L’esponente radicale del partito democratico, vicina ad Ocasio-Cortez, è stata sconfitta nelle primarie per i candidati al congresso. Una sorte condivisa da altri sodali. Il ruolo della lobby filo-israeliana
I risultati delle primarie democratiche in Missouri non sono ancora definitivi, ma l’esito già si delinea all’orizzonte. Cori Bush, rappresentante democratica dello Stato in questione, è stata sconfitta alle primarie dal procuratore Wesley Bell. Con oltre il 95% dei voti scrutinati, Bell ha ottenuto il 51,2% dei voti, mentre Bush si è fermata al 45,6%.
A caratterizzare questa competizione elettorale sono state le posizioni contrastanti dei due candidati sul conflitto israelo-palestinese: mentre Bush si è attestata su posizioni nettamente filo-palestinesi, rifiutandosi di riconoscere Hamas come gruppo terroristico all’indomani del 7 ottobre e votando contro una risoluzione che prevedeva il divieto di ingresso negli Stati Uniti per i membri di Hamas e per chiunque avesse partecipato agli attacchi di autunno contro Israele, Bell ha ricevuto il sostegno dell’American Israel Public Affairs Committee (Aipac), gruppo di pressione conservatore pro-Israele, che ha stanziato circa otto milioni di dollari per far trionfare lo sfidante di Bush. La narrativa della campagna pubblicitaria finanziata dall’Aipac ha evitato di concentrarsi sulla politica mediorientale di Washington, accusando invece Bush di anteporre l’ideologia alle preoccupazioni dei suoi elettori locali. Durante la campagna, Bush ha rifiutato di partecipare ad un dibattito con il suo avversario dichiarandosi “Non intenzionata a sfidare un repubblicano. Se non avesse preso tutti questi soldi repubblicani per un distretto democratico, allora ci sarebbe stata una conversazione”.
La sconfitta dell’esponente radicale è arrivata circa un mese dopo che, nello stato di New York, Jamaal Bowman è stato sconfitto da George Latimer, un dirigente della contea locale. Sia Bowman che Bush sono membri della cosiddetta “Squad”, il gruppo di progressisti guidati da Alexandria Ocasio-Cortez, che negli ultimi anni sono entrati al Congresso spinti dalle preoccupazioni per la giustizia sociale e razziale. Come Bush, anche Bowman si era attestato su posizioni alquanto critiche verso Israele, fattore che aveva spinto gruppi vicini all’Aipac a stanziare quindici milioni di dollari nella campagna di Latimer (rendendo le primarie di New York le più costose nella storia del partito democratico). La sconfitta di Bush rafforzerà ulteriormente gli esponenti del partito democratico desiderosi di ridurre l’influenza di questa frangia di giovani radicali. La prossima prova di forza arriverà tra una settimana, quando Ilhan Omar, la rappresentante del Minnesota nonché una delle figure più di spicco della “Squad”, affronterà la sua sfida alle primarie.
La sconfitta di Bush è arrivata pochi giorni dopo che la neo-candidata del partito alla presidenza degli Stati Uniti Kamala Harris ha scelto come candidato vicepresidente il governatore del Minnesota Tim Walz. Tra i possibili candidati rientrava anche il governatore della Pennsylvania Josh Shapiro, che in passato è stato più volte oggetto di critiche per le sue posizioni a favore di Israele.