con pregiudizio. Ma, ha aggiunto, è anche uno strumento per “fare i conti” con le minacce di oggi, con la guerra dell’Ucraina che rappresenta il massimo dell’ibridazione di esse.