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La Russia invia armi per difendere la Repubblica islamica. Ecco perché

Mosca ha acconsentito a inviare materiale bellico a Teheran in previsione di possibili escalation con Israele. L’assenso del Cremlino per difendere la Repubblica islamica segna un nuovo standard nelle relazioni tra i due Paesi revisionisti

In Medio Oriente le tensioni continuano a crescere, mentre l’Iran ultima i preparativi per il lancio dell’attacco di rappresaglia contro Israele, in risposta all’assassinio del capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, avvenuto a Teheran. E nonostante gli appelli per evitare un’escalation provenienti proprio dal Paese sciita, il rischio di un allargamento del conflitto è una possibilità che nessun attore può escludere. Per queste ragioni, Mosca ha deciso di muoversi in soccorso del proprio alleato mediorientale.

Secondo due anonimi funzionari iraniani contattati dal New York Times, la Russia ha iniziato a consegnare attrezzature militari all’Iran in vista di una possibile guerra con Israele. Il 5 agosto, l’ex ministro della Difesa e adesso segretario del Consiglio di sicurezza russo Sergei Shoigu si è recato a Teheran per incontrare esponenti dell’apparato iraniano, tra cuil il nuovo presidente Masoud Pezeshkian, il capo di stato maggiore delle forze armate iraniane, Mohammad Bagheri, e il segretario del Consiglio supremo di sicurezza nazionale iraniano, Ali Akbar Ahmadian. Durante questi incontri gli iraniani avrebbero chiesto alla delegazione russa un sostegno di carattere militare, così da prepararsi al meglio a difendersi da eventuali attacchi delle forze armate di Tel Aviv, ricevendo una risposta positiva da parte dell’interlocutore.

Secondo le informazioni disponibili il trasferimento di materiale bellico sarebbe già in corso, e includerebbe radar e attrezzature di difesa aerea, anche se alcune fonti parlano anche dei sistemi di guerra elettronica Murmansk-Bn e dei sistemi missilistici ipersonici Iskander. “Queste affermazioni iraniane dovrebbero essere prese con le molle. Se fossero vere, la fornitura di ulteriori attrezzature di difesa aerea russe potrebbe complicare una potenziale futura azione militare israeliana o statunitense contro l’Iran. Tuttavia, rimane poco chiaro il tipo e il numero di sistemi che Mosca potrebbe fornire e se le potenziali consegne e l’addestramento del personale iraniano potrebbero essere completati in tempo per essere rilevanti per la crisi attuale” ha dichiarato John Hardie, vicedirettore del programma Russia della Foundation for Defense of Democracies.

In quest’occasione il flusso di rifornimenti militari segue la direzione opposta rispetto al solito: dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022, Teheran ha fornito migliaia di loitering munitions a Mosca, permettendo così alle sue forze armate di reggere meglio le pesanti dinamiche di attrito che hanno caratterizzato il fronte ucraino sin da poco dopo l’inizio del conflitto. In cambio, il Paese persiano ha chiesto al partner attrezzature militari avanzate. Nel novembre 2023 Teheran ha annunciato che avrebbe ricevuto i jet da combattimento russi Su-35 “Flanker” e gli elicotteri d’attacco Mi-28, ma non è ancora chiaro se questo trasferimento sia effettivamente avvenuto. Mentre i velivoli d’addestramento Yak-130 sono già operativi presso le forze armate iraniane.

Tale fenomeno rappresenta un passo in avanti all’interno del processo di integrazione militare tra i due Paesi, che a sua volta va incastonato in un più generale rafforzamento dei legami. Ad aprile, Shoigu e il suo omologo iraniano hanno discusso del rafforzamento dei legami di sicurezza. Pochi giorni dopo, sono stati rivelati documenti segreti del governo russo che prevedono un maggiore coordinamento con Iran, Cina e Corea del Nord per rimodellare l’ordine mondiale guidato dagli Stati Uniti. Anche sul piano economico la direzione seguita sembra essere la stessa: nel dicembre 2023 Teheran ha raggiunto un accordo di libero scambio con l’Unione economica eurasiatica guidata dalla Russia.

Nello stesso mese i due paesi hanno anche annunciato di essere vicini alla firma di un importante accordo bilaterale destinato a sostituire un accordo decennale firmato nel 2001 e più volte prorogato. E nel febbraio di quest’anno il vice primo ministro russo, Alexander Novak, e il ministro del Petrolio iraniano, Javad Owj, hanno firmato quindici memorandum d’intesa durante una riunione della Commissione economica congiunta Iran-Russia. Non stupisce dunque che, in una dichiarazione rivolta ai media statali iraniani, Shoigu abbia ribadito che Mosca è “pronta alla piena cooperazione con l’Iran sulle questioni regionali”, e che Bagheri gli abbia fatto eco sottolineando le relazioni “profonde, a lungo termine e strategiche” tra Russia e Iran.

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