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Allargamento vuol dire stabilità. La strategia italiana nei Balcani

Proprio per rafforzare la strategia italiana il numero uno della Farnesina ha intrapreso un mini tour nei Balcani toccando gli aspetti più salienti delle istanze dei Paesi coinvolti e annunciando per il prossimo novembre una grande conferenza sui Balcani da tenersi a Roma, alla presenza del futuro commissario europeo all’allargamento

Giorgia Meloni l’ha più volte ribattezzata ‘riunificazione dei Balcani’ anche per una serie di ragioni culturali e storiche, oltre che politiche. Antonio Tajani ha messo nuovamente l’accento sul ruolo dell’Italia, in un’area che plasticamente va dal Friuli al Mediterraneo orientale e che abbraccia gli interessi del governo in una serie di paesi-chiave per lo sviluppo europeo futuro. Il riferimento è ai nuovi ingressi nell’Ue dei Paesi dei Balcani occidentali, sia per smorzare le mire russe su quella regione, sia per confermare il target delle promesse europei a quei Paesi.

Strategia italiana

Proprio per rafforzare la strategia italiana il numero uno della Farnesina ha intrapreso un mini tour nei Balcani tra Montenegro e Macedonia del Nord toccando gli aspetti più salienti delle istanze dei paesi coinvolti e annunciando per il prossimo novembre una grande conferenza sui Balcani da tenersi a Roma, alla presenza del futuro commissario europeo all’allargamento. La capitale italiana, dopo il Vertice Italia-Africa dello scorso gennaio, sarà nuovamente protagonista di un confronto a più cervelli su un quadrante altamente strategico sia per i destini dei Paesi interessati, sia per il respiro futuro dell’Ue.

“Credo che dobbiamo accelerare i tempi dell’adesione di questi Paesi all’Unione Europea, non possiamo distruggere un sogno di milioni di giovani che vogliono essere parte integrante dell’Ue – ha spiegato Tajani da Podgorica – Se noi provochiamo un danno a questo sogno, cancelliamo questo sogno, è ovvio che ci saranno altri ad interessarsi ai Balcani era cercare di avere più influenza nella regione, a cominciare dalla Russia”.

I concorrenti

Cina, Russia e Turchia sono, da diverse angolature, i principali soggetti che operano nei Balcani. Se i primi due lo hanno fatto anche in chiave geopolitica con l’obiettivo palese di destabilizzare l’Ue (attraverso la vax diplomacy durante il covid e attraverso l’invasività elettorale in alcuni paesi prima e durante la guerra in Ucraina), Ankara vorrebbe imporsi anche da un punto di vista economico e sociale, vista la vicinanza ad aree di matrice musulmana. In questo senso va letta anche la relazione turco-albanese, dal momento che da tempo la Turchia ha puntato le sue attenzioni su Tirana, perché è un Paese strategicamente importante per la stabilità del costone balcanico: ecco che Erdogan da un lato, sostiene costantemente la sua integrazione con l’Ue e, dall’altro, prosegue con il rafforzamento dei rapporti bilaterali. A questo è servito il recente incontro tra i due leaders politici che tra le altre cose ha toccato gli sforzi albanesi per contrastare il gruppo terroristico gülenista (FETÖ).

Il tema energetico

Il tema energetico rappresenta una straordinaria occasione per l’Italia, che potrebbe ulteriormente sfruttare il proprio ruolo di interlocutore in grado di parlare con tutti i Paesi interessati. Uno dei nuovi progetti è il raddoppio dell’elettrodotto sottomarino tra Italia e Montenegro, utile tassello per contribuire al rafforzamento della competitività del sistema industriale locale. Per questa ragione, e alla luce degli sviluppi sul piano internazionale connessi al tema energetico, per il governo italiano i Balcani restano una priorità strutturale.

Alla base delle politiche italiane c’è la consapevolezza che l’interlocuzione tra i governi di Roma e quelli dei Balcani è decisiva sia per la stabilizzazione europeistica dei Balcani stessi, sia come possibilità di accrescimento del ruolo italiano in loco. Roma pivot nei Balcani, rappresenta in teoria lo stesso punto di caduta immaginato per il Piano Mattei in Africa, ovvero con la costruzione di rapporti e relazioni con i singoli paesi al fine di elaborare strategie condivise e rafforzare i rapporti bilaterali in un’ottica di insieme.

Obiettivi che sono stati al centro di varie iniziative, come il forum italo-serbo del 2023 e che sarà replicato quest’anno, la Conferenza di Trieste sui Balcani promossa da Palazzo Chigi, e di altri appuntamenti mirati, come il primo incontro del “Gruppo di lavoro sui Balcani occidentali 2030 per gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) e l’Unione Europea”, recentemente promosso dal rappresentante permanente dell’Italia presso le Nazioni Unite a New York, ambasciatore Maurizio Massari.


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