Il servizio di signals intelligence ha presentato “No Such Agency”: otto episodi per raccontare il lavoro dei suoi funzionari, o quantomeno quello che si può dire. È un altro passo verso più trasparenza e collaborazione con il privato compiuto sotto l’amministrazione Biden
Dopo “The Langley Files”, arriva “No Such Agency”. Se il titolo del primo, il podcast della Central intelligence agency lanciato due anni fa, prende ispirazione dalla cittadina della Virginia che ospita il quartier generale del servizio, quello del secondo nasce dal modo in cui veniva chiamata, utilizzando le stesse iniziali, la National security agency quando la sua esistenza era un segreto di Stato. Il lancio del nuovo podcast ricorda la prima volta della Central intelligence agency su Twitter (ora X) un decennio fa, con il suo tweet che recitava: “Non possiamo né confermare né negare che questo sia il nostro primo tweet”.
Le prime due puntate (su otto) di “No Such Agency”, dedicate agli altrettanti compiti principali dell’agenzia, ovvero signals intelligence e cybersecurity, saranno disponibili dal prossimo 5 settembre. L’episodio pilota contiene una storia declassificata dei contributi dell’agenzia alla caccia a Osama bin Laden, leader di Al Qaeda e uno degli architetti degli attacchi dell’11 settembre 2001, con interviste a esponenti dei settori cybersicurezza, intelligenza artificiale, ricerca avanzata e non solo.
I dipendenti dell’agenzia “difendono la nazione ogni giorno, mettendo a disposizione la loro esperienza e la loro etica lavorativa per risolvere questioni complesse e urgenti”, ha dichiarato Sara Siegle, responsabile delle comunicazioni strategiche. “In quanto sensibili, non possiamo parlare di alcuni dei nostri lavori, ma è ora di iniziare a raccontare più storie di cui si possa parlare, condividendo più competenze e valorizzando questi incredibili servitori dello Stato”, ha aggiunto.
L’obiettivo del podcast è ben riassunto dalla voce narrate nel trailer: “Il successo è l’attacco che non è mai avvenuto. Per decenni, la No Such Agency ha protetto la nazione, le nostre forze armate e costruito partnership in tutto il mondo. Abbiamo servito in silenzio, e ora è il momento di condividere questa storia”.
Sono passati undici anni dal caso di Edward Snowden, quando l’agenzia ha subito una dura campagna per le sue attività di sorveglianza di massa rivelate dall’ex collaboratore. Anche negli ultimi mesi la National security agency ha ricevuto diverse critiche per il sostegno alla Casa Bianca, che spingeva per il rinnovo di un contestato potere di sorveglianza che consente alle agenzie di spionaggio di prendere di mira le conversazioni degli stranieri all’estero.
Con l’amministrazione Biden, però, le agenzie di intelligence e sicurezza degli Stati Uniti hanno spinto per condividere le informazioni su hacker e gruppi terroristici con il settore privato, una mossa che è stata fatta per la prima volta sulla scia degli attacchi dell’11 settembre 2001, che secondo i funzionari avrebbero potuto essere evitati se le agenzie non fossero state isolate nelle loro attività di condivisione delle informazioni.
Per questo, il podcast sembra pensato per smontare quelle che l’agenzia considera idee sbagliate sul suo lavoro, che spesso è stato avvolto da mistero e controversie. Nei giorni scorsi Avril Haines, direttrice dell’Intelligence nazionale, ha ribadito l’impegno dell’amministrazione per una maggiore trasparenza dei servizi segreti e più forti partnership tra pubblico e privato.