L’azienda di base in Puglia ha il sostegno di Sace, Cdp, e dell’Ambasciata italiana e alla firma del contratto sono intervenuti il vicepresidente di Mermec Angelo Petrosillo con il ministro dei Trasporti egiziano Kamel El Wazir ed il chairman di Enr Mohamed Amer Abdel Aziz, nel contesto della conferenza Ue-Egitto sugli Investimenti, in corso al Cairo. Alla firma degli accordi ha presenziato l’ambasciatore d’Italia al Cairo Michele Quaroni
Le ferrovie egiziane parleranno italiano: Mermec e la Egypt National Railway (Enr) hanno siglato un contratto per lo sviluppo del sistema di segnalamento ferroviario “Ects Livello 1” sulla tratta Al Ferdan – Bir Al Abd & Balouza – East Port Said Seaport Corridors, “frutto” della visita di Giorgia Meloni al Cairo dello scorso marzo al fine di rafforzare il partenariato strategico Ue-Egitto.
Oltre al progetto in sé, spicca un elemento politicamente rilevante che corre sull’asse Roma-Il Cairo: il peso geopolitico egiziano alla voce energia, con in parallelo il prezioso lavoro in loco di Eni, che appare sempre più centrale per relazioni e futuri business. Interconnettori e nuovi giacimenti sono due snodi strategici su cui costruire un dialogo tra i due Paesi. Inoltre l’Egitto è partner chiave per la sicurezza del Mediterraneo e il governo italiano prosegue la sua tela a quelle latitudini.
Il progetto
Si tratta di un progetto da 130 milioni di euro che permetterà di collegare la stazione di East Port Said con il resto della rete ferroviaria con due risultati: un progresso oggettivo quanto a sicurezza della rete che al contempo abbassa le emissioni di CO2, in linea con il piano Egypt Vision 2030 e il Green Deal Europeo; in secondo luogo prosegue nel rafforzare il ruolo dell’Italia nell’interlocuzione con un Paese strategico.
L’azienda di base in Puglia ha il sostegno di Sace, Cdp, e dell’Ambasciata italiana e alla firma del contratto sono intervenuti il vicepresidente di Mermec Angelo Petrosillo con il ministro dei Trasporti egiziano Kamel El Wazir ed il chairman di Enr Mohamed Amer Abdel Aziz, nel contesto della conferenza Ue-Egitto sugli Investimenti, in corso al Cairo. Alla firma degli accordi ha presenziato l’Ambasciatore d’Italia al Cairo Michele Quaroni. La linea in questione rientra nel più ampio sviluppo del Sinai per costruire un corridoio logistico che lo colleghi a ovest del Canale di Suez.
Mermec ha sede a Monopoli, in provincia di Bari, e si occupa di sviluppo di tecnologie per il trasporto ferroviario con 1.400 dipendenti: è presente in 73 Paesi nel mondo.
Roma-Il Cairo
G7, piano Mattei, Africa: il rapporto Meloni-Al sisi è nei fatti strategico dal momento che la nuova stagione di relazioni strategiche avviata da Palazzo Chigi rappresenta l’anticamera per un diverso modo di intendere il partenariato, anche alla luce di dossier delicati come l’immigrazione, il Medio Oriente, l’energia. La linea marittima merci fra Trieste e il porto egiziano di Damietta rappresenta solo l’ultimo tassello di un puzzle che potrà avere conseguenze positive per l’Italia.
Le relazioni fra i due Paesi hanno avuto un interessante momento di confronto in occasione del business forum dello scorso autunno organizzato al Cairo dal ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale e dall’Ambasciata d’Italia in Egitto, che segnò il rafforzamento della partnership commerciale e di investimento in settori interessanti come sanità, turismo ed energia. In loco operano già vari leader del panorama italiano, come Ansaldo, Banca Intesa San Paolo, Monte Dei Paschi Di Siena, Cementir Holding (Gruppo Caltagirone), Danieli, Breda energia.
Infine il modello di rapporti: lo scorso marzo il partenariato tra Ue e Egitto è stato suggellato da Ursula von der Leyen e Giorgia Meloni che hanno incontrato Abdel Fattah al-Sisi assieme ai primi ministri di Belgio e Grecia, Alexander De Croo e Kyriakos Mitsotakis.
Un passo concreto verso una stretta correlazione di macro-interessi tenuti assieme dall’approccio Team Europe che convinse il presidente tunisino Kais Saied a siglare il Memorandum d’Intesa tra l’Ue e la Tunisia. Sei pilastri “di interesse reciproco”, come partnership, migrazioni, sicurezza, energia, allargamento e geopolitica.
Quale Egitto verso il 2030?
Partendo dalla recente contingenza legata alla guerra a Gaza, Il Cairo si è caratterizzato per una posizione più volte rivendicata dal presidente Al-Sisi, concentrata sugli sforzi umanitari per la consegna degli aiuti agli oltre due milioni di palestinesi. Inoltre il presidente egiziano, ricevendo poche settimane fa una delegazione americana alla presenza del ministro degli Affari esteri egiziano, Sameh Shoukry, e del direttore dell’intelligence, Abbas Kamel, ha ribadito che la comunità internazionale si deve assumere la responsabilità politica delle scelte nel breve periodo, sostenendo un cessate il fuoco immediato e duraturo e prevenendo un’ulteriore escalation militare nella città palestinese di Rafah. L’obiettivo comune è impedire un conflitto allargato ad altri soggetti vicini, che mini la pace e la sicurezza sia regionale che internazionale.
La delegazione del Congresso americano ha riconosciuto il ruolo fondamentale dell’Egitto nel rafforzare la sicurezza e la stabilità regionale. Al contempo la collaborazione tra i due paesi travalica la contignenza e si focalizza su dossier significativi come l’energia, la cooperazione, la lotta al terrorismo.
I dati interni
In vari settori, come il welfare, l’energia, le finanze, l’Egitto sta attraversando una fase di notevoli cambiamenti. Recentemente ha dato il via libera ad un budget da 135 miliardi di dollari, per tagliare il deficit e aumentare la spesa sociale: in assoluto è la prima volta che il governo presenta un bilancio consolidato che comprende l’intero governo generale, ovvero l’apparato amministrativo e gli enti economici. L’obiettivo dichiarato è quello di un avanzo primario che sia superiore al 3,5% del Pil, per ridurre il deficit complessivo al 6% nel medio termine.
In secondo luogo il Fmi ha sbloccato un aumento del sostegno finanziario all’Egitto, ultimando la prima e la seconda revisione dell’accordo sull’Extended Fund Facility (EFF): in questo modo è stato dato il nulla osta ad un aumento del programma di aiuti da 5 miliardi di dollari, portando il totale a 8. Di questa cifra, più di 800 milioni saranno disponibili subito. Il programma FEP, approvato nel dicembre 2022, intende rafforzare la stabilità economica dell’Egitto in un momento complesso, in cui si sommavano due crisi come quella ucraina e quella del grano.