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Sanità, tutti i dossier del governo Meloni. Intervista a Marta Schifone (FdI)

“Il tema della sanità pubblica è particolarmente delicato, sul quale il decisore politico e il legislatore non dovrebbero avere mai alcun approccio ideologico. Sono materie che richiedono onestà intellettuale, serietà e responsabilità, e sulle quali si debba sempre provare a trovare convergenza e condivisione”. Conversazione con la deputata Marta Schifone, capogruppo FdI in commissione Lavoro e membro della commissione Affari sociali della Camera

Liste d’attesa, carenza medci e insoddisfazione e del personale ospedaliero, disallineamento tra domanda e offerta di lavoro sono solo alcuni dei temi su cui si sta concentrando l’agenda politica nel comparto Salute. A raccontare gli obiettivi raggiunti – e quelli ancora da raggiungere – Marta Schifone, capogruppo di FdI in commissione Lavoro e membro della commissione Affari sociali della Camera.

Quali sono i dossier cruciali in materia di salute su cui ritenete fondamentale operare nel prossimo futuro?

Abbiamo sempre detto che occorreva lavorare sulle due grandi direttrici che abbiamo identificato essere da un lato l’abbattimento delle liste d’attesa e dall’altro la valorizzazione del personale sanitario. Questi due temi, che poi sono due vere urgenze, sono stati pilastri di riferimento nella scrittura del testo del decreto “Liste d’attesa”, approvato in via definitiva pochi giorni fa.

A proposito del decreto, ormai legge, siamo vicini a una soluzione che intervenga a favore dei cittadini?

Siamo particolarmente soddisfatti che il decreto liste d’attesa sia finalmente legge. Il governo Meloni ha sempre mantenuto i suoi impegni e questo provvedimento segna una svolta. Al suo interno contiene una serie di norme che rivoluzioneranno il sistema e vanno nella direzione del modello organizzativo che abbiamo in mente. Dall’abolizione del tetto di spesa per l’assunzione di personale, alla tassazione agevolata per le prestazioni orarie aggiuntive, all’istituzione di una piattaforma di monitoraggio nazionale istituita presso Agenas, al divieto di chiusura delle agende fino all’estensione della fascia oraria per le prestazioni sia notturne che nel weekend. Senza dimenticare l’istituzione del Cup unico che sommerà le agende del pubblico insieme a quelle del privato accreditato e il meccanismo virtuoso del cosiddetto salta code, un automatismo che consentirà al cittadino qualora non ci fosse la disponibilità nel pubblico di ottenere comunque la prestazione richiesta perché il servizio sanitario se ne fa carico comprando la prestazione o in intramoenia o dal privato accreditato.

Medici, infermieri e operatori sanitari sono i pilastri del sistema sanitario, eppure registriamo ancora tanta insoddisfazione. Come uscire da questa impasse, considerando le risorse limitare a disposizione. Qual è la strategia da adottare?

La carenza del personale è una criticità annosa stratificata che viene da molto lontano. Segnatamente deriva da un definanziamento selvaggio e dai tagli lineari che sono stati effettuati negli ultimi dieci anni; abbiamo perso più di 30mila medici specialisti e oltre 70mila infermieri. Noi abbiamo messo in campo molti interventi legislativi mirati proprio alla valorizzazione del personale sanitario, abbiamo contrastato l’odioso fenomeno dei medici gettoni, abbiamo inserito norme di contrasto alla violenza sui camici bianchi, abbiamo abolito il vincolo di esclusività per gli infermieri. In questo decreto sono state inserite due misure fondamentali: abolizione del tetto di spesa per l’assunzione del personale e la tassazione agevolata per gli straordinari. Raccogliamo i risultati ottenuti e lavoriamo su altri interventi sui quali abbiamo le idee chiare in un’ottica di legislatura.

A proposito di professioni, altra sfida crescente è il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro. Le materie Stem, come sa bene, sono cruciali per il futuro. A che punto siamo in Italia? Siamo indietro rispetto ad altri Paesi europei? Se sì, perché?

Le Stem sono il futuro. Non si tratta solo di studiare matematica, fisica o chimica – o meglio, anche – ma si tratta di studiare queste discipline per acquisire competenze e governare processi, gli strumenti cognitivi per padroneggiare i settori del futuro. Il mercato del lavoro sta cambiando velocissimo e con impatti molto forti, si cercano o cercheranno nuovi profili professionali con questi background, e per questo ritengo che i due focus sono e saranno la formazione e l’orientamento. Il ruolo delle competenze in questo scenario sarà priorità, io credo si debbano seguire due temi che sono il combinato disposto di presente e futuro del mercato del lavoro: il primo è l’orientamento, preparare i giovani ad acquisire tutte le nuove soft skill trasversali, le discipline del futuro e nel contempo formazione continua per aumentare competenze e flessibilità dell’attuale capitale umano con politiche di upskilling e reskilling.

Ritiene che ci siano punti di contatto tra maggioranza e opposizione sul tema della Sanità?

Io credo che il tema della Sanità pubblica sia un tema particolarmente delicato sul quale il decisore politico e il legislatore non dovrebbero avere mai alcun approccio ideologico. Ritengo anche che siano delle materie che richiedono onestà intellettuale, serietà e responsabilità, e sulle quali si debba sempre provare a trovare convergenza e condivisione. Con dispiacere, però, non posso non rilevare che in questo periodo il tema della salute venga utilizzato come una clava politica, con l’utilizzo di spot e slogan propagandistici, non credo sia questa la strada giusta.

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