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Difesa, ma non solo. A Bruxelles riparte l’operazione competitività con Draghi

​A Bruxelles sono cominciati i primi incontri informali per prendere visione del corposo vademecum messo a punto dall’ex presidente della Bce, collateralmente a quello di Enrico Letta. Il padre del whatever it takes per il momento non si sbottona, anche perché per la presentazione ufficiale bisognerà attendere ancora qualche giorno

La data da cerchiare con il rosso, sul calendario, è lunedì 9 settembre. Quel giorno, infatti, Mario Draghi presenterà a Bruxelles il suo corposo rapporto sulla competitività europea, 400 pagine in tutto, nel quale è racchiusa la ricetta dell’ex presidente della Bce ed ex premier italiano, per tirare fuori il Vecchio Continente dalle secche della stagnazione. Ma, soprattutto, per uscire una volta per tutte dalla morsa di Stati Uniti e Cina, proprio nel frangente in cui le tensioni commerciali tra i due blocchi sono tornate alla loro massima potenza. Molto si è detto sul lavoro del padre del whatever it takes, realizzato collateralmente a un altro piano organico (150 pagine) quello di un altro ex premier, Enrico Letta, già esaminato da Commissione e Consiglio europeo, qualche settimana fa. Per questo l’attesa è più che giustificata.

Eppure, i primi giri di tavolo sono già cominciati. In queste ore Draghi, che ha ricevuto l’incarico direttamente da Ursula von der Leyen, ha incontrato gli alti rappresentanti diplomatici degli stati membri dell’Unione europea, per poi proseguire con un confronto con i leader dei partiti eletti al Parlamento europeo, alla presenza del presidente, Roberta Metsola. Due sessioni in cui è stato reso noto un documento che però rimarrà secretato, almeno fino a lunedì prossimo appunto, quando è prevista la sua pubblicazione.

Draghi, senza sbottonarsi troppo, ha parlato della necessità di riforme senza precedenti per l’Ue, nelle quali siano coinvolti tutti gli attori del continente. Per l’ex premier, si apprende ancora, è necessario agire a 360 gradi e nella maniera più veloce possibile. Sulle specifiche del rapporto, che spazia dalla digitalizzazione, alle infrastrutture, passando per l’energia e il mercato dei capitali, però, sono già circolate delle bozze. Come quelle anticipate da Politico e che hanno riguardato una parte sostanziosa del documento, quella sulla Difesa europea.

Secondo l’ex presidente della Banca centrale europea, per guadagnare competitività nel campo della Difesa alcune soluzioni dovrebbero essere messe in campo: in primis l’istituzione di un’Autorità per l’industria della difesa a livello centrale, che operi per conto dei paesi dell’Ue. Ma anche l’introduzione di un principio di preferenza europea, che agevoli le fusioni e renda le industrie della Difesa europee più competitive sui mercati internazionali. “La base industriale della difesa dell’Ue sta affrontando sfide strutturali in termini di capacità, know-how e vantaggio tecnologico. Di conseguenza, l’Ue non sta tenendo il passo con i suoi concorrenti globali”, si legge nella bozza. E ancora, “con il ritorno della guerra nel vicinato dell’Ue, l’emergere di nuovi tipi di minacce ibride e un possibile spostamento dell’attenzione geografica e delle esigenze di difesa degli Stati Uniti, l’Ue dovrà assumersi una crescente responsabilità per la propria difesa e sicurezza”.

Insieme a Draghi, come detto, c’è anche Enrico Letta, con il suo rapporto. L’ex leader del Pd parte dal concetto di mercato unico, del risparmio, dei trasporti, dei capitali. E nell’elencare le riforme necessarie ha fatto un esempio chiarissimo: che libertà di movimento c’è in Europa se non esiste un treno ad alta velocità che colleghi tutte le capitali? Oltre a parlare della necessità di attuare nell’Ue un Inflation reduction act (Ira) come sul modello di quello varato dall’amministrazione Usa di Joe Biden. Una volta che i due rapporti saranno stati assimilati dal nuovo governo comunitario, non resterà che una cosa da fare: metterli in pratica.



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