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Turingia e Sassonia al voto, prove generali per il dopo Scholz

L’estrema destra di AfD potrebbe vincere le elezioni nei Länder orientali, infliggendo un duro colpo al governo. La preoccupazione maggiore dei cristianodemocratici riguarda la performances della Spd: i socialisti sono in caduta libera e potrebbero perdere l’ingresso nei parlamenti regionali di Sassonia e Turingia. I vertici della Cdu quindi mettono in guardia dalle conseguenze per il sistema politico che potrebbe collassare, soprattutto in vista delle elezioni politiche del prossimo anno

Nel prossimo fine settimana si terranno le elezioni regionali nella parte orientale della Germania, in aree dove la destra di AfD è avanti soprattutto tra l’elettorato più giovane. Sassonia e Turingia, dunque, come spartiacque nelle scelte che faranno il cancelliere Olaf Scholz e il suo possibile sostituto nel 2025, il cristianodemocratico Friedrich Merz, per una serie di ragioni politiche evidentemente differenti, ma caratterizzate dal comune denominatore del rapporto con i consensi che stanno cambiando rapidamente nello scacchiere politico teutonico.

Al voto nei lander

In Sassonia i sondaggi rivelano che ci sarà un testa a testa fra la Cdu per il primo ministro in carica Michael Kretschmer e l’esponente di AfD, Jörg Urban. La formazione nazionalista ha fissato come obiettivo il 40%. “È possibile che governiamo da soli in Sassonia”, ha detto il segretario generale Jan Zwerg in un evento elettorale. Al momento è dato tra il 30 e il 32%, con la Sahra Wagenknecht Alliance (Bsw) al 13%. A seguire i partiti della coalizione governativa a semaforo composta da Spd (6,3), Verdi (5,5) e Fdp, in forte calo.

Chi governerà in Sassonia dunque? Solo in un caso AfD, ovvero se raggiungesse la maggioranza assoluta dal momento che nessun altro partito vorrebbe avere a che fare con i nazionalisti in una esperienza di governo locale. Se la Cdu non arriverà prima, proverà a guidare un possibile nuovo governo sassone con il Bsw: difficile da far comprendere agli elettori di centrodestra, ma nel piani del partito che fu di Angela Merkel l’unica via di uscita per non consegnare il land all’estrema destra di AfD.

Alleati e strategie

Se il fronte governativo soffre, l’unico partito nel centrosinistra a sorridere è Bsw, con la candidata Sabine Zimmermann, già al Bundestag dal 2005 al 2021. L’alleanza è passata in pochi mesi dal 4% iniziale dato da tutti i sondaggi alla doppia cifra. Segno che il travaso di voti dai partiti governativi è iniziato. Un dato che si rifletterà anche sulle dinamiche nazionali che riguarderanno il voto del 2025.

In Turingia, gli ultimi sondaggi concedono ad AfD il 30% dei consensi, ben al di sopra dei cristianodemocratici fermi al 21%. In Brandeburgo invece si voterà il 22 settembre, lander dove le coalizioni hanno cambiato aspetto ben quattro volte in cinque anni, dimostrando una instabilità inusuale per la Germania. L’attuale governo è formato da Spd, Cdu e Alleanza 90/Verdi.

Dai lander alla cancelleria

L’estrema destra dell’AfD potrebbe vincere le elezioni nei Länder orientali, infliggendo così un duro colpo al governo. La preoccupazione maggiore dei cristianodemocratici riguarda la performances della Spd: i socialisti sono in caduta libera e potrebbero perdere l’ingresso nei parlamenti regionali di Sassonia e Turingia. I politici della Cdu quindi mettono in guardia dalle conseguenze per il sistema politico che potrebbe collassare, soprattutto in vista delle elezioni politiche del prossimo anno. Con i socialisti al 5% come potrebbe Scholz presentarsi in campagna elettorale e chiedere sostegno per il governo uscente? Proprio la Germania orientale nel 2021 aveva dato molte soddisfazioni al cancelliere in termini di voti: il quadro oggi sembra mutato considerevolmente. L’area, tra l’altro, è delicata anche perché proprio lì potrebbero sorgere nuove fabbriche di semiconduttori.

Per cui lo scenario che potrebbe emergere dopo le regionali di domenica prossima è parecchio complesso, perché non riguarda solo il quasi certo exploit di AfD ma anche il contemporaneo effetto dato dal crollo dei partiti di governo.

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