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Meno Mosca, più Pechino. Così cambia la strategia nucleare Usa

Secondo il New York Times, in un documento classificato approvato da Biden a marzo, il presidente Usa avrebbe ordinato alle forze statunitensi di prepararsi ad affrontare la minaccia nucleare coordinata di Russia, Cina e Corea del Nord, spostando la tradizionale attenzione dall’arsenale del Cremlino

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, dovrebbe aver approvato a marzo un piano strategico nucleare che, per la prima volta, riorienta la strategia di deterrenza statunitensi dalla Russia per concentrarsi sulla Cina. La notizia proviene dal New York Times e sottolinea come il cambiamento avvenga in un momento in cui le stime del Pentagono ritengono che le scorte della Cina potrebbero arrivare a rivaleggiare con le dimensioni e la diversità di quelle Usa e russe nel prossimo decennio. Secondo il quotidiano, a due alti funzionari dell’amministrazione è stato concesso di alludere al cambiamento “in singole frasi accuratamente limitate”, che sottolineavano come gli Stati Uniti potrebbero trovarsi ad affrontare un aumento significativo delle crisi con una combinazione di armi nucleari e no, e quindi gli Usa potrebbero trovarsi nella necessità di dissuadere contemporaneamente Russia, Cina e Corea del Nord.

La modifica del documento, noto come Nuclear employment guidance, non è mai stata annunciata ufficialmente dalla Casa Bianca. Il documento, aggiornato ogni quattro anni circa, è così riservato che non ne esistono copie elettroniche, ma solo un piccolo numero di copie cartacee distribuite a pochi funzionari della sicurezza nazionale e ai comandanti del Pentagono. In esso sono contenute disposizioni per preparare gli Stati Uniti a possibili sfide nucleari. Dalla presidenza di Harry Truman, questa strategia si è concentrata soprattutto sull’arsenale del Cremlino. Ora, potrebbe essere stata spostata guardando soprattutto a Pechino.

In passato, la probabilità che gli avversari americani potessero coordinarsi in modo tale da superare l’arsenale americano sembrava remota. Ma la partnership emergente tra Russia e Cina ha radicalmente cambiato il pensiero di Washington. Mosca e Pechino stanno già conducendo esercitazioni militari congiunte in questo campo. Se da un lato, infatti, Vladimir Putin ha ripetutamente minacciato l’uso di armi nucleari contro l’Ucraina, le stime del Pentagono registrano che l’espansione nucleare della Cina è la più rapida al mondo: spinta dalla determinazione del presidente Xi Jinping, la Repubblica popolare raggiungerà le mille unità entro il 2030 e a 1.500 entro il 2035. Più o meno il numero di unità schierate attualmente da Stati Uniti e Russia. Anche la Corea del Nord si stima che abbia raddoppiato il suo arsenale e ora disporrebbe di oltre sessanta sistemi.

Finora nella campagna presidenziale, le nuove sfide alla strategia nucleare americana non sono state oggetto di dibattito, ma chiunque sarà il prossimo inquilino della Casa Bianca dovrà confrontarsi con un panorama nucleare diverso e molto più volatile.

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