CQ Brown, capo degli Stati maggiori congiunti statunitensi, è in viaggio nell’Indo Pacifico per fare il tagliando alle alleanze tra Filippine, Giappone e Corea del Sud. Contenere la Cina insieme ai like-minded è la strategia Usa
Il generale quattro stelle della US Air Force CQ Brown, presidente del Joint Chiefs of Staff, è in visita nell’Indo Pacifico per rafforzare le partnership degli Stati Uniti nella regione. È già nelle Filippine, che hanno scalato la classica degli alleati americani perché impegnati a spendersi in modo diretto contro Pechino, come dimostrano i confronti fisici nel Mar Cinese per impedire il controllo egemonico pronosticato dal Partito/Stato su quelle acque.
Sono previsti incontri con l’omologo, Romeo Brawner, nipote di uno dei Buffalo Soldiers che servirono durante la guerra americana-filippina d’inizio secolo scorso, per fare un punto di alto livello sullo stato delle relazioni — che nel corso dell’ultimo anno e mezzo hanno avuto un’implementazione rapida. Brown ha detto: “Nelle Filippine, abbiamo un interesse condiviso di lunga data per la stabilità regionale sostenuta dal diritto internazionale. Le Filippine sono uno dei nostri più antichi alleati nella regione” indo-pacifica.
Brown ha osservato che la crescita della partnership con Manila dura in effetti da decenni, con il patto di mutua difesa in piedi dal 1951, ma è stata certamente accentuata dalla recente espansione dell’accesso rotazionale degli Stati Uniti a quattro nuovi siti (sancito da un nuovo accordo della primavera 2023) sotto l’Enhanced Defense Cooperation Agreement (EDCA). Durante la visita, Brown sarà in uno di questi siti Edca, enfatizzando il rafforzamento dell’addestramento congiunto, delle esercitazioni e dell’interoperabilità. “Vedo che la relazione sta guadagnando slancio”, ha detto il generale statunitense, aggiungendo che anche le relazioni delle Filippine con altri alleati regionali stanno crescendo. “Penso che sia una traiettoria positiva”, e il pensiero va verso i nuovi accordi di cooperazione militare con il Giappone.
L’Arcipelago sarà un’altra tappa in cui dove Brown discuterà di deterrenza regionale comune, e incontrerà il personale militare statunitense presso la Yokota Air Base. La cooperazione sia strategica che tattico-operativa è fondamentale per la capacità di contenimento di deterrenza statunitense. L’interoperabilità permette a Washington di evitare dispiegamenti eccessivi, perché le forze locali in caso di conflitto possono lavorare subito integrate nel sistema di manovra americano. A questo servono le esercitazioni — come quelle a cui stanno partecipando anche assetti militari italiani nella regione.
La missione di Brown riflette questo impegno degli Stati Uniti nel rafforzare i legami e la fiducia con gli alleati regionali, essenziali per promuovere quella visione condivisa di un Indo Pacifico libero e aperto, in risposta alla crescente competizione con la Cina, alle minacce della Corea del Nord, alle attività della Russia (che si sta inserendo nelle dinamiche regionali). Le partnership degli Stati Uniti nella regione si stanno rafforzando rapidamente e stanno prendendo maggiore consistenza. Un esempio sono i progressi trilaterali con Giappone e Corea del Sud, sancita dai Camp David Principles dettato dopo il vertice a tre dell’agosto 2023.
Mentre Seul sarà la terza tappa di Brown, vale la pena ricordare che Brown viaggia nell’Indo Pacifico a pochi giorni dalla chiusura del Nato Summit di Washington, dando un tocco di simbologia alla visita. L’Alleanza Atlantica ha ormai esteso le sue collaborazioni ad Australia, Giappone, Nuova Zelanda e Corea del Sud, i cosiddetti “IP4”, che sono parte delle attività in qualità di “like-minded” operativi.