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I Verdi sono nemici della competitiviità. L’Ursula bis spiegato da Martusciello

“Il voto a Ursula per Forza Italia è un grandissimo successo. La Lega invece ha scelto una posizione che l’ha confinata nell’oblio del Parlamento. Una cosa è fare le interviste, un’altra cosa essere presenti sui dossier. Dall’avvio della legislatura si è capito che non toccheranno palla. Diverso il discorso per Ecr, che è parte della maggioranza parlamentare”. Conversazione con l’eurodeputato forzista

“La mancanza del voto dei Verdi in maggioranza fa star bene tutti, l’Italia principalmente, perché i Verdi sono nemici della competitività e della concorrenza: non averli in maggioranza è una garanzia per tutti”. Così a Formiche.net l’eurodeputato di Forza Italia Fulvio Martusciello, secondo cui a proposito del Green deal non si può immaginare di prendere provvedimenti che possano in qualche maniera penalizzare un’impresa o portare a licenziamenti. La prima emergenza è l’occupazione.

Ursula von der Leyen esce rafforzata o dimezzata dal voto della plenaria, rispetto ai numeri di Roberta Metsola?

Esce rafforzata perché sono votazioni complete diverse. La prima aveva un avversario forte che era lei stessa, per cui era un giudizio sulla persona e inevitabilmente il giudizio sulla persona provoca una spaccatura molto più forte rispetto alla seconda che aveva un avversario inconsistente, perché veniva dalla sinistra dell’emiciclo. Oltretutto l’aver governato per cinque anni ha giocato un ruolo, a differenza di Metsola che invece aveva fatto solo due anni e mezzo con un ruolo molto più ecumenico. C’era molta aspettativa, nel senso che se fosse stato un voto che dovevamo dare sui primi anni di questa Commissione, sarebbe stato molto negativo invece poi abbiamo assistito ad un’inversione da quando Timmermans, candidandosi in Olanda, è uscito dalla Commissione.

E cosa è successo in quel momento?

Ci si è liberati della cappa che opprimeva la commissione stessa e lvon der Leyen ha cambiato passo. Ovviamente c’è anche un investimento che Forza Italia ha voluto fare su di lei perché Antonio Tajani, dal primo momento, ci ha garantito che su temi che interessano l’Italia ci sarebbe stato il famoso cambio di passo che aspettavamo.

Quale il ruolo dei Verdi? Prima sono stati annunciati nella partita, ma poi?

I Verdi non sono rimasti della partita. Eravamo 401 e siamo arrivati a 401. Se i Verdi fossero stati nella partita, saremmo arrivati a 450/460 per von der Leyen. Quindi hanno bluffato. C’è stato qualche franco tiratore tra i socialisti, compensato da qualche voto a favore di Ecr, ma non c’è stato un voto strutturato da parte dei Verdi. Penso che la loro mancanza del voto in maggioranza fa star bene tutti, l’Italia principalmente, perché i Verdi sono nemici della competitività e della concorrenza: non averli in maggioranza è una garanzia per tutti.

Che opinione ha sulle politiche ambientali dopo questo voto? Saranno meno o più ideologiche?

Da ciò che ha promesso von der Leyen ci sarà un approccio moderato e soprattutto supportato da analisi, studi, verifiche. Non ci sarà più una impostazione ideologica: poi bisognerà capire che mai come in questo periodo la fame viene prima di tutto.

In che senso?

Ovvero non si può immaginare di prendere provvedimenti che possano in qualche maniera penalizzare un’impresa o portare a licenziamenti. La prima emergenza è l’occupazione, perché se riparte l’occupazione riparte anche la possibilità per i Paesi di aumentare gli introiti fiscali. Invece negli ultimi anni si è assistito ad un fenomeno inverso, preferendo penalizzare sempre e comunque le aziende e le imprese. Abbiamo visto quello che prevede il Green deal, ma per fortuna, di tutti questi soggetti rimane solo un pallido ricordo.

Per il centrodestra italiano cosa significa questo voto?

Per Forza Italia è un grandissimo successo: abbiamo sin dall’inizio dettato una linea e quella linea è stata mantenuta e rispettata senza alcuna sbavatura. La Lega invece ha scelto una posizione che l’ha confinata nell’oblio del Parlamento: c’è una specie di cordone sanitario nei loro confronti, non toccano palla e quindi quando il protagonismo mediatico di qualcuno scemerà già a settembre si capiranno equilibri e indirizzi. Una cosa è fare le interviste, un’altra cosa essere presenti sui dossier. Dall’avvio della legislatura si è capito che non toccheranno palla. Diverso il discorso per Ecr, che è parte della maggioranza parlamentare, quindi è una valutazione differente quella che faccio su di loro e hanno tutto il tempo di poter costruire ed essere protagonisti in questa legislatura che sarà fondamentale per i destini di Europa.

Quante speranze ha l’Italia di prendere una posizione importante, una vicepresidenza oppure un commissario di peso? E in quale settore?

Competitività e mercati finanziari e concorrenza sono i settori su cui dobbiamo intestarci la richiesta. Fu un errore di Gentiloni nel 2014 chiedere per la Mogherini l’Alto commissario agli esteri e non trattare deleghe importanti. È stato francamente una comparsa Gentiloni in questa Commissione. Invece mi pare di capire che il governo Meloni stia trattando quelle deleghe che ho citato che consentiranno al nostro Paese di essere protagonista.



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