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La corsa alle rompighiaccio tra Occidente e Russia entra nel vivo

Mentre Washington, Ottawa e Helsinki lanciano una nuova iniziativa congiunta sulla costruzione di rompighiaccio (ma non solo), Mosca avvia i test della sua nuova versione armata di questa tipologia di vascello

Lo scorso giovedì, la Casa Bianca ha annunciato il raggiungimento di un accordo trilaterale con Canada e Finlandia, noto come Icebreaker Collaboration Effort (o Patto Ice, con un acronimo alquanto indicativo), mirato alla costruzione di una flotta di rompighiaccio destinate alla navigazione nella regione artica. Secondo una dichiarazione della Casa Bianca, il piano “rafforzerà l’industria navale e la capacità industriale di ciascuna nazione”, aumentando parallelamente le capacità difensive dei tre Paesi alleati nell’Artico.

Oltre a un “maggiore scambio di informazioni” tra i tre Paesi coinvolti, il piano prevede la collaborazione per lo sviluppo di una forza lavoro per la flotta e “l’invito ad alleati e partner ad acquistare rompighiaccio costruiti nei cantieri americani, canadesi o finlandesi. I governi degli Stati Uniti, del Canada e della Finlandia intendono sfruttare i cantieri navali degli Stati Uniti, del Canada e della Finlandia per costruire rompighiaccio polari per il proprio uso, nonché lavorare a stretto contatto con alleati e partner affini per costruire ed esportare rompighiaccio polari per le loro esigenze in tempi rapidi e a costi accessibili” come si può leggere nella dichiarazione della Casa Bianca. Ulteriori dettagli concreti del patto dovrebbero essere annunciati entro la fine dell’anno.

Daleep Singh, consigliere economico della Casa Bianca, ha dichiarato che gli Stati Uniti e i loro alleati “perseguiranno con determinazione la collaborazione sulla politica industriale per aumentare il nostro vantaggio competitivo. Senza questo accordo, rischieremmo che i nostri avversari sviluppino un vantaggio in una tecnologia specializzata di grande importanza geostrategica, che potrebbe anche permettere loro di diventare il fornitore preferito di Paesi che hanno interesse ad acquistare rompighiaccio polari. Siamo impegnati a proiettare la nostra potenza nelle alte latitudini a fianco dei nostri alleati e partner. E questo richiede una presenza di superficie continua nelle regioni polari, sia per combattere l’aggressione russa che per limitare la capacità della Cina di acquisire influenza”. Inutile sottolineare come i destinatari di questa dichiarazione siano in parte la Repubblica Popolare Cinese ma soprattutto la Russia.

Russia che in questi stessi giorni sta registrando progressi nell’ambito dei vascelli destinati alla navigazione polare. Durante gli ultimi giorni di giugno il rompighiaccio da combattimento “Ivan Papanin”, il primo esemplare del nuovo “Project 23550” della Marina russa, ha iniziato le prove in mare. “Nel corso di questa fase di test verrà verificato il funzionamento del sistema di propulsione e dei sistemi di equipaggiamento di bordo”, si legge in un comunicato del Ministero della Difesa russo, “Il comandante in capo della Marina russa, l’ammiraglio Alexander Moiseyev, ha ricevuto un rapporto sulla preparazione della nave per le prove dai capi degli organi competenti del comando militare”.

Alla fine, la Ivan Papanin entrerà a far parte della Flotta del Nord della Marina russa, anche se l’ultimo rapporto non fornisce un aggiornamento su quando ciò avverrà. La messa in servizio formale era prevista per il 2023, ma lo scoppio della guerra in Ucraina, tra sanzioni occidentali e necessità di reindirizzare altrove le risorse.  L’aspetto particolarmente rilevante di questa classe di navi è la capacità di condurre missioni di combattimento, con una gamma di armi potenzialmente a disposizione che sembra poter essere scalato in base alle esigenze. Caratteristica che segnala come l’approccio di Mosca alla competizione artica rimanga prettamente militarista, in modo coerente con quanto fatto sino ad ora.



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